martedì 17 marzo 2020

"In un vicolo cieco", Linda Castillo


Painters Mill (Ohio), dicembre 2010. Sono passate poche settimane dall’eccidio dei Plank quando un’altra famiglia Amish viene duramente colpita. Questa volta il capo della polizia Kate Burkholder deve correre alla fattoria degli Slabaugh: padre, madre e uno zio sono caduti nel pozzo del letame trasformato in una camera a gas a causa della cattiva ventilazione. Kate, per via del suo passato, si sente profondamente vicina ai quattro orfani lasciati dalla coppia, un maschio e una femmina adolescenti e due bambini più piccoli. Ma quello che sembrava un incidente forse non è stato tale: l’autopsia rivela che uno dei due uomini è stato colpito alla testa prima di cadere nel pozzo. Possibile che ci sia un collegamento con gli atti vandalici perpetrati negli ultimi tempi ai danni della comunità Amish? Due uomini non identificati hanno già infierito sul bestiame, incendiato una stalla, malmenato un ragazzo. Magari questa volta hanno esagerato…

Terzo romanzo della saga con protagonista il commissario Burkholder.
Ho trovato ancora più fastidiose le ripetizioni di cui mi ero già lamentata con la precedente recensione. Sicuramente l’aver letto due libri della serie consecutivamente me le ha rese più noiose, ma davvero non era il caso di raccontare per ben tre volte il passato di Kate: una la capisco, tre mi danno l’idea di voler allungare il libro e non ce ne sarebbe stato bisogno perché è ben fatto e non sarebbe stato meno bello se leggermente più breve.

E continuano le mie perplessità sull’inverosimiglianza dei tanti crimini inseriti in un contesto così ristretto, sconcerto che si accentua per via dei tempi ristretti scelti dalla Castillo che fa accadere tutte e tre le vicende nello stesso anno.

Nonostante questi due aspetti disturbanti, che sicuramente riscontrerò anche nei prossimi romanzi, l’escalation continua: se il secondo mi era piaciuto più del primo, questo mi è piaciuto più del secondo. Rispetto ai primi due è più thriller che giallo: ci sono sia una discreta dose di suspense che un buon colpo di scena finale, niente di strabiliante, ma presente e apprezzabile.

Non si tratta di capolavori e di certo non li consiglierei a chi cerca adrenalina pura, ma sono letture piacevoli, coinvolgenti il giusto e a loro modo anche rilassanti. Una buona compagnia per questo momento #iorestoacasa (chi può). Anche nel libro viene ripetuto il mantra "andrà tutto bene": crediamoci...

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di marzo "un libro con un articolo nel titolo"