Denali
National Park (Alaska),
28 aprile 1992. E’
questo
il
giorno in cui Christopher
Johnson McCandless inforca
lo Stampede Trail
e si avventura nella foresta da cui uscirà solo da morto. L’epilogo
di un viaggio iniziato nel luglio di due anni prima, quando Chris,
fresco di laurea, senza informare la famiglia, devolve in beneficenza
i suoi risparmi
e comincia il suo viaggio solitario, un’immersione nella natura,
lontano il più possibile dal mondo civilizzato. Un’esperienza che
lo porterà a rischiare la vita prima nel deserto californiano del
Mojave, poi nelle acque messicane dell’oceano Pacifico ed infine ad
affrontare l’isolamento in Alaska con una scarsa quantità di cibo
e con un’attrezzatura del tutto insufficiente. Il suo cadavere
verrà ritrovato da un cacciatore all’interno di un autobus
abbandonato. Fra i suoi pochi averi un diario, che
permetterà a Jon Krakauer di scrivere un articolo sul ragazzo per la
rivista "Outside" e successivamente questa biografia.
Era
da tanto tempo che non mi succedeva di trascinare così a lungo la
lettura di un libro, ben
17 giorni per appena 267 pagine.
Libro per il quale mi sarebbe bastato leggere la sinossi per non
inserirlo nella mia wish list e
che,
invece, c’è finito dietro consiglio di tre vecchi amici e che mi sono decisa a leggere solo per l’insistenza di uno di loro.
Conoscendolo
capisco perché a lui sia piaciuto tanto. Il mistero è come lui,
conoscendomi, abbia potuto pensare che piacesse a me, assolutamente
priva di spirito d’avventura, non
attratta dal pericolo, amante
dei comfort, ecc…
Mai
come questa volta il mio giudizio sul libro, del tutto negativo, è
estremamente soggettivo: posso capire che possa piacere, ma io non
sono minimamente rimasta coinvolta. Mi rendo conto di quanto sia
brutto dirlo trattandosi di una storia vera con un così triste
finale, ma il tema trattato è davvero estraneo alla mia sfera di
interesse e lo stile giornalistico con cui è scritto lo ha reso per
me ancora meno stimolante, portandomi a scegliere quasi sempre il secondo libro in lettura quando, durante questi 17 lunghissimi giorni, avevo tempo
per leggere.
"Nelle terre estreme" appare per quello che è, un articolo giornalistico allungato per
esigenze editoriali. Krakauer
aumenta
il numero di pagine raccontando anche le esperienze di viaggi estremi
di altri personaggi, compreso quello da lui compiuto proprio in
Alaska quando aveva 23 anni. Imprese che, per come sono fatta, riesco
a definire in un unico modo: folli. Per
pigrizia, ok, ma anche per raziocinio.
Il
suo tentativo di far capire ai lettori che Chris non era inesperto
e/o
arrogante, come in tanti lo avevano giudicato in risposta
all’articolo pubblicato su "Outside",
con
me ha
fallito
miseramente. Un
viaggio di quel tipo, in quelle terre ancora più estreme di quanto
immaginassi prima di questa lettura, va preparato e organizzato
seriamente, non come (non)
ha
fatto Chris.
Un ragazzo particolare con cui non sono proprio
riuscita a empatizzare, vuoi per quello che Krakauer
racconta
di lui (ad esempio il
suo essere
un grande sostenitore di Reagan indignandosi contemporaneamente per
le ingiustizie sociali), vuoi per gli autoscatti che ho visto
cercando il suo nome su Google immagini dove appare sorridente mentre
mostra gli
animali che ha ucciso.
Nel libro ci sono troppa caccia e
troppa
pesca, a livello per me insopportabile: l’Alaska, che in precedenza
mi era del tutto indifferente, mi era già diventata invisa
ai tempi di
Sarah Palin, e questso libro ha rispolverato quell'antipatia fra trofei di caccia, adesivi
sulle auto con la scritta “pesco dunque esisto”
e vari conteggi di cadaverini, come se uccidere uno scoiattolo o un porcospino con un fucile potesse essere motivo di vanto e non materia per Sigmund Freud.
Straziante il punto in cui l’autore
racconta di quando a bordo di un peschereccio ha incrociato lo
sguardo terrorizzato di un cervo mulo in balia del mare di fronte a
Petersburg!
Reading
Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia a cascata di marzo, lo collego a "Medioevo. Un secolare pregiudizio" perchè entrambi gli
autori sono stranieri