lunedì 20 gennaio 2020

"Ricominciare", Danielle Steel


Parigi, novembre di un anno recente. Carole Barber, splendida cinquantenne diva di Hollywood di fama mondiale, è atterrata nella capitale francese da poche ore quando il taxi che la sta riportando al Ritz dopo una passeggiata per la città fra i ricordi del passato viene coinvolto in un attentato terroristico: una strage.
L’attrice se la cava con un braccio rotto, una ferita su una guancia che scompare nell'arco di un mese e un brutto trauma cranico. Incosciente e priva di documenti, clamorosamente non viene riconosciuta né cercata da nessuno. E’ solo dopo una settimana che la sua identità viene finalmente svelata. Al suo capezzale accorrono il suo primo marito con i loro due figli già adulti e Stevie, la sua preziosa collaboratrice. Dopo qualche giorno Carole esce dal coma, frastornata e priva di memoria. Non ricorda nulla, ogni faccia le è estranea, compresa quella del distinto francese che tutti sembrano conoscere e temere, tutti tranne lei…

Secondo (e ultimo) romanzo di Danielle Steel che leggo. La prima lettura risale ormai a quasi vent’anni fa, a uno dei periodi più tristi della mia vita quando avevo seguito il consiglio di leggere “Le sorprese del destinoperchè il tema trattato mi toccava da vicino. E siccome per me poi non c’è mai stata la (bella) sorpresa del destino, lo ricordo come uno dei libri più amari che abbia mai letto e che mi ha portata a evitare la Steel per tutti questi anni.

Finchè, cercando un libro ambientato a Parigi, fra i tantissimi ho scelto questo “Ricominciare”, un romanzo rosa del 2008 talmente anacronistico sotto ogni aspetto che potrebbe essere stato scritto ottant'anni prima perché giusto mia nonna, classe 1914, avrebbe potuto apprezzarne trama, personaggi, dialoghi, ecc…

Wikipedia mi dice che Danielle Steel è al quinto posto fra gli scrittori che hanno venduto il maggior numero di copie. Ha all’attivo la bellezza di 120 romanzi rosa (più una ventina per ragazzi, tre illustrati e cinque di non fiction), per cui mi rendo conto di quanto sia azzardato da parte mia metterla in croce sulla base di una sola lettura fresca più un’altra troppo datata per essere ricordata nel dettaglio, ma certe cose – da donna, e neppure troppo femminista – mi fanno piangere il cuore in relazione a quel quinto posto e non solo.

Non mi riferisco tanto all’inverosimiglianza della storia, allo stile noioso e ripetitivo dell’autrice, ai suoi personaggi démodé e alle sue descrizioni patinate, dove ogni sorriso è raggiante, ogni espressione radiosa, ogni gesto viene fatto con discrezione o con grande rispetto e dove tutti sono molto comprensivi e sopportano con molta eleganza ogni ostacolo che la vita pone loro, riuscendo addirittura a morire di cancro con grande serenità!

Quello che trovo davvero sconfortante è la mentalità di questa scrittrice, soprattutto il fatto che piaccia così tanto nonostante la sua arretratezza maschilista che non ha nulla di romantico.

Un esempio, Jason, il primo marito, l’ha prima tradita e poi lasciata per una modella russa ventunenne, ma Carole si incolpa per non aver capito il disagio di lui e per non aver lasciato o allentato il lavoro!

"Non so bene come, ma non devo essere stata all’altezza, oppure devo averti deluso se te ne sei andato con un’altra”

Un altro esempio, a Mattieu, il grande amore di Carole, fa dire:

"Preferirei essere sposato con te, per essere sincero. Si accorda con il mio concetto di proprietà...”

Ma per forza che poi la gente non capisce che gli animali sono esseri viventi e non oggetti di cui si è proprietari!!

E ancora, quando Carole chiede a Mattieu “Ti manca il tuo vecchio incarico?” la Steel trova necessario aggiungere:

"Le sembrava naturale che fosse così. Per chiunque, in particolare per un uomo, doveva essere difficile rinunciare a una carica prestigiosa come quella che lui aveva ricoperto"

Che dire… probabilmente quell’altra belina (in genovese fa fine) di Amadeus apprezzerebbe tutto questo sessismo, spesso associato a un vomitevole servilismo, ma io decisamente no!

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia artista di gennaio perchè ambientato a Parigi