Londra... giorni nostri? Avrei iniziato così, ma la sinossi parla di "una Londra appena spostata nel futuro" (ma non ho capito in base a cosa).
Sia come sia, Kurt O'Reilly, madre marchigiana e padre irlandese, ha 30 anni, tifa per l'Arsenal (pur essendo nato a Leicester), ha un ottimo lavoro dirigenziale nell'ambito della statistica, un bel matrimonio e in generale una vita soddisfacente. L'unico suo problema è che da circa tre mesi e mezzo la sua vita è diventata troppo soddisfacente. Troppo fortunata.
Tutto quello che lo riguarda gira incredibilmente per il verso giusto, dalla corsa omaggio del taxista prossimo alla pensione al ritrovarsi a vestire i panni dell'eroe in situazioni ad alto rischio, con sostanziose ricompense da parte del Governo.
Mentre tanti si godrebbero la buona sorte senza porsi troppe domande, Kurt vuole capire cosa o chi si nasconde dietro a questo fantasmagorico karma...
Fabio Bacà, classe 1992, è adesso l'autore più giovane che abbia mai letto. Una lettura deludente e credo che tale delusione sia stata la conseguenza dell'averne sentito parlare con tanta magnificenza: definito da molti un capolavoro, al punto che Adelphi è tornata a pubblicare un esordiente dopo la bellezza di 35 anni (Aldo Busi), io do un giudizio che sicuramente serve solo a mettere in luce i miei enormi limiti di lettrice.
Una piacevole lettura da ombrellone (però scritta benissimo).
Proprio in questi giorni ho guardato un video di Marco Cantoni, La trama non è importante, venti minuti interessantissimi e dotti, come tutti i video di questo ragazzo, dove spiega perchè lo stile è più importante della trama.
Non mi ci metto nemmeno a dire di non essere d'accordo: non ho la sua cultura e neppure i suoi gusti. Lui stesso afferma che nei thriller la trama è fondamentale. Poi parla di letteratura, più che di lettura, di postmodernismo, ecc, tutte cose al di fuori della mia portata.
Di sicuro, per me, la trama è importante e lo è anche in un libro diverso dal genere thriller, come questo. A riconoscere la bravura dell'autore, la proprietà di linguaggio che ha (è sicuramente il libro in cui ho dovuto pigiare più volte sullo schermo del Kindle per attivare il dizionario) e lo stile particolare, ci arrivo anch'io, ma tutto ciò non è bastato a farmi piacere davvero il libro.
Intanto, nonostante io non sia certo nazionalista, non mi è piaciuta la scelta di ambientare la storia a Londra: Bacà, sei nato a San Benedetto del Tronto... guarda che tutto quello che hai raccontato avresti potuto benissimo farlo accadere a Milano...
Dettaglio a parte, la storia mi ha incuriosita e divertita (ma, visti gli elogi all'autore, mi aspettavo un umorismo molto più fine, particolare e intelligente) più o meno fino a metà del testo (breve, 225 pagine), poi la buona idea di base si è persa in sciocchezze, con un finale un po' troppo sdolcinato per un protagonista così irriverente.