ANNUNCIOStanza in affittoSPLENDIDA STANZA MATRIMONIALE AFFITTASI A UNA PERSONANOVITÀ DI OGGI!Bellissima stanza in una meravigliosa casa di grandi dimensioni nella zona settentrionale di Londra.Spaziosa e accogliente, luminosa e soleggiata.Un mix perfetto fra modernità e storia londinese.Decorata, rinnovata e ammobiliata di recente.Spese incluse.A un minuto a piedi dalla fermata della metropolitana.Ben collegata al centro.Wi-Fi gratis.Gli attuali occupanti sono i proprietari, cercano qualcuno che ami la casa quanto loro!
Londra, 2018. Lisa ha 25 anni e si occupa di software per conto di una banca. L'ottimo stipendio le permette di prendere in affitto questa stanza in una casa vittoriana del 1878. Il prezzo è esorbitante e nell'annuncio non venivano citati i vari limiti: non poter ricevere ospiti, non poter consumare cibi e bevande in camera, non poter accedere al giardino, dover usare il piccolo bagno al piano terra mentre la stanza si trova al terzo... Non può nemmeno chiuderla a chiave! Ma Lisa la vuole a tutti i costi, è per questo che firma il contratto senza neppure leggerlo.
Il disagio subentra quando Lisa trova nascosta nella stanza la lettera di addio di un uomo: si è forse ucciso in quella camera? Ma se è così, perché Martha e Jack - la male assortita coppia di proprietari - sono così risoluti nell'affermare che lei è la loro prima inquilina?
Dedra Say Mitchell è lo pseudonimo di Louise Emma Joseph, giornalista televisiva e scrittrice inglese di origine caraibica. Su Wikipedia UK vedo che ha scritto diversi thriller divisi in quattro serie, mentre questo è uno dei suoi tre thriller psicologici autoconclusivi e l'unico ad essere stato tradotto in italiano insieme a "I segreti di Rachel Jordan", che non ho nessuna intenzione di leggere.
"La stanza degli ospiti" ha avuto il solo pregio di avere delle finestre in copertina rispondendo così a una delle tracce di marzo della challenge, ma - considerando tutti i bei libri che avevo in wish list con altre finestre - è stato soprattutto una perdita di tempo.
Non ho modo di sapere quanta parte della sua pochezza sia attribuibile alla traduzione Newton Compton. Devo decidermi a riprendere a sfoltire la mia corposa wish list dai loro titoli, perché se è vero che ci sono delle eccezioni - Marsons e Malavasi - è ancora più vero che non ho più voglia di imprecare dietro a passaggi di questo genere:
«Sei in grado di leggere questo?».
È una foto della riga scritta a matita in fondo alla lettera d’addio. Alex prende in mano il cellulare, corrucciando le sopracciglia mentre esamina la frase.
«È cirillico…».
«Cosa?». Mi scervello. Non ricordo di aver mai sentito parlare di un Paese di nome Cirillica o Cirillandia.»
La storia viene raccontata da Lisa in prima persona e questa protagonista è un altro aspetto negativo. E' una ragazza con grossi problemi psicologici, sappiamo che ha sofferto di disturbi alimentari, che assume antidepressivi, che ha vissuto un episodio poco chiaro nel recente passato e che si trascina dentro grandi ombre risalenti all'infanzia, ma man mano che vengono svelati i fatti si fa fatica a empatizzare con lei (personalmente non ci ho nemmeno voluto provare) che resta un personaggio odiosamente ansioso, paranoico ed esasperante.
E infine c'è la storia che è un azzardo troppo grosso, forse perché non viene raccontata bene o perché per gran parte delle 352 pagine la Mitchell cavalca gli scenari della casa maledetta dei film horror, dimenticando le regole del buon thriller e facendo diventare a tratti caos, a tratti esagerazione ciò che avrebbe dovuto essere suspense.
Però, se giusto una settimana fa con "Sorprendimi!" della Kinsella mi chiedevo se sono l'unica a bere il vino a gollate, oggi la Mitchell mi ha prontamente rassicurata:
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Challenge 2022, traccia di marzo: un libro con una finestra in copertina