"Russia, anni Sessanta, un'austera donna si divide tra la cura dei figli e
la professione di cibernetico. Porta da tre anni i capelli lunghi e
decide di tagliarli."
Rileggendo adesso la sinossi del libro mi domando cosa mi abbia spinta all'acquisto. Risposta che in realtà conosco: averlo trovato usato e in super offerta sul sito del Libraccio mentre cercavo proprio un librino da poco per ottenere la spedizione gratuita.
Una lettura veloce - sono solo 105 pagine nel formato A6 di Sellerio - e piuttosto inutile, a tratti anche irritante per me che, evidentemente, ho proprio un'incompatibilità nei confronti degli autori russi, che siano classici o (più o meno) contemporanei.
Elena Wentzel - nata a Tallin nel 1907 quando l'Estonia faceva ancora parte dell'Impero Russo - figlia di due insegnanti, è stata un personaggio di spicco dell'Unione Sovietica come docente e matematica, nonché dagli anni Settanta come scrittrice, firmando le sue opere con lo pseudonimo di Irina Grekova.
"Parrucchiere per signora" lo ha scritto nel 1962 e la storia si svolge proprio negli anni '60. La protagonista, Maria Vladimirovna Kovalëva, è una donna di mezza età, madre di due figli di venti e ventidue anni, tanto pigri da non svuotare neppure i posacenere traboccanti di cicche facendo così imbestialire la madre al rientro dal lavoro. Una sera di primavera, stufa di doversi arricciare i capelli ormai lunghi dopo tre anni di trascuratezza, va dal parrucchiere. La fila è lunga, ognuna delle donne in attesa vuole mettere la propria chioma nelle mani del parrucchiere. Solo Maria accetta che a farle taglio e permanente sia Vitalij, l'apprendista. La donna è molto soddisfatta del risultato, almeno fino al primo lavaggio, quando si rende conto che per gestire al meglio i "nuovi" capelli avrà bisogno di andare a farsi fare la piega ogni settimana. Il seguito ovviamente non lo racconto, ma se anche lo facessi non avrei molto da scrivere. E' una storia che descrive episodi del quotidiano della donna e del ragazzo, relativi soprattutto alle rispettive mansioni. Maria è la direttrice dell'Istituto dei Computers, e questo - fra le righe - è probabilmente l'aspetto più significativo del librino: un esempio di come nell'Unione Sovietica - un po' per ideologia, un po' per necessità (Victor Zaslavsky nella sua introduzione ricorda come gli effetti dei 25 milioni di morti patiti durante la Seconda Guerra mondiale crearono un enorme squilibrio fra il numero delle donne e degli uomini, così grande da trascinarsi fino agli anni Settanta) - la partecipazione femminile al mondo del lavoro fosse massiccia a ogni livello e in ogni ambito, anche in settori - dall'ingegneria alla chirurgia - dove ancora oggi (e chissà per quanti altri decenni ancora) anche nei più democratici degli Stati il dominio maschile è assoluto.
Reading Challenge 2022, traccia di novembre: un libro con la copertina flessibile