Anderbury
(Inghilterra), estate 1986. Eddie Munster, Gav la Palla, Mickey
Metallo, Hoppo e Nicky sono una banda di ragazzini dodicenni e si
stanno godendo le vacanze estive. Il loro più grande passatempo è
quello di scorrazzare nei boschi in bici. Ma
quell’estate ci sono anche i gessetti a unirli: li ha regalati a
Eddie un nuovo insegnante della scuola, il professor Halloran. Ognuno
di loro ha scelto un colore e si sono inventati un codice con cui
comunicano disegnando simboli davanti alle rispettive case.
Sono
quei segnali di gesso a condurli un giorno nel bosco, dove trovano la
mano di una ragazza. La polizia in seguito ritroverà tutti i pezzi
di quel cadavere smembrato, a eccezione della testa.
Trent’anni
dopo Eddie vive ancora ad Anderbury. Ha 42 anni, insegna inglese, il
padre è morto, la madre si è risposata e gli ha lasciato la casa
di famiglia. Si sta chiedendo se la storia era iniziata davvero col
ritrovamento del corpo, oppure prima, il giorno dell’incidente al
luna park, quando aveva visto per la prima volta il professor
Halloran. E se lo chiede perché ha appena ricevuto una busta:
all’interno un gessetto e il disegno di un omino stilizzato.
Possibile
che l’uomo di gesso sia tornato dopo tutti quegli anni?
Dopo
una partenza non esaltante con tre libri mediocri e uno pessimo, la
media di gennaio ha avuto una grossa impennata grazie a delle ottime
letture.
Questo
è un altro gran bel thriller che, come “L’uomo di casa”, si
svolge su due piani temporali. Si tratta di due storie completamente
diverse, ma anche “L’uomo di gesso” è pieno di tasselli e
tutti alla fine trovano il loro incastro perfetto.
De
Marco è riuscito a creare una maggior suspense, ma ho trovato più
piacevole lo stile narrativo della Tudor, probabilmente perché
descrittivo al punto giusto, senza la pesantezza degli inutili dettagli di cui è carico “L’uomo di casa”.
La
Tudor riesce anche a essere leggermente più convincente nell’uso
di un bambino come voce narrante e, come De Marco, è stata brava nel
mantenere viva l’attenzione calando al punto giusto i vari colpi di
scena.
Non
sono due libri paragonabili, mi viene automatico farlo solo perché
li ho letti in successione, ma sono senz’altro due thriller che
vale la pena leggere per gli amanti del genere.
Reading
Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia a cascata di
gennaio, lo collego a "Vincoli"
perchè gli autori sono entrambi stranieri