sabato 3 agosto 2024

"Una famiglia moderna", Helga Flatland



«Entrambi sentiamo che si è esaurito tutto, che ognuno dei due ha avuto dall’altro – e da questo matrimonio – tutto ciò che poteva prendere. Non vediamo più alcun futuro insieme»
Litorale laziale, 15 aprile 2016. Sono queste le parole che tre fratelli norvegesi - due donne e un uomo - sentono pronunciare dal proprio padre durante la cena organizzata per il suo settantesimo compleanno. Sono insolite le separazioni nella terza età, dopo una vita trascorsa insieme, e l'età adulta non risparmia ai figli il dispiacere e il trauma del vedere andare in pezzi quella solidità data per scontata da decenni. Helga Flatland è nata nel 1984 in un piccolo villaggio della Norvegia meridionale quasi omonimo del suo cognome, Flatdal. Già autrice di una trilogia che ha per protagonisti tre soldati norvegesi stanziati in Afghanistan e di un paio di libri per bambini, ha pubblicato questo romanzo nel 2017 vincendo il premio annualmente assegnato dai librai norvegesi.
Da noi è arrivato a luglio di due anni fa e ricordo le lamentele che giravano in rete a causa di alcune affermazioni poco felici nei confronti di noi italiani in cui si va a impattare nel primo capitolo. La famiglia al gran completo si è regalata una settimana in Italia per festeggiare il compleanno di Sverre e il libro comincia mentre stanno per atterrare a Fiumicino quando Liv, la prima voce narrante, guardando dal finestrino pensa "che, nel paese sotto di noi, più di metà della popolazione trova normalissimo picchiare i bambini". Proseguendo veniamo etichettati come "graziosi italianucci" in relazione ai tavoli e alle sedie dei ristoranti inadatti alle dimensioni dei norvegesi. Ovviamente le famiglie italiane presenti nel locale si abbuffano, gesticolano e parlano a voce alta. E poco oltre compare anche una vecchia vestita di nero seduta davanti alla propria casa a fare niente. Purtroppo nulla di tutto ciò è privo di infondatezza, ma i pregiudizi e le generalizzazioni della Flatland sono irritanti. Per fortuna la vacanza italiana dei cari norvegesoni dura poco e la lettura prosegue piacevolmente grazie alla scrittura fluida dell'autrice e alla struttura che porta a scoprire - nell'arco di due anni - i modi (differenti) in cui reagiscono e si adattano i tre fratelli alla separazione degli anziani genitori, ma anche la ricostruzione delle dinamiche familiari da quando erano bambini fino al presente. Liv, Ellen e Håkon - che nel 2016 hanno rispettivamente 40, 38 e 30 anni - sono le voci narranti dei capitoli che li riguardano (il primo e il terzo per Liv, il secondo e il quarto per Ellen, l'ultimo per Håkon).
E di moderno in questa famiglia c'è davvero poco: volendo seguire la Flatland lungo il sentiero dei luoghi comuni, questa è una famiglia molto più italiana che norvegese! Tradizionalista all'estremo, con al centro un padre che tutti hanno posto sul piedistallo, una madre che ha dedicato l'intera esistenza al marito e ai figli, questi tre alla perenne ricerca dell'approvazione del genitore maschio, le due figlie costantemente in contrasto con la madre e il figlio mammone. E ancora, una figlia che ha riprodotto la famiglia di origine in quella che ha formato con il marito, l'altra alle prese con il ticchettio dell'orologio biologico e il maschio che si scotterà rendendosi conto di quanto fossero relativi tutti i suoi proclami sull'amore libero.
Mi è anche venuto il dubbio che l'aggettivo del titolo sia stato scelto ironicamente perché di sicuro non c'è nulla dell'emancipazione che ci si aspetta da un popolo nord europeo, ma - al di là della latitudine - non è normale cercare ancora il consenso genitoriale da adulti come succede a questi personaggi, tutti privi indipendenza emotiva, non solo Liv, come si legge.

Fra una perplessità e l'altra, è comunque un libro godibile che coinvolge il giusto. L'anno scorso è stato tradotto anche il romanzo successivo dell'autrice, "Fino alla fine", che leggerò senz'altro, sperando che la Flatland abbia preso di mira qualche altra nazione ^^

Turismo di immagini: l'arcipelago dove sorge Lillesand, la località dove la famiglia possiede la casa delle vacanze.


Reading Challenge 2024, traccia vagabonda agosto: Norvegia