martedì 29 ottobre 2019

"L'amore molesto", Elena Ferrante


Spaccavento, frazione di Minturno (Latina), fine anni ‘90. E’ il 23 maggio quando la 63enne Amelia affoga in mare: suicidio? Incidente? Altro? E’ anche il giorno del 45mo compleanno di Delia, la figlia maggiore, disegnatrice di fumetti a Roma. La donna torna a Napoli per il funerale, decisa anche a capire cosa sia davvero successo alla madre e ritrovando così le tre torve figure maschili della sua vita passata: il padre, lo zio materno e quell’uomo oscuro che lei da sempre conosce come Caserta…

Per mitigare il vuoto lasciato dalla tetralogia dell’amica geniale ho scelto un altro romanzo di Elena Ferrante e non so quanto sia stata un’idea felice, ho avuto qualche difficoltà nella lettura di questo libro, più volte sono dovuta tornare indietro perché avevo perso senso e contesto.

E’ una storia angosciante dove l’amore è molesto all’interno di più rapporti, fra marito e moglie, fra madre e figlia, fra padre e figlia, fra zio e nipote, con l’aggiunta di quest’uomo soprannominato Caserta e il figlio di lui: brutti personaggi.

Ed è una storia resa contorta da Delia, che non distingue i ricordi reali da quelli immaginari, a volte neppure se stessa dalla madre: decisamente troppo onirico per me!
Per fortuna ho capito il finale che spiega le circostanze poche chiare della morte di Amelia, almeno quello…

Nonostante i vari punti di impasse, ho capito che lo stile narrativo di Elena Ferrante mi piace anche quando non mi piace quello che racconta (e nonostante l’abuso dell’aggettivo “giallastro”!).

A non piacermi, invece, è l'aver ritrovato anche qua lo spregio con cui l'autrice parla di Napoli, arrivando a definirla “città senza colori”!!
Senza parole...


Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di ottobre. Lo collego a "Storia della bambina perduta" perchè scritti dalla stessa autrice