Parigi, maggio di una quindicina di anni fa. Jean-Luc Champollion può dirsi soddisfatto della propria vita: 35 anni (o poco più), nato e cresciuto a Hyères, pittoresca cittadina affacciata sul Mediterraneo, si è ormai ben integrato nella capitale dove è proprietario della Galerie du Sud. Fra mostre e intrattenimenti vari, le sue giornate sono a dir poco sfavillanti. Accanto a lui il fedele Cézanne, un bel dalmata di tre anni, alcuni cari amici e molte donne, tutte bellissime.
E' un giovedì mattina quando trova nella cassetta della posta una busta azzurra recapitata e scritta a mano. Una lettera d'amore con uno stile d'altri tempi. Una lettera anonima, chi l'ha scritta si firma "Principessa" e lascia un indirizzo e-mail. Jean-Luc accetta la sfida: scoprire l'identità di questa donna che, a detta di lei, "lui conosce e non conosce".
Ci si può innamorare virtualmente? A qualcuno succede...
Quando si ha l'abitudine di leggere due o tre libri contemporaneamente - come io amo fare da alcuni anni - questi, oltre al giudizio singolo, si trovano a patire o a godere del confronto con gli altri. Con più letture in corso c'è sempre quella che chiama di più e in più di un'occasione mi era chiaro che la delusione data da un libro dipendeva anche dal fatto che gli preferivo quello che stavo leggendo nello stesso periodo.
Questo è un caso (raro) in cui è successo il contrario: se dal 2 al 7 marzo avessi letto soltanto "Con te fino alla fine del mondo" probabilmente adesso lo stroncherei senza pietà, invece è capitato che lo alternassi con altri tre libri che - per motivi diversi - mi attirassero meno facendo sì che fosse lui a chiamarmi di più. Incredibile.
Incredibile perché non è un libro adatto a me. I rosa non sono il mio genere preferito, ma non li disdegno e alcuni fra quelli che ho letto mi sono piaciuti molto, ma questo si può ben descrivere con una frase che rubo al libro stesso: "Che commediola romantica da quattro soldi".
L'unica cosa particolare è il mistero che si cela dietro a Nicolas Barreau: Wikipedia (e non solo) lo definisce uno scrittore immaginario inventato da una casa editrice tedesca per immettere sul mercato romanzi con quel tipo di ambientazione parigina tanto cara ai suoi lettori. Leggendo il libro ho pensato che potesse essere vero: le descrizioni di certi angoli della città sembrano proprio del genere per cui in Germania impazziscono, fra dettagli artistici e/o romantici. Per contro, però, non mancano autori dalla esistenza comprovata che hanno sfornato e sfornano romanzi e romanzetti simili a questo, per cui mi sfugge il senso di doversene inventare uno...
Feltrinelli - che lo pubblica in Italia - non mette in dubbio la sua reale esistenza.
Sia come sia, con la firma di Nicolas Barreau sono stati pubblicati nove romanzi, a occhio direi tutti simili a questo, che avevo comprato in combo con quello che gli ha dato la fama (sempre citando Wikipedia), cioè "Gli ingredienti segreti dell'amore", e che ora sono curiosa di leggere, sia perché la trama mi sembra più interessante, sia per capire quanto "Con te fino alla fine del mondo" abbia semplicemente goduto dell'essere il meno peggio del periodo.
Per quanto mi chiamasse, non posso non considerarlo un librino con lo spessore di un foglio di carta velina. Scritto (non importa da chi) nel 2008, è già fortemente anacronistico proprio per quello che è alla base della storia, i mezzi di comunicazione: Whatsapp non era ancora stato creato e non era nemmeno ancora possibile controllare le e-mail dal cellulare. Cosa sorprendente (del tutto inverosimile), Jean-Luc non ha la connessione a internet nella Galleria, ma solo a casa.
Tutto ciò allunga i tempi e crea un'attesa che probabilmente a molti (non a me) dispiace di aver perso, suscitandomi sensazioni molto simili a quelle che avevo provato leggendo "Le ho mai raccontato del vento del Nord", uscito due anni dopo (e pubblicato anch'esso da Feltrinelli).
Lo stile è garbato, in linea con la figura del protagonista, ma il volerne fare un personaggio elegante ha finito col renderlo antiquato, come il suo pigiama a righe bianco e azzurre...
E, infine, chi ha scritto non è stato capace di creare la necessaria suspense attorno alla vera identità di questa principessa: solo Jean-Luc si chiede (all'infinito!) chi possa essere. Chi legge lo capisce in fretta perché la scelta fra i personaggi femminili è scarsa, ma pazienza, dopo tutto questo non è un thriller.
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Challenge 2022, traccia di marzo: un libro collegabile all'Expo di Parigi del 1889 (per la torre Eiffel in copertina, che venne costruita per l'Expo)