Parigi, 1983. Gli Hologramme sono una delle tante band di ventenni che si esercitano in uno degli altrettanti garage, scantinati, ecc, sparsi per il mondo sperando nella grande occasione e che per questo, grazie al loro "produttore" - JBM - inviano una demo di cinque pezzi alla maggiore casa discografica francese.
Parigi, 2016. Sono passati 33 anni, la grande occasione non è mai arrivata, il gruppo si è sciolto e ciascuno dei componenti ha preso la sua strada: la cantante, Bérengère Leroy, è tornata in Borgogna ed è subentrata ai genitori nella conduzione del Relais di famiglia; il bassista, Sebéstien Vaugan, si è recentemente dato alla politica diventanto il leader (il comandante...) di un gruppo di estrema destra che ha come slogan "alla destra della destra"; il tastierista, Frédéric Lejeune, si è trasferito da molti anni in Thailandia e detesta la Francia e i francesi; il batterista, Stan Lepelle, ha sfondato, sì, ma come artista contemporaneo, isterico al punto giusto; JBM è diventato uno degli uomini d'affari più potenti di Francia e c'è addirittura chi vorrebbe lui all'Eliseo...
Ed infine il chitarrista, Alain Massoulier: lui della gioventù, oltre al sogno infranto della musica, ha anche quello dell'amore mai corrisposto per la bella Bérengère, all'epoca fidanzata di JBM. Alla fine si è rassegnato a seguire le orme del padre e a 53 anni è un borghese medico di famiglia, con una moglie che lo tradisce e i figli già grandi e lontani.
E sarà lui a ricevere la risposta affermativa dalla casa discografica, una lettera che avrebbe potuto cambiare completamente in corso della sua vita se solo non fosse arrivata con 33 anni di ritardo!
Dopo la beltà de "La donna dal taccuino rosso" letto lo scorso anno, un altro breve romanzo di questo autore francese che meriterebbe molta più fama di quanta ne abbia, per lo meno in Italia.
La sinossi, oltre ad alcuni evitabili spoiler (consiglio di leggerla solo a romanzo ultimato: va bene che non si tratta di un thriller e non viene svelato il nome dell'assassino che non c'è, ma rivela comunque troppi dettagli importanti), dà una perfetta descrizione del romanzo: "corale, leggero e solare".
In poco meno di duecento pagine, Laurain, con uno stile fresco e piacevolissimo, riesce a descrivere perfettamente il passato e il presente di ogni personaggio, dando alla storia un bello sviluppo logico e facendo ripensare agli anni '80 con un pizzico di nostalgia anche me, che di quel periodo ho detestato quasi tutto.