sabato 11 marzo 2023

"Il libro degli specchi", Eugen Ovidiu Chirovici

 

New York, gennaio 2015. Quando Peter Katz legge i primi capitoli de "Il libro degli specchi" capisce subito che il lavoro potrebbe interessare a più di una casa editrice. Come agente letterario sa bene che i cold case attraggono molti lettori e in questo caso l'autore, Richard Flynn, assicura che il suo libro chiarirà il mistero di un caso insoluto, quello di Joseph Wieder, docente a Princeton ucciso barbaramente nella notte fra il 21 e il 22 dicembre del 1987.
Richard Flynn, al tempo considerato il principale indiziato, sostiene di aver scoperto soltanto tre mesi prima la verità su quanto accaduto quella notte e di averla raccontata nel libro che adesso propone a Katz.
Ma quando l'agente lo contatta al recapito allegato alla lettera di accompagnamento scopre che l'uomo è ormai entrato nella fase terminale del cancro che di lì a pochi giorni metterà fine alla sua esistenza, senza che abbia modo di svelare dove ha messo il resto del manoscritto.
Katz, pensando che valga la pena di investire sulla vicenda, incarica il giornalista investigativo John Keller di fare qualche ricerca sulla morte del professore e questi prende contatto con Roy Freeman, il detective che aveva seguito il caso nel 1987.

E. O. Chirovici, nato in Transilvania nel 1964 e residente in Inghilterra da diversi anni, aveva già all'attivo una quindicina di polizieschi scritti in rumeno quando, nel 2017, ha pubblicato "The Book of Mirrors", la sua prima opera scritta in inglese. Non so quanto questo abbia influito sullo stile di scrittura, valido, ma piuttosto antiquato, come lo è la caratterizzazione dei personaggi, aspetto che lo penalizza, pur restando un giallo apprezzabile e anche piuttosto originale.

La storia viene raccontata attraverso un prologo, tre parti e un epilogo. Katz è la voce narrante di prologo ed epilogo, Flynn lo è della prima parte, Keller della seconda e Freeman della terza. Il particolare più curioso è che i sei capitoli della prima parte corrispondono ai primi sei de "Il libro degli specchi" che Flynn ha scritto e che propone all'agente letterario.

Ci sono naturalmente altri personaggi, non moltissimi, ma abbastanza da rendere necessario prendere qualche appunto per ricordare successivamente chi ha detto o fatto cosa (ma questo serve soprattutto a chi, come me, tende a confondersi davanti a nomi stranieri).

E' una storia che, quando alla fine si scopre quanto davvero accaduto nel 1987, risulta meno ingarbugliata di quello che sembra mentre la si legge. C'è qualche inutile tortuosità e un paio di punti avrebbero potuto essere sviluppati in modo migliore, in particolare non viene data una motivazione valida per l'interruzione delle indagini all'epoca dei fatti (la polizia sospetta di Flynn, poi succede qualcosa che distoglie l'attenzione da lui, ma quando questo qualcosa si rivela scollegato dalla morte del professore non succede altro, né riprendono in esame la posizione di Flynn né vengono seguite altre piste: non ha senso), però il ritmo è coinvolgente.

Raramente finisco un libro di più di trecento pagine in quattro giorni, ma gli altri due che sto leggendo sono così brutti che questo mi chiamava come se fosse stato un capolavoro!

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