domenica 18 agosto 2024

"Verso Nord", Willy Vlautin

 

Reno (Nevada), un anno non precisato. Allison Johnson arriva in città in piena notte: ha 22 anni, 300$, una seria dipendenza dall'alcool, una piccola svastica tatuata sui lombi ed è incinta di tre mesi. Se n'è andata da Las Vegas perché non voleva fare sapere della gravidanza alla madre, alla sorella e, soprattutto, a Jimmy. Era stato lui a farla tatuare da un amico ed era stato lui a ingravidarla non usando il preservativo: in entrambi i casi lei era troppo ubriaca per rendersi conto di cosa stava succedendo e per reagire.
Ma in realtà se anche non fosse stata così stordita non sarebbe cambiato nulla perché Allison ha una stima personale così bassa da credere di meritare tutto quello che le succede e spesso il marcio se lo va a cercare.

Dopo aver letto a maggio il romanzo d'esordio di Vlautin, "Motel Life", e capendo di aver scoperto un autore eccezionale, avevo pensato di centellinare gli altri sui titoli perché sono pochi (per ora soltanto sei in totale), ma la speranza di veder confermata la prima impressione ha vinto.

Scritto nel 2008 (quindi a due anni di distanza dal primo), "Verso Nord" è altrettanto bello e struggente, davvero non saprei scegliere quale dei due mi sia piaciuto di più!

Ci sono delle analogie fra i due romanzi.
La città di ambientazione, Reno, che è anche il luogo di nascita dell'autore.
Un padre che abbandona la famiglia quando i figli sono ancora piccoli.
La compensazione materna che viene a mancare, anche se per ragioni completamente diverse: mentre quella dei fratelli Flannigan muore di cancro quando sono adolescenti, quella delle sorelle Johnson vive, ma non è in grado di aiutare neppure se stessa.

E queste situazioni complicate sono la miccia per le esistenze degradate, costellate da situazioni squallide, tristi e deprimenti che Vlautin racconta.

Le 224 pagine sono caratterizzate da un livello di disagio altissimo che, di nuovo, porta a provare sincero affetto per la protagonista, una giovane ragazza che avrebbe potuto avere un'esistenza del tutto normale se fosse cresciuta in un contesto più sano ed equilibrato, mentre le circostanze della vita hanno fatto di lei una fragile sbandata che cerca conforto nell'autolesionismo e in Paul Newman.

"È triste da ammettere, ma lui probabilmente è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Tutte le volte che sono preoccupata o in ansia, penso a lui. A volte non è facile farlo apparire, ma comunque lui compare quasi sempre."

Reading Challenge 2024, traccia stagionale crucipuzzle, estate: hotel nel testo