Cambridge
(Inghilterra), primi anni del duemila. E’ dicembre quando il corpo
decapitato di Amanda Montgomery, studentessa del primo anno all’Ariel
College, viene rinvenuto nel suo letto al dormitorio. Dieci mesi dopo
un altro cadavere viene ritrovato sul lungofiume, quello di Eliza
Fitzstanley, massacrata di botte al punto tale che i genitori
riusciranno a riconoscere la figlia solo per il neo vicino
all’ombelico. Ed è a giugno del 2004 che “il macellaio di
Cambridge" torna a colpire: questa volta è toccato a June Okeweno,
sbudellata nella sua camera. Ma c’è una novità:
accanto a lei, seminuda, ricoperta di sangue e in stato catatonico,
c’è Olivia Corscadden, la sua vicina di stanza.
La
ragazza è presumibilmente l’unica testimone del serial killer e
non sarà facile per Matthew Denison, lo psichiatra incaricato dalla
polizia, riportarla a uno stato cosciente per farle raccontare cosa
ha visto…
Se
la mia ricerca su web è stata accurata, Ruth Newman ha scritto
soltanto due romanzi, questo nel 2009 e un altro thriller (che
inizierò stasera stessa) due anni dopo.
"Il college delle brave ragazze" penso
che potrebbe piacere davvero tanto a chi legge pochi
thriller grazie ai vari ribaltamenti che mantengono vivo un certo
grado di tensione (senza mai arrivare però a una suspense degna di
questo nome).
Ma
per chi si nutre, o quasi, di thriller presenta più difetti che
pregi. La storia non ha nulla di originale, soprattutto per quello
che caratterizzava il genere 10-15 anni fa (evito
di specificare a cosa mi riferisco per non fare spoiler).
I colpi di scena (ce n’è più d’uno) diventano troppo
prevedibili man mano che ci si avvicina all’acme di ciascuno. I
personaggi tendono ad essere troppo simili tra loro e parecchio
stereotipati. Alcune spiegazioni sono troppo tirate per i capelli per
i capelli e c’è anche un errore disturbante per gli odiosi
precisini come me.
Durante
la lettura il mio giudizio ha oscillato fra le 2 e le 3 stelline di
gradimento, ma con l’epilogo “cinematrografico” la Newman si è
guadagnata le mie tre stelle piene, quasi quattro.
Reading
Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia a cascata di
gennaio "un libro con delle mani in copertina"