L’avvocato
Guido Guerrieri, protagonista di una delle serie di Carofiglio,
frequenta una libreria notturna barese. In “Ragionevoli dubbi”
Guerrieri vede il libraio leggere “La manomissione delle parole”.
Carofiglio racconta che in seguito molti lettori gli hanno chiesto
informazioni su quel libro, che nel romanzo innesca un dialogo
stimolante fra i due personaggi di fantasia, riscontrando sempre
molta delusione all’ammissione che anche il libro era inventato.
E
così dopo quattro anni il buon Gianrico genialmente ha colmato
questa lacuna.
Il vero “La manomissione delle parole” è uno dei suoi saggi (il primo
che leggo) ed è composto principalmente da due parti.
Nella
prima vengono analizzate, direi spiegate, alcune parole fondamentali
per il vivere civile: libertà, democrazia, vergogna, giustizia,
ribellione, bellezza e scelta. Carofiglio si avvale di tantissime
citazioni: Platone, Aristotele, Dante, Goethe, Levi, Calvino,
Gramsci, Bob Dylan, ecc, ecc...
Nella
seconda Carofiglio, ex magistrato, denuncia l’inutile ricercatezza
del linguaggio dei giuristi, evidenziando le caratteristiche comuni
con quello dei politici e paragonandoli con l’immediatezza e la
semplicità del modo in cui è stata scritta la Costituzione
Italiana.
Palesemente
l’abisso culturale che mi separa da Carofiglio fa sì che
l’interpretazione che diamo al concetto di scrittura semplice sia
immensamente diversa. Questo volume per me non è stato una lettura
facile, ma credo di aver capito tutto e di condividere quasi tutto.
Del resto bastano un’intelligenza e un sapere nella media per
comprendere quanto sia importante il linguaggio sotto ogni aspetto e
quanto il suo potere, oggi e sempre, venga sfruttato da chi il potere
lo cerca o lo detiene.
Scritto
nel 2010,
il saggio punta sovente il dito contro Silvio Berlusconi, allora
Presidente del Consiglio: da Mills a Previti, passando per i tanti
slogan escogitati da Forza Italia prima e dal Popolo delle Libertà
poi (già i nomi scelti sono un chiaro esempio di uso delle parole…),
Carofiglio, il cui schieramento politico è noto, ha gioco facile potendo riportare fatti e sentenze reali.
Anch’io sono di sinistra, così a
sinistra che al confronto Carofiglio sembra essere di destra… Il
sentimento più tenero che ho provato nei confronti di Berlusconi
durante i suoi anni di potere è stato l’imbarazzo. Ma Berlusconi
ormai è finito, sorpassato e con lui potrebbe diventare
anacronistico anche questo libro se non fosse che le parole in
politica vengono manomesse ancora di più rispetto a dieci anni fa. O
forse è solo diventato più facile manomettere i neuroni della gente.
Reading
Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di
febbraio "un libro che hai in wish list da più di un anno"