sabato 4 dicembre 2021

"Le ho mai raccontato del vento del Nord", Daniel Glattauer



Vienna (Austria), 15 gennaio di un anno non precisato. Emmi Rothner scrive all'editore della rivista "Like" per disdire l'abbonamento. Non ottenendo un riscontro ne scrive una seconda diciotto giorni dopo e poi una terza dopo altri trentatré. E' solo a quel punto che riceve una risposta, che non è quella che si sarebbe aspettata. A rispondere non è la casa editrice, bensì un privato, Leo Leike: Emmi inserendo una "i" di troppo nell'indirizzo e-mail ha inviato a lui le tre richieste di disdetta.
L'indirizzo resta in memoria, così nove mesi dopo in prossimità delle feste natalizie Leo si trova a ricevere da parte di Emmi una di quelle impersonali e odiose mail di auguri che si mandano (mandavano: ora si inviano le gif via WhatsApp, peggio ancora) solo per abitudine a tutta la rubrica, e di cui tutti faremmo a meno (specialmente noi atei!).
E tutto (o il niente?) fra loro inizia così.

Altro romanzo di cui ricordo il gran parlare che se ne fece al momento dell'uscita, nel 2010, e di cui - adesso che l'ho letto - fatico a capire il grande successo riscosso all'epoca. "Epoca" è una parola che non uso a caso: come la posta elettronica a suo tempo aveva inferto un duro colpo a quella tradizionale, quello che gli SMS prima e WhatsApp poi hanno inflitto alle mail personali è stato addirittura mortale e questo rende il libro anacronistico, nonostante non sia certo così datato.

Patendo abbastanza la non attualità in ciò che leggo, ogni volta mi dico che dovrei privilegiare le ultime uscite editoriali, ma - amando cercare di seguire la cronologia dei libri scritti dagli autori - ad ogni titolo che scelgo di leggere mi ritroverei al centro di una guerra fra forze opposte, se non fosse che il piacere per l'ordine vince prima ancora di scendere in campo e quando poi qualcosa risulta superato diventa un male minore.

Di questo libro l'unica cosa ad essermi piaciuta è il finale, quello che immagino non sia stato gradito dalla maggior parte dei lettori, come credo che i più saranno stati felici per l'uscita del seguito mentre io sono rimansta delusa da questa scoperta (fatta proprio stamattina, dopo aver finito il libro) perchè se in un finale del genere avevo apprezzato (molto) il coraggio dell'autore, sapere dell'esistenza di un seguito (oltre tutto
pubblicato nello stesso anno) mi ha fatto capire che non era coraggio, quanto una gran furbata editoriale. Ma appena se ne presenterà l'occasione (leggi: traccia adatta della Reading Challenge) recupererò senz'altro anche "La settima onda", perchè - nonostante abbia gradito davvero poco questi due protagonisti (lei maleducata, lui arrogante) - la curiosità di vedere cosa (se) succede qualcosa la ho.

In questa prima parte Emmi e Leo portano avanti per più di un anno uno scambio di mail insipido, banale, fastidiosamente e falsamente spiritoso attraverso il quale arrivano incredibilmente a dichiarare di provare un sentimento reciproco. Lei peggio di lui, soprattutto all'inizio, quando continua a cercarlo e a rincorrerlo nonostante il dichiarato disinteresse di lui a incontrarla. Nonostante dei due sia quella impegnata, è lei quella sfrontata, quella allusiva, ma sfrontata e allusiva per modo di dire: il libro è composto interamente da questo fitto scambio di brevissime mail (e viene scandito ogni singolo intervallo di tempo fra una e l'altra, un dettaglio che ha messo a dura prova la mia pazienza) dove i due riescono a comunicare senza parlare di nulla, prima una sfilza di convenevoli banali, poi un continuo tira e molla: ci vediamo/non ci vediamo, continuiamo a sentirci così/chiudiamola lì...

Impiegano quattordici mesi per arrivare a una domanda "erotica" ("Ma lei dorme nuda?")! Giuro che sono più sensuali le mail che scrivo per lavoro alla "simpatica" Nadia dell'ufficio rese!!

Libro anacronistico anche e soprattutto in questo, sembra una corrispondenza di altri tempi, impressione rafforzata anche dall'uso del lei (che poi in tedesco è il loro): poco sensato, poco realistico, zero appassionante.
Una bella idea sviluppata male, ma con un finale che quasi obbliga a compare anche il seguito, quindi commercialmente funzionante. Ma non è questo ciò che deve dare un libro.

PS: anche in questo caso condanno la sinossi che spiattella l'età di lei: il romanzo ha poco pathos, ma se un autore rivela il dettaglio dell'età dei protagonisti quasi in fondo al libro lasciando questo alone di mistero, una casa editrice dovrebbe rispettare e tutelare questa scelta.
            
Reading Challenge 2021: questo testo risponde alla nona traccia annuale, "cinque libri svuota wish list"