Caitlin Doughty ha fatto
quello che chiunque lavori a contatto con il pubblico (giornalai
compresi) dovrebbe e vorrebbe fare: raccogliere in un libro tutte quelle stramberie che si è costretti a sentire, vedere e subire nell'arco della giornata. Perchè, se voi pensate di essere (e sicuramente lo sarete) clienti e/o utenti sensati, una buona parte fa o chiede cose talmente strane da farci venire il dubbio di essere su candid camera!
E siccome la Doughty fa la necrofora, le domande che si sente fare riguardano la morte.
A febbraio dello scorso anno avevo letto "Fumo negli occhi e altre avventure dal crematorio", lettura più seria di quanto la sinossi facesse credere, mentre questa volta è successo il contrario e se avessi letto lì la frase con cui iniziano i ringraziamenti finali ("Questo libro non sarebbe mai esistito senza centinaia di domande di angioletti morbosi") non so se lo avrei comprato.
La fama che l'autrice ha negli Stati Uniti la porta a presenziare a conferenze in giro per il Paese e anche nelle scuole ed è qui che si è sentita rivolgere le domande a cui risponde. Alcune sono proprio... da bambini ("Se muoio facendo una boccaccia mi resterà per sempre?"), ma nelle risposte la Doughty fornisce sempre informazioni interessanti, il problema è che lo fa rivolgendosi a un pubblico di piccoli lettori trasformando il suo umorismo macabro (che avevo tanto apprezzato nell'altro testo) in uno stile caricaturale che mi ha rovinato il piacere della lettura.
Pur usando una forma infantile, riesce a dare risposte esaustive.
La descrizione di cosa avviene a un corpo in caso di morte nello spazio, quindi a causa dell'assenza di pressione atmosferica, fa pensare che le donne accusate di stregoneria e arse vive su una pira siano state fortunate!
Racconta la triste fine di Stuckie, il cane morto in Georgia incastrandosi in un albero cavo mentre inseguiva uno scoiattolo (e di come si è conservato il suo corpo) e la fine orribile degli animali dello zoo nella striscia di Gaza abbandonati per via della guerra e poi ritrovati mummificati.
Spiega la legge sul vilipendio dei cadaveri che, tra l'altro, impedisce agli impresari di pompe funebri di amputare gli arti ai morti per farli entrare più agevolmente nelle bare o ai congiunti di pretendere qualche osso del defunto per fane un monile.
Racconta cosa erano i Leichenhaus nella Germania di fine Settecento e descrive cosa facevano gli antichi egizi per mummificare i cadaveri e cosa va fatto oggi per ottenere la plastinazione di un corpo.
Spiega come avviene il rigor mortis, cosa sono la putrescina e la cadaverina, come musei e laboratori forensi usino i dermestidi per scarnificare un cadavere.
Ci dice che tutti i cadaveri umani in stato di decomposizione hanno lo stesso odore e che è uguale solo a quello dei maiali.
Peccato davvero per il modo in cui è stato scritto, sdrammatizzante all'eccesso. Non ho capito la scelta di rivolgersi ai bambini, dubito che leggeranno mai questo libro. Per contro chi sceglie di approfondire un tema del genere sa cosa aspettarsi e non ha bisogno di un'allegria forzata.
PS: la risposta alla domanda del titolo è: no, ma finirà per farlo se dovrà scegliere fra quello e il morire di fame.
Un'eventualità che vi disgusta? Attenti, perchè - se la risposta è sì e siete onnivori - siete peggio del gatto: voi gli animali morti li magiate (a volte anche gli occhi) e non per mancanza di alternative!
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