Bari,
febbraio 2013. La nuova cliente che ha fissato l’appuntamento delle 19 con l’avvocato Guerrieri si chiama Delle Foglie, un cognome
che lo riporta al 1987, quando aveva quasi 25 anni e aveva condiviso
quell’estate con Lorenza, più vecchia di solo cinque anni, ma con
tanto più vissuto alle spalle rispetto a lui. Non è un cognome
comune, ma neppure esclusivo. E quando la cliente entra nello studio
Guido fatica non poco nel ritrovare in quella donna spenta, che
dimostra più degli anni che ha, la ragazza forte e appassionata che
un tempo ha in qualche modo amato.
Lorenza
ha un figlio, Iacopo. Un mezzo balordo che due anni prima è stato
condannato in primo grado per omicidio. Mancano poco più di due
settimane all'udienza di secondo grado e serve un nuovo avvocato
perché il primo rappresentante è morto a dicembre. Lorenza si è
così ricordata di Guido. Lui si ritrova ad accettare anche se non
vorrebbe, ci sono diversi fattori che vanno contro ai suoi principi.
Ma conosceva l’avvocato Costamagna e sa come il suo lavoro negli
ultimi anni fosse stato condizionato da quel male che gli stava
divorando il cervello…
Sesta
“puntata” della serie con protagonista l’avvocato Guerrieri, un
bellissimo giallo giudiziario. Ma per poterlo apprezzare deve piacere
il genere altrimenti temo che l’accuratezza degli interrogatori
effettuati durante il processo potrebbe risultare pesante. Io l’ho
amato per questo, ma non solo per questo: come sempre Carofiglio
costruisce un’indagine particolareggiata, raccontando e spiegando
al meglio il funzionamento della Legge, arricchendo la storia con
citazioni intelligenti e ragionamenti profondi.
Avendolo
usato come paragone nelle recenti recensioni dei romanzi della
Castillo, torno a sottolineare come lui sia bravissimo nel riprendere
la vita del suo protagonista senza ripetersi fastidiosamente, ma
riuscendo comunque a farlo conoscere a chi per caso dovesse leggere
soltanto un libro di quelli che compongono la saga.
Qui
ritroviamo un Guido Guerrieri 52enne che manifesta preoccupanti
segnali di stanchezza nei confronti del suo lavoro.
"Qualcuno
ha scritto che bisognerebbe essere capaci di morire giovani. Non nel
senso di morire davvero. Nel senso di smettere di fare quello che fai
quando ti accorgi di avere esaurito la voglia di farlo, o le forze: o
quando ti accorgi di avere raggiunto i confini del tuo talento, se ne
possiedi uno. Tutto ciò che viene dopo quel confine è ripetizione.
Uno dovrebbe essere capace di morire giovane per rimanere vivo, ma
non accade quasi mai.”
Non
vorrei che Carofiglio avesse in mente di fargli chiudere la carriera
con il prossimo romanzo, è già tremendo pensare che farà passare i
soliti 4-5 anni prima di partorirne un altro!
Reading
Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di marzo
"un libro con un articolo nel titolo"