“Hai
cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare
con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che
lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo:
speciale, per te, vuol dire "supereroe". Gli scegli pure il
nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sì, è
diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la
parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura
in vergogna. Dovrai attraversare l'adolescenza per accorgerti che la
tua idea iniziale non era così sbagliata. Lasciarti travolgere dalla
vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo
è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico.”
Quando
finisco di leggere un libro, prima di scrivere le mie impressioni,
rileggo sempre la sinossi per essere sicura, soprattutto con i
thriller, di non fare spoiler. E il più delle volte il mio abbozzo
di trama è molto diverso rispetto a quello scelto dagli editori, a
volte perché sono loro a dire troppo, altre perché mi sembra di
aver letto un libro diverso da quello che descrivono.
Quello
che non ho mai fatto è fare il copia-incolla della sinossi, ma
stavolta lo faccio perché non ci sono parole migliori di quelle
ufficiali
per descrivere il libro.
Giacomo
Mazzariol, con i suoi attuali 22 anni, diventa l’autore più
giovane che
abbia mai letto. Non so se dietro ci sia l’azione di qualche
gosth writer, come certe critiche sostengono,
di sicuro certe riflessioni mi sono sembrate molto, troppo, profonde
per
un adolescente, ma
se anche è stato aiutato nel riportare in “belle parole” i suoi
sentimenti, sono quelli la cosa importante e l’affetto, l’unione,
la sincerità, ecc, di
questa storia sono davvero toccanti.
Un
altro libro da far leggere a scuola, ma una buona lettura anche per
noi adulti perché
il messaggio che trasmette è davvero importante.
Reading
Challenge 2019: questo testo è una traccia gold del mese di ottobre