domenica 8 dicembre 2019

"Non chiudere gli occhi", Mary Higgins Clark e Alafair Burke


Fairfield (Connecticut), giorni nostri. Katherine "Casey" Carter ha quarant’anni quando viene scarcerata dopo aver scontato una condanna di 15 per l’omicidio di Hunter Releigh III, suo fidanzato e futuro sposo. Ad attenderla le uniche due persone che le sono rimaste accanto durante la detenzione: la madre Paula e la cugina Angela.
Ed entrambe non condividono la richiesta che Casey fa a Laurie Moran, la produttrice di “Under Suspicion”: quella di fare della sua vicenda la nuova puntata della trasmissione. Laurie è perplessa, non si tratta di un caso irrisolto come quelli che ha precedentemente trattato. Un tribunale ha già individuato il colpevole e lo ha già condannato. Ma capisce anche il bisogno che ha Casey, che da sempre si dichiara innocente, di cercare il vero assassino per riabilitare il suo nome.

Quarto romanzo della serie con protagonista Laurie e terzo firmato anche da Alafair Burke: nell’intervallo fra questa lettura e i due precedenti scritti a quattro mani, “Così immobile fra le mie braccia” e “La sposa era vestita di bianco”, ho letto l’opera prima della Burke, “La ragazza nel parco”, che mi ha confermato l’idea che avevo. I libri di questa serie sono scritti da Mary Higgins Clark, magari la Burke darà un contributo a livello di idee, ma lo stile di scrittura è quello solito della vecchia Mary.

Lo stile e la storia: i libri dell’autrice sono tutti molto simili fra loro (e comunque continuo ad amarli), soprattutto quelli di questa serie che – basandosi sulla trasmissione televisiva di cui Laurie è produttrice – hanno tutti la stessa identica struttura: presentazione del cold case al lettore con relativi personaggi, individuazione dei possibili partecipanti alla trasmissione, allestimento delle interviste/interrogatori, colpi di scena vari fino al trionfo della verità.

Tutto banale e scontato, sì, compresi i personaggi descritti, immancabilmente da jet set, e devo ammettere che arrivata al quarantottesimo libro di Mary Higgins Clark comincio un po’ ad accusare la ripetitività. E il conoscerla troppo bene mi ha portata a pensare che quello/a potesse essere il/la vero/a colpevole fin dalla prima apparizione del personaggio, come poi in effetti era.

Ma non perdo di vista un altro numero importante: 92, i suoi anni. So già che mi mancherà tantissimo il suo stile anche perché, pur non eccellendo in originalità, i suoi libri sono i soli che riescono sempre a coinvolgermi già dalla prima frase.
 
Reading Challenge 2019: per questo testo uso il bonus casata che noi Lost in Austen ci siamo aggiudicate a novembre