sabato 28 marzo 2020

"Scomparsa", Linda Castillo


Buck Creek (Ohio), maggio 2011. Annie King ha 15 anni quando scompare. Stava attraversando la fase di ribellione tipica dell’adolescenza, frequente anche fra i ragazzi Amish come lei, ma la polizia non pensa che si tratti di una fuga volontaria. Per loro il caso è collegato alla sparizione di altre due ragazzine Amish, Bonnie Fisher, di cui non si sa più niente da due mesi, e Leah Stuckey, svanita nel nulla addirittura da un anno. L’agente del BCI John Tomasetti propone di far entrare nella squadra di ricerca il commissario Kate Burkholder che, grazie al suo passato Amish, saprà interagire con le famiglie molto meglio di quanto possa fare la “polizia inglese”.

Quarto romanzo della saga, che valuto leggermente inferiore rispetto agli altri. Il colpo di scena finale avrebbe anche potuto essere bello, ma era abbastanza prevedibile, troppo per chi ama il genere thriller e non si stupisce tanto facilmente. Inoltre l’aver scelto di fissare l’acme proprio alla fine per aver il maggior impatto possibile, lascia qualche punto non chiarito sulla dinamica dei fatti, domande che non trovano risposta neppure nel breve epilogo che, forse, serve solo come trampolino verso una storia successiva. Vedremo…

Questa volta cambia (in parte) la localizzazione degli eventi, mentre continuano i rimandi al passato, per me sempre più esasperanti. La Castillo non perde mai occasione per far raccontare a Kate sia cosa successe a lei quando aveva 14 anni, sia la più recente tragedia familiare di Tomasetti. Ancora più clamoroso il fatto che questa volta spoilera completamente il suo primo romanzo, “Costretta al silenzio”.

Tutto questo "già detto" è il vero, grande limite dell’autrice, che spesso usa proprio le stesse parole (un esempio, non l'unico: “il poliziotto che è in me” ritorna più in una volta in ogni puntata), rende i suoi libri tanto ripetitivi (e, di conseguenza, anche le mie recensioni), difetto che probabilmente tendo a notare maggiormente perché lì sto leggendo in rapida successione. Cosa che comunque intendo continuare a fare perché, per quanto non possa ignorare questi difetti, le storie sono carine e la pacatezza con cui scrive, unita agli scenari rurali degli Amish, rende i suoi romanzi molto rilassanti, nonostante i temi trattati.

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia a cascata di marzo, lo collego a "Nelle terre estreme" perchè entrambi gli autori sono statunitensi