giovedì 29 agosto 2024

"Mezzanotte alla libreria delle grandi idee", Matthew Sullivan

 

Denver (Colorado), inverno di un anno non precisato. Lydia ha appena compiuto 30 anni e da sei lavora alla Grandi Idee, una libreria disposta su tre piani aperta anche di sera. Un punto di riferimento per gli abitanti della zona, compresi gli emarginati che fra gli scaffali riescono a trovare un po' di calore, sia fisico che umano.
Ma quello che, invece, Lydia trova un venerdì sera al secondo piano è orribile: Joey, uno dei "topi da libreria", un diciannovenne schivo e taciturno, si è impiccato. Tirando giù il corpo con l'aiuto di un collega, Lydia vede spuntare una foto dalla tasca dei jeans del ragazzo. Una foto che ritrae tre bambini ed evidentemente scattata il giorno del decimo compleanno della festeggiata al centro, ripresa mentre soffia sulle candeline sulla torta. E quella bambina è proprio lei, Lydia!
Un vortice la risucchia nel passato, riportandola alla strage che poco tempo dopo quel giorno aveva colpito l'altra bambina nella foto cambiando per sempre anche la sua vita.

Romanzo scritto nel 2017, opera prima e, ancora per poco, unica di Sullivan 
(vedo che Amazon USA indica il 15 aprile del prossimo anno come data di uscita del suo secondo titolo, "Midnight in Soap Lake"), stazionava all'interno del mio Kindle da circa quattro anni continuando a respingermi senza una ragione particolare, finché la traccia di agosto della Reading Challenge che chiedeva di leggere libri con la parola "libreria" nel titolo ha messo a tacere le mie oscure reticenze.

E dire che ai tempi dell'uscita in Italia ne avevo sentito parlare bene, anche benissimo, mentre per me è stata una lettura piuttosto deludente. Mi è piaciuto solo il cold case: se i fatti accaduti vent'anni prima fossero stati la storia portante del libro mi avrebbe senz'altro appassionata, ma la vicenda inizia con la morte di Joey e si concentra all'infinito sui messaggi che ha nascosto in alcuni libri e sugli sforzi di Lydia per decifrarli. Uno stratagemma teso a rendere originale il libro, ma che diventa presto snervante a causa delle descrizioni lunghe e ripetitive, e irritante quando, a storia svelata, ci si rende conto che a mettere la protagonista sulla pista giusta non sono stati i messaggi, ma un altro piccolo dettaglio.

Ciò che rende piatto il romanzo è però lo stile, adatto a un Young Adult (cosa che non è), ma penalizzante per quello che invece è (o dovrebbe essere) un thriller, che si presenta carente nei dialoghi, spesso noioso e privo di suspense. 

La cosa più bella è senza dubbio
 la copertina del libro in lingua originale, decisamente più accattivante della nostra:


Reading Challenge 2024, traccia di agosto: libri con la parola libreria nel titolo