Parigi, primavera di un anno non precisato. "Che ne diresti se mi tagliassi i baffi?": è la domanda che il protagonista, di cui non verrà mai detto il nome, rivolge ad Agnés, la donna con cui è sposato da cinque anni. E' uno di quegli uomini condannati a radersi due volte al giorno se vogliono avere la pelle liscia e senza ombre, cosa che lui fa diligentemente: di fretta al mattino, con calma alla sera. Con un preciso rituale porta via tutto da mento, guance e collo, per poi dedicarsi alla cura dei baffi, che sfoggia da quasi dieci anni. E non sa neppure perché adesso gli sia venuto in mente di tagliarli, ma - rimasto solo - lo fa. Quando la moglie rientra a casa dopo aver fatto la spesa si fa trovare seduto sul divano nell'atto di allacciarsi le scarpe, pregustando la faccia di lei quando si tirerà su e vedrà la sua... E invece non succede nulla: Agnés lo guarda senza cambiare espressione. Ed è lì che inizia una situazione da incubo.
Altro che case infestate dai fantasmi, licantropi e vampiri: se si cerca una lettura inquietante per Halloween (o per quando più se ne ha voglia) eccola qua!
Senza ricorrere a nulla di sovrannaturale, con solo una manciata di personaggi e in appena 149 pagine, Carrère racconta una storia che, dopo un inizio scherzoso, si trasforma in qualcosa di veramente angosciante, in un crescendo di curiosità e ansia che la maggior parte degli horror e dei thriller possono solo sognarsi di raggiungere.
E' il terzo romanzo che ha scritto, nel 1986, ed è il terzo che ho letto, dopo "La settimana bianca" e "L'avversario". Impossibile fare un paragone con il secondo, che è un reportage, ma ho preferito "I baffi" al primo, e non me lo aspettavo data la fama de "La settimana bianca", ma questa è una storia che stupisce, colpisce e lascia il segno.
Con la narrazione in prima persona Carrère riesce a far percepire in maniera quasi soffocante gli stati d'animo del protagonista, che vede sgretolare in fretta la sua tranquilla esistenza perdendo via via ogni appiglio con la realtà e arrivando a vedere nella fuga l'unica via di uscita.
Qui, caratterialmente, avrei preferito qualcosa di diverso, ma sarebbe stato un altro libro, sicuramente non altrettanto bello.
Altro che case infestate dai fantasmi, licantropi e vampiri: se si cerca una lettura inquietante per Halloween (o per quando più se ne ha voglia) eccola qua!
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E' il terzo romanzo che ha scritto, nel 1986, ed è il terzo che ho letto, dopo "La settimana bianca" e "L'avversario". Impossibile fare un paragone con il secondo, che è un reportage, ma ho preferito "I baffi" al primo, e non me lo aspettavo data la fama de "La settimana bianca", ma questa è una storia che stupisce, colpisce e lascia il segno.
Con la narrazione in prima persona Carrère riesce a far percepire in maniera quasi soffocante gli stati d'animo del protagonista, che vede sgretolare in fretta la sua tranquilla esistenza perdendo via via ogni appiglio con la realtà e arrivando a vedere nella fuga l'unica via di uscita.
Qui, caratterialmente, avrei preferito qualcosa di diverso, ma sarebbe stato un altro libro, sicuramente non altrettanto bello.
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