New
York, giorni nostri. Michael Carter è uno dei tanti avvocati alle
dipendenze di REL News, una delle maggiori reti televisive del Paese,
con quindici filiali nel mondo e ormai prossima a essere quotata in
Borsa. Quando una giovane dipendente lo sceglie per denunciare di
essere stata molestata sessualmente dal volto di punta
dell’emittente, con tanto di prove registrate, Carter capisce che
il colosso ha un problema enorme da affrontare, un problema che per
lui può rappresentare la grande occasione per farsi notare dai
vertici e dare una svolta alla sua vita.
Due
anni dopo anche Gina Kane, affermata giornalista d’inchiesta,
intuisce che potrebbe esserci qualcosa di veramente grosso dietro
l’e-mail in cui chi ha scritto sostiene di aver avuto una "terribile
esperienza" con uno dei suoi superiori a REL News. Deve assolutamente
riuscire a risalire al mittente, il lui o la lei che ha firmato il
messaggio come Cryan…
La
mia amata Mary Higgins Clark è mancata il 31 gennaio scorso: data
l’età (era nata nel 1927) non è certo stata una sorpresa e tutto
sommato non lo è stata nemmeno l’uscita di un suo romanzo postumo.
Vista la sua prolificità era prevedibile che avesse ancora un
romanzo (o più?) ancora chiuso nel cassetto, ma sinceramente da diversi anni ho il dubbio che le opere
non siano state scritte completamente di suo pugno:
Piero Angela è un chiaro esempio di come il cervello possa
invecchiare molto più lentamente dell’età anagrafica, però i
titoli pubblicati a quattro mani con Alafair Burke, il fatto che
abbia una figlia scrittrice e il ringraziamento al figlio Dave “che
ha lavorato con me parola per parola fino alla fine”, non mi fanno
sentire troppo malpensante, soprattutto perché non ci vedo nulla di
male nell’appoggiare una persona anziana e se qualcuno l’ha
davvero aiutata nel mettere nero su bianco le sue idee regalandomi il
piacere di leggerle, posso solo esserne felice.
Questa
volta l’impressione di interventi esterni è stata
abbastanza netta. Lo stile è lo stesso di sempre: coinvolgimento
immediato già dal prologo, tantissimi capitoli brevi (110 per 368
pagine) che accelerano il ritmo e spingono a leggerne ancora uno, e
poi un altro e un altro ancora, protagonisti più che benestanti con
ambientazioni e linguaggio raffinati, ma di un genere che può
apprezzare una anziana, ricca signora, ecc, ecc...
Però c’è qualcosa di
diverso: intanto le descrizioni dei protagonisti e dei vari
personaggi sono scarne e limitate alla prima apparizione, mentre in
tutti i libri precedenti era anche irritante il modo in cui venivano descritti nel dettaglio abbigliamento, accessori e
acconciatura dei singoli a ogni cambio di scenario. Poi manca quella
che era una caratteristica tipica dell’autrice che in ogni libro
portava i protagonisti a rendersi conto che gli stava sfuggendo
qualcosa di importante senza riuscire a focalizzare cosa, un
mezzuccio ripetitivo, però capace di creare sempre suspense.
E soprattutto
ho trovato questa storia più dinamica sia nella costruzione
temporale che nella quantità di elementi, e forse anche più
moderna, sensazione che però potrebbe dipendere dal tema di grande
attualità che è MeToo.
Ma
forse queste considerazioni sono in realtà solo la speranza che ci
sia davvero qualcuno in grado di scrivere altri romanzi postumi di Mary
Higgins Clark per poter continuare a leggerla ancora.
Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di giugno "un libro con meno di 400 pagine"