giovedì 12 marzo 2020

"La lunga notte", Linda Castillo


Painters Mill (Ohio), novembre 2010. I Plank erano una tipica famiglia Amish: un padre, una madre, una nidiata di figli. Una vita arcaica, scandita dal lavoro nei campi, dalla tradizione e dalla fede. Una vita semplice, senza segreti… oppure no?
Deve esserci un motivo se una notte qualcuno è entrato in casa loro e li ha uccisi tutti. A madre, padre e figli maschi, compreso il piccolo di appena due anni, hanno sparato, ma le due ragazzine, Mary e Annie, sono state violentate e martoriate.
Sarà il commissario Kate Burkholder a doversi occupare dell’indagine, un caso che la tocca da vicino perché era Amish e perchè da adolescente ha dovuto fare i conti con il serial killer chiamato “il macellaio”. Impossibile per lei non immedesimarsi in Mary, l’unica dei Plank su cui Kate indagando riesce a trovare qualcosa non in linea con le abitudini della comunità…

A tre mesi dalla lettura di “Costretta al silenzio” sono tornata nelle campagne dell’Ohio, questa volta prive di neve, ma in piena atmosfera autunnale.

Per descrivere questo secondo capitolo della serie con protagonista Kate Burkholder potrei fare un copia-incolla del primo (mi chiedo come farò a trovare parole nuove per gli altri undici titoli, che conto di leggere e che immagino tutti piuttosto simili!). Anche questo è un thriller vecchio stampo, la storia narrata mi ha preso più della precedente e mi piace lo stile della Castillo, semplice, diretto.

Ho trovato un po’ pesanti le ripetizioni con il primo romanzo, cosa che mi succede quasi sempre quando leggo libri appartenenti a una serie, dove l’autore è obbligato a riprendere gli aspetti che riguardano il passato dei personaggi e a dover raccontare gli episodi precedenti per permettere a chi dovesse leggere un singolo libro di capire i riferimenti. E non tutti gli scrittori sanno farlo bene: Carofiglio sì, dice quanto basta per non lasciare dubbi al nuovo lettore, ma senza mai annoiare i lettori fedeli e attenti. La Castillo non è altrettanto brava, si dilunga un po’ troppo.

Tolto questo particolare, la vicenda gialla è ben sviluppata e convincente, ma è il contesto a difettare di credibilità, cosa inevitabile avendo scelto di far accadere tanti crimini efferati quanti sono i libri della serie in una cittadina con poco più di cinquemila abitanti e, soprattutto, in seno agli Amish. E’ quel tipo di inverosimiglianza che già mi lasciava perplessa da bambina quando leggevo Diabolik dove le Giussani nella minuscola Clerville facevano succedere di tutto, incrociare reali da ogni parte del mondo, ecc… Ma probabilmente sono io che sbaglio a farmi tante domande su ciò che è semplice narrativa.

Un plauso all’epigrafe del libro:

"Tre persone possono mantenere un segreto, se due di loro sono morte”
Benjamin Franklin

Grandissima verità!

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di marzo "un libro con un articolo nel titolo"