sabato 25 febbraio 2023

"Madame Claudel è in un mare di guai", Aurélie Valognes

 

Ferdinand Brun ha 83 anni e da tre vive nell'appartamento 1A all'8 di Rue Bonaparte in una "cittadina tranquilla" di una zona non precisata della Francia. E lui in quella casa ci vivrebbe benissimo insieme alla sua amata Deasy, una femmina di alano di sette anni, se solo non esistessero i vicini di casa e l'odiosa portinaia.
Ferdinand non è mai stato una persona di compagnia e il suo brutto carattere è peggiorato quando la moglie lo ha lasciato per il postino, per giunta italiano! E Marion, la figlia, si è trasferita per lavoro addirittura a Singapore, portandosi dietro il suo unico nipote!
Ma la solitudine dell'uomo diventa assoluta quando Deasy muore investita da un camion. Disperato cerca di emularla buttandosi sotto a un autobus, ma alla sua età è complicato agire in fretta e tutto ciò che ottiene è una botta alla mandibola, un ricovero in ospedale e la minaccia della figlia di chiuderlo in una casa di riposo.
L'aiuto, non richiesto e insperato, gli arriverà da due inquiline della palazzina: la piccola Juliette, una bambina di dieci anni, e da Madame Claudel, che ne ha qualcuno in più: 92.

Era da tanto che non lo scrivevo: ecco un libro che di bello ha solo la copertina!

Aurélie Valognes, francese classe 1983, lo ha scritto e autopubblicato nel 2014, quando per lavoro viveva a Milano. La spinta dei book blogger francesi e il passaparola ne hanno decretato il successo, tanto che due anni più tardi era già stato pubblicato in quindici Paesi.
Da quel momento l'autrice ha scritto un romanzo all'anno, ma soltanto altri due sono stati già tradotti in italiano. Li avevo in wish list con questo, ma li ho appena eliminati.
Leggendo le trame ho notato molte similitudini con questo, storie di buoni sentimenti con alla base il confronto fra persone di generazioni molto distanti fra loro, dove l'altruismo e la bontà trionfano su sentimenti e stati d'animo negativi in un tripudio di serenità e pace per tutti.

Favolette.

Non il mio genere, anche se a volte capita che qualcuna mi conquisti, ma devono essere storie intelligenti, interessanti, per quanto possibile credibili, con una costruzione sensata, mentre questa è proprio bruttina, un'accozzaglia di spunti buttati lì, spesso subito abbandonati e/o mal collegati.

Già il titolo è fuorviante e questa volta non per colpa della traduzione italiana che è sì diversa dal titolo originale ("Mémé dans les orties"), ma che ne ha conservato il (non) senso perché Madame Claudel non è la protagonista e non si trova mai in un mare di guai (o in mezzo alle ortiche).

Il protagonista assoluto è lui, il burbero Ferdinand, che sembra essere nato dalla penna di un genovese, non di una francese!

"Le persone sono incredibili, prendono anche il minimo sorriso per un invito a chiacchierare"

"Il campanello è una doppia fregatura: pago la corrente per farmi disturbare"

Adorabile ^^

Chiaramente, vista l'impronta del romanzo, la sua scontrosità è frutto delle amarezze della vita e ben vengano i libri che portano a riflettere sulla solitudine degli anziani, ma ce ne sono tanti migliori di questo.

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