Milano, giugno 1630. Nella città, governata dal cardinale Federico Borromeo, imperversa la peste, ma Alma non la teme: è già stata contagiata e ha sconfitto anche la terribile malattia. E adesso vuole annientare chi ventidue anni prima ha ucciso suo padre e ha murato viva sua madre.
Perché lei è la figlia di Virginia de Leyva e di Gian Paolo Osio ed è tornata per vendicarsi.
Scritto nel 2020, "Miserere" inizia esattamente dal punto in cui si era interrotto "Il segreto della monaca di Monza", che ho letto l'anno scorso: non capisco perché nella sinossi abbiano scritto che è il seguito di "Io sono la strega", pubblicato anch'esso cinque anni fa. Non avendolo ancora letto non so se si tratti di una trilogia, ma a leggere la trama non direi.
Non condivido neppure la classificazione di genere, più che di un giallo storico si tratta di un romanzo storico. O, meglio ancora, è un testo di storia che l'autrice ha romanzato intrecciando fatti reali alle vicende di fantasia legate alla protagonista.
Alma Osio, nata nell'agosto del 1604, trascorse i primissimi anni di vita nella residenza monzese degli Osio, ma ben presto il suo nome sparì da ogni documento, racconto o altro. Non esiste neppure un atto che ne certifichi la morte, quindi non si sa quanto e come abbia vissuto.
La storia che Marina Marazza ha inventato per lei è epica. Le ha regalato una personalità indomita, temeraria e passionale, attingendo a piene mani alle caratteristiche che vengono attribuite a suo padre e a sua madre.
E le ha affiancato altre due figure femminili, la genovese Clara e la portoghese Dulce, dal tragico passato, ma capaci di lottare e di emanciparsi.
Ma sono tante le persone realmente esistite che diventano personaggi del romanzo, alcuni famosissimi che sono parte integrante della storia raccontata, come il Borromeo, oppure a cui si accenna soltanto, come Galileo; altri, meno noti, ben documentati dalla Marazza, ad esempio Guglielmo Piazza, condannato come untore dagli spagnoli, che ebbe il suo spazio anche ne "I promessi sposi".
Leggendolo mi sono trovata più volte a pensare a come questo libro entusiasmerebbe gli amanti dello splatter e il commento in appendice dell'autrice mi ha fatto capire come la mia idea non fosse tanto esagerata:
Perché lei è la figlia di Virginia de Leyva e di Gian Paolo Osio ed è tornata per vendicarsi.
Istruttivo
Scritto nel 2020, "Miserere" inizia esattamente dal punto in cui si era interrotto "Il segreto della monaca di Monza", che ho letto l'anno scorso: non capisco perché nella sinossi abbiano scritto che è il seguito di "Io sono la strega", pubblicato anch'esso cinque anni fa. Non avendolo ancora letto non so se si tratti di una trilogia, ma a leggere la trama non direi.
Non condivido neppure la classificazione di genere, più che di un giallo storico si tratta di un romanzo storico. O, meglio ancora, è un testo di storia che l'autrice ha romanzato intrecciando fatti reali alle vicende di fantasia legate alla protagonista.
Alma Osio, nata nell'agosto del 1604, trascorse i primissimi anni di vita nella residenza monzese degli Osio, ma ben presto il suo nome sparì da ogni documento, racconto o altro. Non esiste neppure un atto che ne certifichi la morte, quindi non si sa quanto e come abbia vissuto.
La storia che Marina Marazza ha inventato per lei è epica. Le ha regalato una personalità indomita, temeraria e passionale, attingendo a piene mani alle caratteristiche che vengono attribuite a suo padre e a sua madre.
E le ha affiancato altre due figure femminili, la genovese Clara e la portoghese Dulce, dal tragico passato, ma capaci di lottare e di emanciparsi.
Ma sono tante le persone realmente esistite che diventano personaggi del romanzo, alcuni famosissimi che sono parte integrante della storia raccontata, come il Borromeo, oppure a cui si accenna soltanto, come Galileo; altri, meno noti, ben documentati dalla Marazza, ad esempio Guglielmo Piazza, condannato come untore dagli spagnoli, che ebbe il suo spazio anche ne "I promessi sposi".
Leggendolo mi sono trovata più volte a pensare a come questo libro entusiasmerebbe gli amanti dello splatter e il commento in appendice dell'autrice mi ha fatto capire come la mia idea non fosse tanto esagerata:
"Chiedo scusa ai miei lettori se a volte le descrizioni sono crude, ma non c’era altro modo di narrare il male che gli uomini fanno agli altri uomini se non in questa maniera obiettiva e senza ipocrisia, strappando via quei veli censori in stile Manzoni e chiamando le cose col loro nome, togliendo le maschere agiografiche ai personaggi che avevamo conosciuti come santi e benefattori e ai quali ancora oggi sono intitolate le vie e le scuole delle nostre città."
Appendice molto interessante anche per come evidenzia quanto noi uomini non siamo affatto migliorati dal 1600 a oggi.
"Le speculazioni finanziarie come quella dei tulipani, destinata a rovinare centinaia di persone, il comportamento dei politici come Ferrer di fronte al problema del prezzo del pane, l’immunità dei potenti, il bisogno di trovare sempre e comunque un capro espiatorio, la noia dei ricchi, la subalternità di una classe di artisti e intellettuali, la condizione difficile delle donne, l’ignoranza e la beceraggine assurte a sistema, la crisi economica, lo sfruttamento dei più deboli, la diffidenza ostile nei confronti dei diversi modi di pensare e di credere, sono solo alcuni esempi dei formidabili parallelismi che permangono tra le due epoche."
Reading Challenge 2025, traccia annuale Scarabeo
