sabato 27 luglio 2019

"La donna dei fiori di carta", Donato Carrisi



Notte fra il 14 e il 15 aprile 1912, oceano Atlantico. Il Titanic sta affondando, ma un uomo - anzichè cercare un posto su una delle poche scialuppe di salvataggio - sceglie di aspettare l'inevitabile morte fumando un sigaro. Sembra soddisfatto.
Notte fra il 14 e 15 aprile 1916, monte Fumo, confine italo-austriaco. Nel pieno della Grande Guerra, uno strano rapporto si crea fra due uomini, un prigioniero italiano senza nome e un medico di guerra austriaco. Il primo verrà fucilato all'alba e il secondo per evitarlo deve convincerlo a dirgli qual è il suo nome e, soprattutto, qual è il suo grado.
Invece il prigioniero gli fa tre domande: Chi è Guznam? Chi sono io? E chi era l'uomo che fumava sul Titanic?

A rovinarmi il gusto di questa lettura è stato il genere con cui è stata classificata: thriller su IBS, addirittura thriller con suspense su Amazon! Ho così aspettato fino alla fine la svolta thriller che, invece, non c'è stata. Non sono d'accordo neppure con Carrisi che nelle note lo definisce un noir. Secondo me il genere calzante è quello dell'accogliente "narrativa contemporanea": se on-line avessi letto questo mi sarei goduta la storia per il buon esercizio di stile che è, senza attese particolari.

Alla fine ciò che ricorderò con piacere di questo romanzo saranno soltanto due affermazioni.
Un pensiero che Carrisi attribuisce al protagonista: "Pensò a quanto fosse bizzarro che gli uomini - le uniche creature in natura a possedere la consapevolezza del dono della vita - da sempre cercassero nuovi modi per uccidersi a vicenda".
E un suo pensiero che esterna nelle suddette note: "Ciò che nuoce gravemente alla salute dei benpensanti è la libertà degli altri".

Però quando John Grisham abbandona il genere thriller per un altro è molto più capace e convincente di lui.

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di luglio. Lo collego a "Rapsodia francese" perchè gli autori sono entrambi uomini