mercoledì 29 marzo 2023

"Un bel quartiere", Therese Anne Fowler

 

North Carolina, maggio di un anno con Obama presidente. Quello di Oak Knoll è un quartiere verdeggiante dove tutti si conoscono e collaborano in armonia per il mantenimento del bene comune. Valerie Alston-Holt, 48 anni, ci vive da quasi venti. Ama la sua casa, ma soprattutto ama il suo rigoglioso giardino. Docente di silvicoltura presso l'università locale ed ecologista convinta, ha sopportato per mesi i rumori provenienti dal lotto confinante con il suo quando la casa preesistente è stata abbattuta e ha pianto calde lacrime quando ha visto tagliare tutti gli alberi del giardino. Al loro posto i nuovi proprietari hanno fatto mettere delle basse siepi di bosso che non servono a nulla: non fanno ombra, non forniscono privacy, non regalano alla Terra quell'ossigeno di cui ha sempre più bisogno.

"Chi abbatte gli alberi ammazza.
Gli alberi sono vita
."

Adesso Valerie dalle finestre vede una grande casa bianca dove anche le grondaie gridano lusso. Vede una piscina. E vede un minuscolo giardino.
Invece Xavier, suo figlio, vede Juniper, la figlia dei nuovi vicini.

Quando nel giugno 2021 il libro era uscito in Italia, mi aveva colpita per la copertina (adoro quella casa blu immersa nel verde ♥), non tanto per la trama. Davvero non mi aspettavo che sarei stata travolta da questa storia, come invece è successo.

"A Good Neighborhood" (2020) è la prima opera di narrativa contemporanea della Fowler, scrittrice americana di romanzi storici. Nei ringraziamenti, che leggiamo prima del libro, racconta della sua preoccupazione di non riuscire ad esprimere al meglio il punto di vista di Valerie e Xavier Alston-Holt che, a differenza sua, sono afroamericani e di come abbia studiato per poterlo fare. Leggendo questo passaggio avevo pensato che - per quanto noi (e con "noi" intendo chiunque non si sia mai trovato a sperimentare sulla propria pelle la discriminazione, in questo caso quella razziale) si possa fare sforzo di immedesimazione - non potremo mai davvero capire cosa significhi essere giudicati per il colore della propria pelle e lo penso ancora, ma dopo aver letto il libro penso anche che la Fowler sia stata capace di trasmettere il disagio dell'essere neri negli Stai Uniti, dove l'integrazione è ancora solo parziale.

Valerie, originaria del Michigan, racconta la sua paura nel trasferirsi nel North Carolina per via della sua pelle nera. Noi bianchi non ci pensiamo, probabilmente non lo faremmo mai, ma lei, madre nera, ha dovuto mettere in guardia il proprio figlio da possibili problemi con le forze dell'ordine.

"Era alto. Era nero. Valerie gli aveva ripetuto tante di quelle volte: «Se gli fai paura ti sparano» e aveva detestato doverlo fare, aveva detestato l’idea che il progresso verso il futuro post-razziale che lei e suo marito, e altri come loro, avevano coltivato con tanto fervore stesse segnando il passo. Perché non potevamo considerarci semplicemente esseri umani e aiutarci, santo Dio? Il pianeta stava morendo, mentre la gente litigava su chi era piú americano o su chi lo era e chi no."

La straordinaria voce narrante è quella degli altri abitanti del quartiere (una scelta molto originale e piacevole) che in prima persona plurale ci raccontano lo scontro fra Valerie Alston-Holt e il suo nuovo vicino, Brad Withman, emblema del maschio bianco arricchito, privilegiato, opportunista e maschilista.

"Una donna doveva essere discreta e pretendere poco, non avere ambizioni, essere grata al marito, sostenere le ambizioni e soddisfare le necessità di lui."

Gli abitanti di Oak Knoll ci dicono subito che durante l'estate ci sarà un funerale e per arrivarci leggiamo una storia crudele e ingiusta.

"Un bel quartiere" è un libro completo che parla d'amore e di passione, non solo fra esseri umani, ma anche per la natura, per la musica, per il proprio Stato, per il proprio lavoro, per la propria casa.

E' un libro che cattura per il mistero che sappiamo ci verrà svelato.

E' un libro che intenerisce e fa arrabbiare, impietosisce e fa trepidare, accultura e svaga, intriga e indispone.

E' un libro meraviglioso che i razzisti dovrebbero essere obbligati a leggere.
Ma probabilmente a loro non piacerebbe.

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