giovedì 11 luglio 2019

"La piccola libreria dei cuori solitari", Annie Darling


Londra, 2014. Posy Morland ha 28 anni quando alla morte di Lavinia, la proprietaria, eredita Bookends. Era stata la madre di Lavinia nel 1912 ad aprire la libreria, facendone un punto di ritrovo storico per lettori, scrittori ed editori, un successo che è andato via via ridimensionandosi con l'avvento del digitale.
Posy, per scongiurare il fallimento, decide di rilanciare il locale facendone una libreria esclusiva di romanzi rosa, che abbraccino tutte le epoche e tutte le tematiche, dall'epoca vittoriana agli erotici.
Un salto nel buio che la spaventa, perchè non si tratta solo della sua vita, ma anche di quella dei tre dipendenti della libreria e, soprattutto, di Samuel, il fratello quindicenne di cui è tutrice da quando, sette anni prima, i loro genitori sono tragicamente morti in un incidente d'auto.
E a complicare la già difficile situazione c'è Sebastian, il bellissimo, ma odiosissimo nipote di Lavinia che, in quanto esecutore testamentario della nonna, è convinto di poter avere voce in capitolo sul futuro della libreria e, secondo lui, l'arma vincente è trasformarla in una rivendita di soli gialli!
Per fortuna Posy ha la sua valvola di sfogo nella scrittura. Ma perchè ha dato proprio il suo nome e quello di Sebastian al romanzo in stile Regency che sta scrivendo? 

Ad attrarmi di questo romanzo sono state la copertina e l'ambientazione in un libreria, ma a lettura ultimata, purtroppo, l'immagine della tazza posata sui tre libri è per me l'unica cosa bella del libro.
Sicuramente non sono abbastanza romantica per poter apprezzare una storia così sdolcinata, ma è davvero stupidina e troppo, troppo scontata!

Lo stile è semplice, ma scorrevole, però non emoziona: anche se non sono il mio genere preferito, ci sono stati romanzi rosa capaci di coinvolgermi e toccarmi dentro, mentre questo è davvero poco stimolante, il brivido maggiore l'ho avuto quando Posy ammette di cucinare due-tre volte alla settimana la pasta al pesto, quando tutti sanno che più ci si allontana da Genova-Prà, più il pesto è immangiabile!

Ma il difetto principale del libro è la stereotipizzazione dei personaggi, tutti, soprattutto i due principali: Posy - sfortunata, dolce, bisognosa d'amore, ma quasi casta, impedita con la teconologia e imbranata con il bricolage tipicamente maschile - e Sebastian, bello e dannato, ricco e sfrontato, sciupafemmine (fin qui una grandissima scopiazzatura di Hugh Grant nei panni di Daniel Cleaver ne "Il diario di Bridget Jones"), ma destinato a sciogliersi come uno zuccherino (e qui abbiamo la trasformazione in Colin Firth nei panni di Mark Darcy).

Il dramma: aver già comprato il seguito, tentata da un'offerta combo... Quando essere genovese diventa uno svantaggio ^^

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di luglio. Lo collego a "I love shopping a Venezia" perchè lo shopping più bello lo facciamo in libreria