"Il cliente ha sempre torto. Tragicomico resoconto di un'estate al bar" di Daniele Pastorino è un libro pubblicato nell'agosto 2019, ma introvabile: esiste solo la versione cartacea, su Amazon non è mai stato disponibile da quando l'ho scoperto, IBS e il Libraccio hanno addirittura cancellato la pagina, ma ciclicamente lo cerco sul sito del Libraccio, appunto, sperando prima o poi di trovarlo fra i libri usati.
A gennaio, per assonanza di titoli, nella pagina della ricerca mi è comparso "Il cliente non ha sempre ragione" di Anna Sam e l'ho comprato al volo insieme all'altro libro dell'autrice, "Le tribolazioni di una cassiera", scritto per primo (nel 2008) e a cui ho quindi dato la precedenza nella lettura.
L'autrice è una francese di Rennes, classe 1979. A vent'anni ha iniziato a lavorare come cassiera part-time in un grande supermercato per pagarsi gli studi. Nel 2002 si è laureata in letteratura contemporanea, ma non trovando lavoro nel settore ha continuato a fare la cassiera aumentando il monte ore, finchè nel 2007 si è licenziata: a permetterglielo è stato il successo ottenuto da questo libro, nato sulla scia del blog omonimo (ormai non più aggiornato da anni) dove raccoglieva gli aneddoti legati al suo lavoro.
Pare che in Francia il libro sia stato un caso editoriale, cosa che adesso che l'ho letto mi lascia abbastanza perplessa. Se prima di farlo pensavo che potesse interessare solo a chi lavora nel commercio, adesso tendo a escludere anche loro (noi) e mi domando chi possa averlo trovato "divertentissimo", come viene definito nella sinossi.
Si arriva alle 177 pagine grazie al font grande (e questo ai miei occhi non dispiace), alla grossa spaziatura e all'impaginazione dei capitoli che iniziano a metà della pagina e concludendosi (la maggior parte) con una pagina quasi vuota con solo poche righe di testo: eliminando tutte queste parti senza scritto il libro avrebbe avuto la metà delle pagine.
La brevità non è l'unica ragione per cui la lettura è veloce: purtroppo è anche parecchio povera. Peccato: chiunque abbia avuto a che fare con il pubblico, anche indirettamente (la mia amica Chiara dice spesso che passando del tempo con me in edicola e nel bar latteria di un'altra sua amica ha capito che pagine FB come quella del Cliente perplesso non inventano nulla), sa che la Ann dice il vero quando afferma "I clienti non smetteranno mai di sorprendervi", per cui mi ha stupito la pochezza di quello che racconta.
Certo il lavoro di cassiera è diverso dal mio di giornalaia, sapevo che non mi ci sarei ritrovata alla perfezione come mi era successo leggendo "Una vita da libraio", ma anche quando descrive situazioni che conosco bene lo fa male, con uno stile che forse poteva essere adatto a un blog di critica umoristica, ma insufficiente per soddisfare chi ha pagato per leggere un libro. Uno stile così forzatamente paradossale da avere un effetto boomerang che spesso pone la Ann e non il cliente nella parte del personaggio antipatico e/o maleducato.
"Ci sono i clienti facili e altri meno facili, i ricchi e i poveri, i complessati e gli sboroni, quelli che ti trattano come se fossi trasparente e quelli che ti dicono buongiorno, i fanatici che smaniano in attesa dell'apertura e quelli che sistematicamente aspettano l'ora di chiusura. Ci sono quelli che cercano di rimorchiare e altri che ti insultano."
Sì, tutto vero. I "piccoli incidenti quotidiani" che descrive sono capitati anche a me, il cliente che entra parlando al telefono e che non interrompe la conversazione, ma schiocca le dita per attirare l'attenzione limitandosi a indicare quello che vuole comprare; la madre che ricorre all'odiosissimo "Guarda che la signora ti sgrida" invece di insegnare al proprio figlio il comportamento corretto in un negozio (la maggior parte lo conosce, quindi se il vostro non vi dà retta e tocca tutto o peggio, mi spiace, ma non potete giustificarvi pensando "E' un bambino": state sbagliando qualcosa); il jogger o il ciclista che estrae da una tasca una banconota e te la porge bagnata del suo sudore come se fosse normale; la gente che puzza di sudore (e raramente si tratta del jogger o del ciclista); i ladri (sì, c'è chi ruba anche il Corriere della Sera)...
Ruotando attorno a un unico tema è senz'altro difficile tirarne fuori un libro, ma avendolo voluto fare avrebbe dovuto impegnarsi per andare più a fondo. E potuto, perchè vi assicuro che non è così raro chiedersi se si sta subendo uno scherzo da candid camera. Perchè interagendo ogni giorno con centinaia di persone è chiaro che la probabilità di incappare in "casi umani" si espande.
E naturalmente per ogni addetto alla vendita che deride o che si lamenta dei clienti ci saranno dieci clienti pronti a replicare ai danni della cassiera o della giornalaia. Ed è giusto, sicuramente ci saranno cassiere e giornalaie cafone, poco sveglie o altro, ma voi non dovete avere a che fare con centinaia di loro ogni giorno: la differenza è tutta lì.
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