Parigi,
novembre
di un anno recente. Carole Barber, splendida
cinquantenne
diva di Hollywood di fama mondiale, è atterrata nella capitale
francese da poche ore quando il taxi che la sta riportando al Ritz
dopo una passeggiata per la città fra i
ricordi del passato viene coinvolto in un attentato terroristico: una
strage.
L’attrice se la cava con un braccio rotto, una ferita su
una guancia che scompare nell'arco di un mese e un brutto trauma cranico. Incosciente e priva di
documenti, clamorosamente non viene riconosciuta né cercata da
nessuno. E’
solo dopo una settimana che la
sua identità viene finalmente svelata. Al suo capezzale accorrono il
suo primo marito con i loro due figli già adulti e Stevie, la sua
preziosa collaboratrice. Dopo qualche giorno Carole esce dal coma,
frastornata e priva di memoria. Non ricorda nulla, ogni faccia le è
estranea, compresa quella del distinto francese che tutti sembrano
conoscere e temere, tutti tranne lei…
Secondo
(e ultimo) romanzo di Danielle Steel che leggo. La prima lettura
risale ormai a
quasi
vent’anni fa, a uno dei periodi più tristi della mia vita quando
avevo seguito il consiglio di leggere “Le sorprese del destino”
perchè
il tema trattato mi toccava da vicino. E
siccome per me poi non c’è mai stata la
(bella) sorpresa del destino, lo
ricordo come uno dei libri più amari che abbia mai letto e che mi ha portata a evitare la Steel per tutti questi anni.
Finchè,
cercando un libro ambientato a Parigi, fra i tantissimi ho scelto
questo “Ricominciare”, un romanzo rosa del 2008 talmente
anacronistico sotto ogni aspetto che potrebbe essere stato scritto ottant'anni prima perché giusto mia nonna, classe 1914,
avrebbe potuto apprezzarne
trama, personaggi, dialoghi, ecc…
Wikipedia
mi dice che Danielle Steel è al quinto posto fra gli scrittori che
hanno venduto il maggior numero di copie. Ha all’attivo la bellezza
di 120 romanzi rosa (più una ventina per ragazzi, tre illustrati e
cinque di non fiction), per cui mi rendo conto di quanto sia
azzardato da parte mia metterla in croce sulla base di una sola
lettura fresca più un’altra troppo datata per essere ricordata nel
dettaglio, ma certe cose – da donna, e neppure troppo femminista –
mi fanno piangere il cuore in relazione a quel quinto posto e non
solo.
Non
mi riferisco tanto all’inverosimiglianza
della storia,
allo stile noioso
e ripetitivo
dell’autrice,
ai suoi personaggi démodé e alle sue descrizioni patinate,
dove ogni sorriso è raggiante, ogni espressione radiosa, ogni gesto
viene fatto con discrezione o con grande rispetto e dove tutti sono
molto comprensivi e sopportano con molta eleganza ogni ostacolo che
la vita pone loro, riuscendo addirittura a morire di cancro con grande serenità!
Quello
che trovo davvero sconfortante è la mentalità di questa scrittrice,
soprattutto il fatto che piaccia così tanto nonostante la sua
arretratezza maschilista
che non ha nulla di romantico.
Un
esempio, Jason, il primo marito, l’ha prima tradita e poi lasciata
per una modella russa ventunenne, ma Carole si incolpa per non aver
capito il disagio di lui e per non aver lasciato o allentato il lavoro!
"Non
so bene come, ma non devo essere stata all’altezza, oppure devo
averti deluso se te ne sei andato con un’altra”
Un
altro esempio, a
Mattieu, il
grande amore di Carole,
fa
dire:
"Preferirei
essere sposato con te, per essere sincero. Si accorda con il mio
concetto di proprietà...”
Ma
per forza che poi la gente non capisce che gli animali sono esseri
viventi e non oggetti di cui si è proprietari!!
E
ancora, quando Carole chiede a Mattieu “Ti manca il tuo vecchio
incarico?” la Steel trova necessario aggiungere:
"Le
sembrava naturale che fosse così. Per chiunque, in
particolare per un uomo,
doveva essere difficile rinunciare a una carica prestigiosa come
quella che lui aveva ricoperto"
Che
dire… probabilmente quell’altra belina (in genovese fa fine) di
Amadeus apprezzerebbe tutto questo sessismo, spesso associato a un vomitevole servilismo, ma io
decisamente no!
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Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia artista di gennaio
perchè ambientato a Parigi