martedì 3 dicembre 2019

"Ricordo di Natale", Truman Capote


Alabama (Stati Uniti), anni del proibizionismo. Buddy e Sooky sono lontani cugini e, nonostante la grandissima differenza di età, sono amici per la pelle. Sette anni lui, più di sessanta lei. Il bambino, figlio di divorziati, è stato affidato dai genitori a dei parenti che non si prendono cura di lui e che gli si rivolgono sempre con rabbia. Lei, una donna cresciuta solo fisicamente, subisce lo stesso trattamento.
Ma insieme, grazie anche alla compagnia della cagnolina Queenie, riescono a trarre gioia e conforto anche dalle piccole cose, come preparare una trentina di panfrutto da spedire agli amici per Natale, scegliere un albero e addobbarlo con decorazioni disegnate da loro e costruire uno per l’altra il regalo che si scambieranno la mattina del 25.

Breve racconto autobiografico scritto da Capote nel 1956, un ricordo tenero e commovente, dove il Natale è solo un pretesto per raccontare il vero protagonista, cioè questo rapporto di amicizia unico e particolare.

A sessant'anni di distanza potrebbe diventare una bella storia contro il materialismo: la povertà e la solitudine non lasciano la libertà di scegliere se essere vittime del consumismo e io, da non credente, posso solo sogghignare per la commercialità del Natale, ma che le cose importanti siano altre vale per chiunque ogni giorno dell’anno.

Sono comprese le illustrazioni di Beth Peck, in bianco e nero sul Kindle, ma che sono riuscita a vedere a colori sul cellulare grazie alla app Moon Reader: talmente belle da voler comprare il librino per averle su carta. Giusto a proposito dell’essere materialista...

Reading Challenge 2019: questo testo risponde alla traccia casata di dicembre "un libro con la parola Natale nel titolo"