martedì 8 novembre 2022

"Cemetery safari", Claudia Vannucci

 

Claudia Vannucci, livornese classe 1981, è la blogger di Viaggi verde acido, che comprende la rubrica "Cemetery safari" dalla quale è nato questo libro, pubblicato nel 2019.

E' inevitabile per me fare il confronto con "Qualcuno cammina sulla tua tomba. I miei viaggi nei cimiteri" di Mariana Enriquez, che incredibilmente la Vannucci non cita nella sezione del blog dove elenca i libri dedicati ai cimiteri.

La grande differenza fra i due libri è che - mentre l'interesse della Enriquez riguarda davvero i cimiteri, la loro rilevanza storica, paesaggistica, le loro particolarità, eccetera - quello della Vannucci si focalizza su tombe celebri e/o curiose.
Anche per questo, però, è una lettura ricca di aneddoti (che non cito, altrimenti non avrebbe più senso leggere il libro), anche sulle città (o cittadine) dove si trovano i vari cimiteri che ha visitato.

La Vannucci ha scritto il libro rivolgendosi a un unico lettore (sistema narrativo che non sopporto) e ha scelto di non parlare dei cimiteri italiani, per cui - mentre la Enriquez apriva il libro con il Cimitero Monumentale di Staglieno perché il suo amore per i cimiteri era nato proprio a Genova - lei inizia dall'Oak Hill, cioè dal cimitero de "Antologia di Spoon River", lettura fatta nell'estate dei suoi 12 anni che ha dato il via al suo interesse.

Facendo base a Chicago, dove ha dei parenti, ha percorso da sola le 260 miglia per arrivare a Lewistown e appena ho letto la descrizione che fa di quelle strade di campagna, "strette e screpolate, affiancate da fossi, ricoperte da una lastra continua di ghiaccio e infestate dagli animali più pericolosi d'America. Cioè i cervi." ho capito che con l'autrice ho ben poco in comune, a parte l'interesse per i cimiteri:

"Questi mammiferi cornuti, tanto grossi quanto tonti, sono tanti, sono ovunque e hanno il brutto vizio di apparire in mezzo alla strada all'improvviso e rimanere immobili finché non vengono investiti. Gli incidenti con i cervi sono più comuni e più pericolosi di quanto si pensi."

Eh sì, sono veramente tonti i cervi, si ostinano ad abitare in una zona rurale e non solo non capiscono di dover stare alla larga dalle strade che l'uomo ha costruito per suo uso e consumo, ma quando le attraversano (non riescono proprio a trovare un sistema per evitare di farlo, sono davvero animali stupidi, eh?!?) hanno anche la pessima abitudine di spaventarsi a morte (letteralmente) quando si vedono arrivare contro un mostro di ferro, magari un enorme pick-up, non riuscendo a muovere più un muscolo finché non vengono travolti!

Non contenta, poco dopo aggiunge:

"Quando ho raccontato al signor Bob del mio odio e del mio desiderio di vendetta nei confronti dei cervi, mi ha preparato una cena a base di salsicce e costolette di cervo. Quando gli ho detto che mi sarebbe piaciuto vedere un procione, Bob mi ha risposto che se ne investivamo uno me lo avrebbe fatto assaggiare."

Uno sfoggio di superficialità e di ignoranza che ho fatto fatica ad archiviare.
Ho proseguito la lettura solo perché non abbandono mai i libri iniziati e perché ero comunque curiosa di leggerlo e - per quanto la mia opinione sull'autrice non sia migliorata - la lettura è stata interessante, anche se non paragonabile al libro della Enriquez.

Il grande difetto di entrambi è la totale mancanza di fotografie, che anche questa volta ho voluto inserire nella mia recensione.

Ecco quindi l'Oak Hill di Lewistown (Illinois), il cimitero di Spoon River:


Sempre in Illinois, ma a Springfield, c'è l'Oak Ridge Cemetery, con l'orribile mausoleo di Lincoln:


Il suo assassino, John Wilkes Booth, è invece sepolto a Baltimora (Maryland), nel Green Mount Cemetery:


Sempre a Baltimora, ma nel Westminster Burial Ground, è sepolto Edgar Allan Poe:


Di Charleston (South Carolina), gran bella cittadina, la Vannucci parla di tre cimiteri. L'Unitarian Church Cemetery:


Il St. Philips Cemetery:


E il Magnolia Cemetery:


Il Colonial Park Cemetery di Savannah (Georgia) è l'unico presente anche nel libro della Enriquez:


Il King's Chapel Burying Ground, del 1630, a Boston (Massachusetts) è il cimitero più antico degli Stati Uniti:


E, sempre a Boston, la Vannucci ha visitato anche l'Old Granary Burying Ground:


A Macon (Georgia) è stata al Rose Hill Cemetery:



Il Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles, vicino all'Hollywood Sign, ospita moltissime celebrità:


Così come l'Hollywood Forever Cemetery, che già dal nome è tutto un programma...


Il Greenwood Cemetery si trova a Renton, vicino a Seattle (stato di Washington) ha uno spazio nel libro per via della tomba di Jimi Hendrix:


Come il Lake View Cemetery viene citato per le tombe di Bruce e di Brandon Lee. Quest'ultimo è un perfetto esempio della differenza fra questo libro e quello della Enriquez. E' un cimitero-giardino spettacolare:


L'ultimo motivo per cui lo visiterei sono le tombe dei due attori:


Dell'Oakwood Annex Cemetery di Montgomery (Alabama), ne parla per la tomba (terrificante, con tanto di erba sintetica, definita giustamente tamarra dall'autrice) di un cantante country, Hank Williams, morto nel 1953:


Il Laurel Hill Cemetery di Philadelphia (Pennsylvania) è enorme, variegato e per lo più decisamente pacchiano. Il confronto con le opere d'arte di Staglieno e questa lapide a forma di microfono (il morto era un commentatore televisivo di baseball) è imbarazzante.


Le isole San Juan, che fanno parte dello stato di Washington, sono un paradiso incontaminato per la flora e per la fauna. A deturparlo sull'isola principale, che dà il nome all'arcipelago, c'è un mausoleo privato immerso nel bosco, quello della famiglia McMillin:


La Vannucci torna quindi a raccontare di due cimiteri di Chicago (avendo lì dei parenti è anche normale che abbia avuto più tempo per visitarli). Uno è il Woodlawn Cemetery con la zona chiamata Showmen's Rest in cui sono sepolte quasi un centinaio di persone morte nel 1918 in un incidente ferroviario. Erano circensi in viaggio da una città all'altra e chi ha voluto rappresentarli non si è fatto mancare l'occasione di sfruttare un elefante anche nella morte.


L'altro è il Graceland Cemetery, quello principale di Chicago, un meraviglioso cimitero giardino. L'autrice racconta particolari bizzarri di più tombe.


E qui si chiude la lunga sezione dedicata ai cimiteri degli Stati Uniti che occupa il 52% del libro. Una scelta comprensibile se si va a caccia di stranezze, non condivisibile se si sostiene di essere interessati agli aspetti storici e artistici dei cimiteri, settori in cui quelli europei offrono molto di più.

La Vannucci inizia il tour europeo dopo aver spiegato come dal 1804 con l'Editto di Saint Cloud si smise di costruire i cimiteri nei centri abitati o addirittura all'interno delle chiese, come succedeva in Italia (tema caro a Carlo Maria Cipolla in "Miasmi e umori").

Il primo cimitero del Vecchio Continente di cui leggiamo è quello di Zale, a Lubiana (Slovenia), un buon esempio della superficialità di questo libro. La Vannucci lo definisce un mix fra un cimitero monumentale (cosa che decisamente è) e cimitero giardino, dilungandosi sul modo in cui le tombe sono state trasformate in piccoli giardini dai parenti dei defunti, mentre non fa neppure un accenno al Cimitero Militare degli Italiani, la sezione dove riposano oltre cinquemila soldati italiani morti durante la Grande Guerra.


Il libro ci porta quindi in Spagna, al Cementerio General di Valencia, cimitero monumentale in stile neoclassico:


Un breve, e un po' troppo spiritoso, accenno al Cimitero degli Innocenti (raccontato in maniera ben diversa dalla Enriquez), funge da introduzione al Père-Lachaise, il cimitero entro le mura più grande di Parigi e il più visitato al mondo. Un cimitero storico davvero magnifico, costruito nel 1804, frutto dell'Editto di Saint Cloud:


Fra le tombe citate nel libro ci sono quella di Wilde, davvero orribile...


...e quella di Eloisa e Abelardo, vissuti nell'anno mille. Le salme vennero spostate al Père-Lachaise nel 1817 insieme ad altri personaggi storici francesi. Dei due ho la biografia della Pernoud ancora da leggere.


Il vecchio cimitero ebraico di Praga è forse il più suggestivo fra quelli citati nel libro. Le ridotte dimensioni e il fatto che fosse l'unico posto in cui gli ebrei potevano essere sepolti hanno generato un cimitero stratificato affascinante quanto decadente:


Splendido anche il Greyfriars kirkyard, posto nella parte meridionale di Edimburgo all'interno della città vecchia:


La Vannucci prende spunto dai furti di cadaveri messi in atto nel cimitero all'inizio del 1800 (i ladri rivendevano i corpi alla locale università di medicina) per raccontare di due libri dell'epoca rilegati in pelle umana e dal cagnolino Bobby, che vegliò la tomba del suo padrone defunto per ben quattordici anni, per parlare brevemente dei cimiteri per animali.

Fra i tanti cimiteri storici di Londra la Vannucci sceglie di parlare di Highgate, tanto romantico quanto infestato (le storie di fantasmi la attraggono più di quanto avrei detto dopo aver letto all'inizio del testo che non era interessata all'aspetto gotico dei cimiteri), splendidamente incolto e vittoriano, dove (tra gli altri) riposa anche Karl Marx.


E cita gli altrettanto belli Abney Park:


Nunhead:


Tower Hamlets:


E Brompton:


Cita anche due graveyards londinesi, piccoli cimiteri posti vicino a una chiesa. Quello della St Pancras, che non è un cimitero vero e proprio, ma un "parcheggio" di lapidi:


E quello della St Mary Magdalene, deturpato dal mausoleo voluto dall'esploratore Burton:


La breve sezione del libro dedicata all'Europa si chiude con il Glasnevin Cemetery, dove viene anche citata la mia Genova perché è qui che morì il fondatore del cimitero, Daniel O'Connell, il cui corpo è sepolto nel cimitero monumentale di Dublino, tranne il cuore, inumato a Roma.


La sezione dell'Africa avrebbe potuto evitarla visto che non parla di nessun cimitero, ma di un'unica tomba, quella di uno scozzese sepolto a Solitarie, in Namibia. La Vannucci racconta la storia dell'uomo, sicuramente originale, ma del tutto fuori contesto.

Anche nella parte finale dedicata all'Asia il saggio diventa un diario di viaggio, ma almeno descrive due cimiteri, quello dell'isola di Cebu, nelle Filippine:


E quello di Taitung a Taiwan (parla anche di quello di Dulan, di cui però non ho trovato immagini):


Infine il libro si conclude con una interessante appendice sul significato dei simboli nei cimiteri.

Reading Challenge 2022, traccia di novembre: un libro con in copertina qualcosa legato ai defunti