Varese, mese e anno non specificati. Leonardo ha 28 anni e da quasi tre lavora come guardiano al museo MU.CO (MUseo d'arte COntermporanea), che ha la particolarità di esporre le opere peggiori degli artisti migliori, perché "anche i geni della pittura di tanto in tanto si sono riposati, producendo, in quei frangenti, delle autentiche croste d’autore. Il MU.CO. ha il pregio di raccoglierle tutte".
Non il lavoro dei sogni, ma Leo i suoi sogni li ha persi il 3 febbraio di tredici anni prima insieme al mignolo e all'anulare di una mano in un brutto incidente con il suo go-kart.
Adesso, però, un sogno lo ha: sposare Andrea. Equipaggiato con torta, fiori e, ovviamente, anello, va da lei per farle quella che nel suo immaginario sarà la sorpresa che cambierà le loro vite per sempre. E, infatti, una sorpresa c'è, ma è Andrea a farla a lui facendosi trovare a letto impalata sul membro eretto del suo bellissimo vicino di casa svedese!
Un dramma capitato a tante persone, ma qui al danno si unisce la beffa perché Andrea, la cattolicissima Andrea, non aveva mai voluto fare sesso con Leo per non disonorare il sesto comandamento!!
E a lui rimane solo una cosa da fare: mettere in pratica il suo piano Virile E Vendicativo (il VEV) e infrangere i dieci comandamenti, dal primo all'ultimo.
Terzo romanzo di Muzzopappa (Bari, 1976), pubblicato nel 2017.
I primi due, "Una posizione scomoda" e "Affari di famiglia", li avevo letti nel 2022 e l'anno scorso: il primo mi aveva divertita per la parodia sui titoli porno, il secondo mi aveva convinta molto meno. Questo l'ho letto solo perché ormai lo avevo già comprato e, nonostante lo abbia trovato migliore dei precedenti, mi porta a mettere una croce definitiva sull'autore.
E' il genere a non piacermi e, con i 55 anni letteralmente alle porte, non voglio più sprecare tempo prezioso leggendo testi umoristici, soprattutto quelli che al massimo riescono a strapparmi un paio di risatine.
Qui, poi, è mancato il coraggio: con un protagonista che decide di infrangere i dieci comandamenti serviva un buon livello di blasfemia, che invece manca del tutto, ed è meglio evitare certi argomenti se si ha paura di offendere.
Più convincente la satira sull'arte contemporanea e carina l'idea di inserire alla fine dei capitoli le riproduzioni di finte croste d'autore, opera di Muzzopappa stesso.
Non il lavoro dei sogni, ma Leo i suoi sogni li ha persi il 3 febbraio di tredici anni prima insieme al mignolo e all'anulare di una mano in un brutto incidente con il suo go-kart.
Adesso, però, un sogno lo ha: sposare Andrea. Equipaggiato con torta, fiori e, ovviamente, anello, va da lei per farle quella che nel suo immaginario sarà la sorpresa che cambierà le loro vite per sempre. E, infatti, una sorpresa c'è, ma è Andrea a farla a lui facendosi trovare a letto impalata sul membro eretto del suo bellissimo vicino di casa svedese!
Un dramma capitato a tante persone, ma qui al danno si unisce la beffa perché Andrea, la cattolicissima Andrea, non aveva mai voluto fare sesso con Leo per non disonorare il sesto comandamento!!
E a lui rimane solo una cosa da fare: mettere in pratica il suo piano Virile E Vendicativo (il VEV) e infrangere i dieci comandamenti, dal primo all'ultimo.
Terzo romanzo di Muzzopappa (Bari, 1976), pubblicato nel 2017.
I primi due, "Una posizione scomoda" e "Affari di famiglia", li avevo letti nel 2022 e l'anno scorso: il primo mi aveva divertita per la parodia sui titoli porno, il secondo mi aveva convinta molto meno. Questo l'ho letto solo perché ormai lo avevo già comprato e, nonostante lo abbia trovato migliore dei precedenti, mi porta a mettere una croce definitiva sull'autore.
E' il genere a non piacermi e, con i 55 anni letteralmente alle porte, non voglio più sprecare tempo prezioso leggendo testi umoristici, soprattutto quelli che al massimo riescono a strapparmi un paio di risatine.
Qui, poi, è mancato il coraggio: con un protagonista che decide di infrangere i dieci comandamenti serviva un buon livello di blasfemia, che invece manca del tutto, ed è meglio evitare certi argomenti se si ha paura di offendere.
Più convincente la satira sull'arte contemporanea e carina l'idea di inserire alla fine dei capitoli le riproduzioni di finte croste d'autore, opera di Muzzopappa stesso.
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