domenica 26 marzo 2023

"Il gioco del male", Angela Marsons

 

Black Country, marzo 2015. Sono trascorsi pochi mesi dalla risoluzione del complicato caso dell'ex istituto Crestwood e quella di Kim Stone è diventata una vera squadra. Ma adesso il sergente Bryant non condivide l'opinione della detective riguardo alla dottoressa Alexandra Thorne. Mentre lui ne è rimasto affascinato, Kim non capisce come la psicologa, nonostante il gran numero di titoli e di riconoscimenti di cui si fregia, non si sia resa conto di quello che stava per succedere: Ruth Willis, una sua paziente, ha ucciso a coltellate l'uomo che cinque anni prima l'aveva brutalmente stuprata. Alex la aveva in cura da tre mesi, cioè da quando la ragazza, non riuscendo a sopportare la scarcerazione dell'uomo per buona condotta, aveva tentato il suicidio, diventando poi un'assassina vendicatrice nell'arco di poche settimane nonostante la terapia.
E quello di Ruth sarà solo il primo caso che porterà le strade delle due donne a incrociarsi.

Nell'estate del 2019 avevo letto con piacere "Urla nel silenzio", primo e celebre episodio della serie con protagonista la detective Kim Stone. L'anno successivo il mio entusiasmo si era un po' raffreddato con la lettura de "Il primo cadavere", che non mi aveva pienamente convinta e così sono passati due anni e mezzo prima che mi decidessi a riprendere in mano la serie, ma credo che i futuri intervalli saranno più brevi e sono contenta che la Marsons si sia smentita (nel 2020 aveva affermato che la sedicesima puntata sarebbe stata l'ultima, invece è già stato pubblicato il diciassettesimo libro).

"Il gioco del male" (scritto nel 2015, titolo originale "Evil Games") - ad eccezione di una deduzione finale di Kim riguardo a una brutta storia di pedofilia che costituisce una trama secondaria parallela a quella principale - mi ha coinvolta e appassionata, come ogni thriller dovrebbe fare e come, invece, raramente succede.

La vicenda che ha come protagonista la psicologa, per quanto (fortunatamente) improbabile, non è certo impossibile e la Marsons la costruisce bene, nonostante la mente malata della donna venga svelata subito, la rivelazione non penalizza gli sviluppi successivi né diminuisce la tensione.
Il passato di Kim diventa un elemento del contrasto che si crea fra lei e la terapeuta e questa è stata un'abile mossa dell'autrice, che ripercorre quanto patito dalla Stone durante l'infanzia senza farlo pesare, mentre in casi analoghi (vedi le vicende di Kate Burkholder della mia amata Linda Castillo) l'obbligo di dover raccontare il passato al lettore occasionale diventa pesantemente ripetitivo per quelli appassionati alla serie.

Curiosamente "Il gioco del male" mi ha riportata nelle Midlands Occidentali inglesi dove era ambientato anche "La babysitter perfetta".
Neanche la Marsons fa dei luoghi una parte rilevante del libro, ma mi sono gustata le immagini di diverse bellissime cittadine, in particolare le gallesi Chester e Llangollen.

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