mercoledì 11 settembre 2024

"Una festa in nero", Alice Basso

 

Torino, novembre 1935. Sono passati tredici anni dalla marcia su Roma e ormai solo gli stolti possono non accorgersi dei soprusi del fascismo. Anita e Sebastiano non sono stolti, né tanto meno fascisti. Sono consapevoli di quello che sta succedendo e continuano, nel loro piccolo, a manifestare il proprio dissenso raccontando i fatti di cui sono testimoni nei racconti che lui scrive per "Saturnalia" firmandosi J.D. Smith e spacciandoli come vicende d'oltre oceano.
Ma tutto sta per cambiare e dovranno prendere una decisione drastica, quanto dolorosa.

Pubblicato ad aprile, "Una festa in nero" è il quinto e ultimo titolo della serie con protagonista Anita Bo. Come con Vani Sarca, apprezzo la scelta di Alice Basso di limitarsi a un numero ridotto di libri, perché se da un lato dispiace sempre dire addio a un personaggio caro, dall'altro le serie infinite diventano inevitabilmente ripetitive (vedi Linda Castillo).

Questo è anche il migliore della serie: i quattro romanzi precedenti ("Il morso della vipera", "Il grido della rosa", "Una stella senza luce" e "Le aquile della notte") peccano di superficialità nel descrivere la vita quotidiana di quegli anni. Questo è più realistico, evidenzia pericoli e rischi degli oppositori al regime e con l'OVRA viene finalmente evidenziato come in uno stato totalitario manchi la libertà.

"La loro prassi è questa: se pensano che tu possa essergli utile, ti propongono di unirti a loro; se però rifiuti, immediatamente si chiedono perché, visto che stare dalla loro sarebbe immensamente più conveniente; e se già prima ti sorvegliavano per capire se e quanto fossi buono per loro, a quel punto, insospettiti, ti sorvegliano ancora di più, però stavolta a caccia di colpe per cui poterti ricattare o denunciare."
La Basso, come sempre, è accurata nell'inserimento di fatti e date, peccato che si tratti solo di accenni e io mi chiedo in quanti leggendo "fino a quando le cose sono precipitate, fin dopo l'8 settembre" non sappiano cosa sia successo in Italia quel giorno. Ma ha comunque chiuso bene il cerchio, avrei preferito un finale coraggioso, ma mi ha commossa e, siccome non mi succede spesso, mi è piaciuto.
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