venerdì 28 febbraio 2020

"La manomissione delle parole", Gianrico Carofiglio


L’avvocato Guido Guerrieri, protagonista di una delle serie di Carofiglio, frequenta una libreria notturna barese. In “Ragionevoli dubbi” Guerrieri vede il libraio leggere “La manomissione delle parole”. Carofiglio racconta che in seguito molti lettori gli hanno chiesto informazioni su quel libro, che nel romanzo innesca un dialogo stimolante fra i due personaggi di fantasia, riscontrando sempre molta delusione all’ammissione che anche il libro era inventato.
E così dopo quattro anni il buon Gianrico genialmente ha colmato questa lacuna.

Il vero “La manomissione delle parole” è uno dei suoi saggi (il primo che leggo) ed è composto principalmente da due parti.

Nella prima vengono analizzate, direi spiegate, alcune parole fondamentali per il vivere civile: libertà, democrazia, vergogna, giustizia, ribellione, bellezza e scelta. Carofiglio si avvale di tantissime citazioni: Platone, Aristotele, Dante, Goethe, Levi, Calvino, Gramsci, Bob Dylan, ecc, ecc...

Nella seconda Carofiglio, ex magistrato, denuncia l’inutile ricercatezza del linguaggio dei giuristi, evidenziando le caratteristiche comuni con quello dei politici e paragonandoli con l’immediatezza e la semplicità del modo in cui è stata scritta la Costituzione Italiana.

Palesemente l’abisso culturale che mi separa da Carofiglio fa sì che l’interpretazione che diamo al concetto di scrittura semplice sia immensamente diversa. Questo volume per me non è stato una lettura facile, ma credo di aver capito tutto e di condividere quasi tutto. Del resto bastano un’intelligenza e un sapere nella media per comprendere quanto sia importante il linguaggio sotto ogni aspetto e quanto il suo potere, oggi e sempre, venga sfruttato da chi il potere lo cerca o lo detiene.

Scritto nel 2010, il saggio punta sovente il dito contro Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio: da Mills a Previti, passando per i tanti slogan escogitati da Forza Italia prima e dal Popolo delle Libertà poi (già i nomi scelti sono un chiaro esempio di uso delle parole…), Carofiglio, il cui schieramento politico è noto, ha gioco facile potendo riportare fatti e sentenze reali.

Anch’io sono di sinistra, così a sinistra che al confronto Carofiglio sembra essere di destra… Il sentimento più tenero che ho provato nei confronti di Berlusconi durante i suoi anni di potere è stato l’imbarazzo. Ma Berlusconi ormai è finito, sorpassato e con lui potrebbe diventare anacronistico anche questo libro se non fosse che le parole in politica vengono manomesse ancora di più rispetto a dieci anni fa. O forse è solo diventato più facile manomettere i neuroni della gente.

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di febbraio "un libro che hai in wish list da più di un anno"