lunedì 9 dicembre 2019

"Costretta al silenzio", Linda Castillo


Ohio (Stati Uniti), anni 1993-95. Painters Mill è un piccolo centro di appena 5.300 abitanti, di cui un terzo Amish. Kate Burkholder è una di loro e ha 14 anni quando la cittadina viene sconvolta dall’uccisione di tre ragazze per mano di un serial killer. Gli omicidi cessano all’improvviso, così come erano iniziati, solo Kate e la sua famiglia sanno perché.
Quello che Kate non capisce è come possano riprendere 16 anni dopo. In quel lasso di tempo lei è diventata adulta, ha lasciato gli Amish, si è trasferita a Columbus, è diventata poliziotto ed è tornata a Painters Mill da due anni come capo della polizia locale.
Tocca quindi proprio a lei indagare per scoprire chi si nasconda dietro all’omicidio di altre tre giovani. Il modus operandi è lo stesso del “macellaio” di 16 anni prima, ma lei sa che deve trattarsi per forza di un emulatore…

Primo romanzo di una serie di tredici (alcuni però sono racconti) che ha come protagonista Kate Burkholder. Un thriller vecchio stile, sia per il tipo di crimini che per la modalità delle indagini, tanto che quando a metà lettura mi è venuta la curiosità di cercare l’anno di pubblicazione mi sono stupita nel leggere 2009: dimostra una ventina di anni in più.

Ma non per questo mi è dispiaciuto, anzi: probabilmente averlo letto contemporaneamente a quella stupidaggine de “Il gatto che scoprì il Natale” ha fatto aumentare il piacere che ogni volta provavo nel tornare a immergermi nelle vicende dell’Ohio, ma – pur non essendo un thriller né particolarmente originale né carico di suspense – è comunque una storia ben costruita e sufficientemente coinvolgente, con uno stile semplice e scorrevole, raccontata per lo più in prima persona da Kate e parzialmente in terza quando le azioni vedono come protagonisti altri personaggi. Personaggi parecchio stereotipati, ma che non stonano nella semplicità generale dell’opera.
Ed è uno di quei thriller dove il lettore a un certo punto sa più dell’investigatore, stratagemma narrativo che non amo, ma anche questo dettaglio è coerente con lo stile del romanzo.

La marcia in più è l’ambientazione, questo contesto rurale reso ovattato dalla stagione invernale e dalla neve che mi ha fatto rivivere gli scenari del Minnesota delle tre stagioni di “Fargo”.

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di dicembre. Lo collego a "Non chiudere gli occhi" perchè sono dello stesso genere