domenica 19 giugno 2022

"Tua", Claudia Pineiro

 

Buenos Aires, martedì 30 giugno 1998. Inés ed Ernesto Pereyra hanno entrambi 39 anni e una figlia, Laura (Lali) di 17. E 17 sono anche gli anni di matrimonio che li lega: un matrimonio riparatore, sì, ma felice, solido, tradizionale.
Ernesto è un dirigente d'azienda affermato e porta a casa i soldi (non pochi) e Inés li amministra e li spende. Ernesto è uno di quegli uomini che "si occupano di una donna" e pazienza se ogni tanto si prende qualche distrazione, "una donna ha il dovere di comprendere".
Inés ne è convinta, ma quando si rende conto che sono due mesi che il marito non la cerca più sessualmente comincia a preoccuparsi, che l'amante di turno sia un po' troppo importante. Così una sera decide di seguirlo, sa che deve incontrarsi con lei. Da una distanza sicura lo osserva passeggiare lungo la sponda del lago Regatas de Bosques de Palermo, vede arrivare un taxi da cui scende una donna, la riconosce. Il taxi se ne va, la rivale si avvicina a Ernesto. Inés non sente quello che dicono, ma capisce che stanno litigando. All'improvviso Ernesto fa per allontanarsi, la donna cerca di trattenerlo, lui la strattona per liberarsi dalla presa, lei cade a terra, sbatte la testa contro un masso e non si muove più.
E' morta? Sì, sicuramente. Ma è stato un incidente e Inés farà di tutto per coprire il marito, salvare lui, il loro matrimonio e, soprattutto, le apparenze.
Perché la vita di Inés è così: molto borghese e molto finta, ma a lei piace e vuole che nulla cambi. 

Librino di appena 144 pagine davvero ricco e appagante. Classificato da Amazon nel genere thriller, io lo definirei più un giallo, anche se non mancano un certo grado di suspence e diversi colpi di scena.

Scritto nel 2005, è il quarto romanzo dell'autrice, ma il primo a essere stato tradotto in italiano nel 2011 da Feltrinelli, che successivamente ne ha pubblicato altri sei, che recupererò senz'altro.

Mi è piaciuto molto lo stile della Pineiro - scrittrice, giornalista, sceneggiatrice televisiva e drammaturga argentina classe 1960 - snello e calzante, brioso e diretto, spiccio e per certi versi divertente: lo è se si riesce a interpretare il personaggio di Inés per quello che è, la caricatura di una donna vuota, egoista, poco intelligente (ma convinta di esserlo molto), cinica e con lo spessore morale di un foglio di carta. Meglio non prenderla sul serio, altrimenti si finirebbe con l'odiarla precludendosi la vena umoristica del libro, presente in ogni sua mossa, in ogni suo pensiero e - quindi - in ogni pagina.

Bello anche il laghetto artificiale teatro della prima scena della storia:


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