Buck
Creek (Ohio), maggio 2011. Annie King ha 15 anni quando scompare.
Stava attraversando la fase di ribellione tipica dell’adolescenza,
frequente anche fra i ragazzi Amish come lei, ma la polizia non pensa
che si tratti di una fuga volontaria. Per loro il caso è collegato
alla sparizione di altre due ragazzine Amish, Bonnie Fisher, di cui
non si sa più niente da due mesi, e Leah Stuckey, svanita nel nulla
addirittura da un anno. L’agente del BCI John Tomasetti propone di
far entrare nella squadra di ricerca il commissario Kate Burkholder
che, grazie al suo passato Amish, saprà interagire con le famiglie
molto meglio di quanto possa fare la “polizia inglese”.
Quarto
romanzo della saga, che valuto leggermente inferiore rispetto agli
altri. Il colpo di scena finale avrebbe anche potuto essere bello, ma
era abbastanza prevedibile, troppo per chi ama il genere thriller e
non si stupisce tanto facilmente. Inoltre l’aver scelto di
fissare l’acme proprio alla fine per aver il maggior impatto
possibile, lascia qualche punto non chiarito sulla dinamica dei
fatti, domande che non trovano risposta neppure nel breve epilogo
che, forse, serve solo come trampolino verso una storia successiva. Vedremo…
Questa
volta cambia (in parte) la localizzazione degli eventi, mentre
continuano i rimandi al passato, per me sempre più esasperanti. La
Castillo non perde mai occasione per far raccontare a Kate sia cosa
successe a lei quando aveva 14 anni, sia la più recente tragedia
familiare di Tomasetti. Ancora più clamoroso il fatto che questa
volta spoilera completamente il suo primo romanzo, “Costretta al
silenzio”.
Tutto questo "già detto" è il vero, grande limite dell’autrice, che spesso usa proprio le stesse
parole (un esempio, non l'unico: “il poliziotto che è in me” ritorna più in una
volta in ogni puntata), rende i suoi libri tanto ripetitivi (e, di conseguenza, anche le mie recensioni), difetto che
probabilmente tendo a notare maggiormente perché lì sto leggendo in
rapida successione. Cosa che comunque intendo continuare a fare
perché, per quanto non possa ignorare questi difetti, le storie sono
carine e la pacatezza con cui scrive, unita agli scenari rurali degli
Amish, rende i suoi romanzi molto rilassanti, nonostante i temi
trattati.
Reading
Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia a cascata di marzo, lo collego a "Nelle terre estreme" perchè entrambi gli
autori sono statunitensi