venerdì 9 dicembre 2022

"Una donna in fuga", Linda Castillo

 

Painters Mill (Ohio), gennaio 2020. E' Gina Colorosa la donna in fuga. E' scappata da Columbus nel cuore della notte, quando la polizia ha fatto irruzione in casa sua con un mandato di perquisizione e forse anche uno di arresto. Le hanno sparato colpendola a un braccio e ora sta viaggiando lungo le strade innevate per raggiungere la piccola cittadina dove a capo della polizia c'è Kate Burkholder, la sua ex migliore amica, la sua ex collega... Perché anche Gina è una poliziotta, una poliziotta che in passato non si è fatta troppi scrupoli ad abusare del suo ruolo, ma la sua etica distorta aveva comunque dei limiti e il mese scorso la sua squadra li ha superati e adesso la stanno cercando perché sa troppe cose di loro... Non ho fatto chissà quale spoiler: il libro svela subito l'identità della donna in fuga. Per fortuna i timori che avevo espresso dopo aver letto "Il tempo della vendetta" sono risultati infondati e Piemme ha tradotto anche questa sedicesima puntata della serie di Kate Burkholder, seppur con quasi due anni di ritardo rispetto all'uscita negli Stati Uniti. Una storia diversa dalle precedenti, dove gli Amish non sono coinvolti nel giallo come attori principali, ma largamente presenti perché la bufera di neve finisce per bloccare Gina e Kate nella fattoria di uno di loro. La convivenza forzata fra il giovane vedovo padre di tre figli e la poliziotta di città viene sfruttata dalla Castillo per raccontare il mondo Amish, dandone quella solita immagine che a me ricorda sempre un po' "La casa nella prateria", che tanto amavo da bambina, e che però era ambientata nel 1870... Il legame passato con Gina le dà soprattutto modo di far raccontare alla sua protagonista i suoi trascorsi dopo aver lasciato la comunità Amish a diciotto anni, come e perché era diventata poliziotta a ventuno e il motivo che l'aveva portata ad abbandonare Columbus scegliendo di tornare a Painters Mill, eventi che nei titoli precedenti erano stati solo abbozzati senza mai essere spiegati nei dettagli. Come sempre una lettura leggera, di puro svago, piacevole e non impegnativa, con tutto il calore che si prova (nonostante il gelo dell'ambientazione) quando si torna in luoghi già noti e con personaggi già cari: il bello delle serie (e speriamo che Piemme si spicci a tradurre gli altri due romanzi già pubblicati in America).

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