giovedì 17 ottobre 2024

"Le vedove del giovedì", Claudia Pineiro

 

Buenos Aires, complesso residenziale di Altos de la Cascada. I Guevara, gli Scaglia, i Masotta, gli Urovich, gli Insúa, gli Andrade: coppie facoltose che nel corso degli anni hanno costruito o comprato le proprie lussuose case in quest'area di oltre duecento ettari interdetta ai non residenti, con tanto di servizio armato di vigilanza. Un quartiere sicuro dove far crescere i figli senza che vengano contaminati o messi a rischio dal resto della città, quella povera e violenta. Circa trecento ville immerse in splendidi giardini. Campo da golf, campi da tennis, la piscina, due club house.
Non ci sono pericoli dentro alla Cascada. Fino al 27 settembre 2001.
Al giovedì Ronie, Gustavo, Martín e Tano si ritrovano sempre a casa di quest'ultimo. Una cena sontuosa e poi via, a giocare a carte e a bere fino alle tre del mattino. Le mogli non sono ammesse ed è per questo che le quattro signore si sono date il nomignolo de "le vedove del giovedì".
Tutti lo hanno sempre trovato simpatico, ma da quel giovedì smetterà di esserlo.

Scritto nel 2005, e tradotto in italiano soltanto dieci anni dopo, è il quinto romanzo di Claudia Pineiro (Buenos Aires, 1960) e solo il secondo a essere stato tradotto.
Quello precedente, "Tua" (di cui a maggio è uscito il seguito), lo avevo letto due anni fa, un noir acuto, che avevo apprezzato al pari di questo.

La struttura narrativa non semplicissima. In parte perché la voce narrante cambia di capitolo in capitolo: ognuno è dedicato a un personaggio o a un intero nucleo familiare e spesso è Virginia Guevara - colei che più degli altri si avvicina al ruolo di protagonista, pur non essendolo in assoluto - a raccontare in prima persona, ma molti capitoli hanno un narratore esterno, mentre in altri il narratore è un abitante del quartiere non identificato che usa la prima persona plurale.
Ma anche la sequenza temporale non lineare richiede attenzione, episodi del passato e del presente si alternano nei capitoli senza seguire nessuna cronologia.

Le classiche tessere di un puzzle che appassionano e coinvolgono, toccando tematiche importanti (violenza sulle donne, complessi rapporti familiari, mancanze genitoriali) e mantenendo viva la curiosità di sapere cos'è successo quel 27 settembre 2001 e perché.

Sono trascorsi soltanto sedici giorni dal crollo delle Torri Gemelle: gli attentati non hanno a che fare con ciò che la Pineiro fa succede nel libro, ma servono a rivelare la bassezza e l'avidità di queste persone:

"I viaggi adesso te li tirano dietro, con quello che è successo alle Torri Gemelle la gente è diventata paranoica, ti danno gli alberghi a prezzi stracciati, bisogna approfittarne."

Lusso e ricchezza, anche quando sono solo ostentati e non reali: ecco i veri protagonisti del romanzo.
Tutto ruota attorno alla smania di apparire, al confronto, alla rivalità. Chi vive all'interno del perimetro non si pone domande sul merito. Tutto è dovuto. E neppure un pensiero va a chi è al di fuori, all'Argentina flagellata da continue crisi politiche ed economiche che si traducono in povertà e violenza.

Ma a volte le crisi toccano anche chi è convinto di essere immune e può succedere di giovedì.

"L’errore di molti dei nostri vicini era stato credere che si potesse vivere in eterno spendendo tanto quanto si guadagnava. E quello che si guadagnava era tanto e sembrava eterno. Ma un giorno qualcuno chiude il rubinetto quando nessuno se lo aspetta, e ci si ritrova insaponati nella vasca da bagno, a guardare il soffione della doccia da dove non scende più neanche una goccia d’acqua."

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