sabato 25 luglio 2020

"Il diritto di morire", Dacia Maraini



Terzo dialogo, questa volta fra Dacia Maraini – scrittrice di cui ho letto pochissimo e di cui dovrei recuperare tutto perché ogni volta mi conquista – e il giurista Claudio Volpe. Tema: l’eutanasia. Scritto, come quello di Carofiglio, nel 2018, qui nulla è stato superato, anche perché dopo DJ Fabo stampa e opinione pubblica hanno smesso di occuparsi della questione, come se il suo fosse stato l’unico caso, come se una situazione del genere non potesse capitare a chiunque…

Il testo, di altissimo livello, non solo culturale, fornisce un’analisi attenta e molto ben argomentata del problema, partendo dal confronto fra vita e morte quando lo stato in cui ci si ritrova non ha più quel livello di dignità necessario per poter definire vita la vita. Perchè “vivere è diverso da sopravvivere. Perchè se ognuno di noi ha il diritto di vivere, allora a nessuno dovrebbe essere imposto di farlo nel dolore”.

Mette in luce le contraddizioni delle ragioni ideologiche e religiose di chi si dice contrario all’eutanasia perchè solo Dio può decidere quando per un uomo è arrivato il momento di morire: ma quando un corpo morto viene mantenuto in vita grazie alle macchine e alla chimica dov’è la volontà di Dio? Ma allora, come giustamente fa notare la Maraini, “secondo questo punto di vista ogni cura dovrebbe essere contraria al volere di Dio”.

E le contraddizioni del sistema giuridico che, ad esempio, “non punisce il tentativo di suicidio, ma punisce chi cerca di aiutare a suicidarsi chi lo vuole fare, ma fisicamente non può”. O che permette il rifiuto all’accanimento terapeutico, condannando di fatto un malato a morire nell’agonia, anziché poterlo fare velocemente e senza sofferenze aggiuntive.

Il testo tocca anche altre questioni. Ad esempio come la nostra vita abbia la stessa dignità di quella degli altri esseri viventi, quegli animali che invece la maggior parte di noi (di voi) tratta come oggetti ad uso e consumo dell’uomo.

"Il mondo non è esclusiva proprietà degli uomini. Tanti animali sono nati prima di noi e hanno diritto di stare in questo mondo. Ma noi li abbiamo sterminati e continuiamo a farlo togliendo loro ogni spazio vitale

Ha anche il coraggio di dire che siamo noi ad essere troppi!

"Nonostante le grandi teorie sul come vincere la denatalità incalzante, chi ha uno sguardo più ampio sul mondo e sul futuro sa che il mondo, arrivando a quasi dieci miliardi di persone da nutrire e curare, ha bisogno di limitare le nascite

E parla dell’omosessualità, tema affrontato per sottolineare quanto sia assurdo, o “aberrante”, come scrive Dacia Maraini, che ciò che dice la Bibbia “possa valere ancora oggi (…) senza tenere conto del momento storico in cui è stato scritto”.

E' inconcepibile che convinzioni religiose personali influiscano  in una questione come l’eutanasia, che invece deve essere regolamentata unicamente dalla legge di Stato, quella di uno Stato laico qual è l’Italia. Il testamento biologico non è sufficiente perché, come la facoltà di scegliere la sedazione profonda, non riguarda chi è affetto da paralisi corporea completa o chi è ridotto a stato vegetativo, cioè quelle persone che hanno bisogno di una eutanasia attiva da parte di terzi.

E parlando di politica il pensiero della Maraini è in linea con quello di Carofiglio (e con il mio):

"La bravura di una classe politica dovrebbe stare proprio nella capacità di trovare risposte adeguate a problemi complessi (…) Ma la politica cui penso io è altro rispetto a quella odierna. Una politica fatta di persone che hanno a lungo studiato e che sanno argomentare con cognizione di causa

Per la serie: siamo a posto...


Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia a cascata di luglio, lo collego a "Nulla resta nell'ombra" perchè scritti entrambi da donne