martedì 21 luglio 2020

"La moglie imperfetta", B.A. Paris


Sussex (Inghilterra), 17 luglio 2015. Cassandra (Cass) Anderson ha 34 anni e fa l’insegnante. Ha trascorso una piacevole serata con i colleghi, la classica cena di fine anno scolastico, ma nonostante l’ora tarda all’uscita è rimasta imbottigliata nel traffico. Decide quindi di ignorare la raccomandazione del marito di non prendere la strada che taglia attraverso il bosco: è vero che riduce di molto il percorso, ma è anche isolata e i cellulari non prendono. Ed è lì che nota una macchina ferma nella piazzola. Transitando vede una donna al volante e si ferma, ma il forte temporale che imperversa su di loro la scoraggia a scendere per vedere se ha bisogno di aiuto. Rimette in moto e torna a casa, dimenticando l’episodio, finchè il mattino dopo scopre con orrore che la donna è stata uccisa in quella stessa piazzola e viene presa dai sensi di colpa, ma anche dal panico: e se l’assassino l’ha vista e pensa che lei abbia visto lui? Timori esasperati dalle telefonate mute che comincia a ricevere proprio da quella mattina e che si vanno ad aggiungere a quella che è la vera paura di Cass: il dubbio di essere affetta – come lo era sua madre – da demenza precoce. Perchè sta cominciando a dimenticare troppe cose…

Dopo più di tre anni mi sono decisa a leggere il secondo romanzo della Paris: nonostante il tempo trascorso, è ancora vivo il ricordo del nervosismo che mi aveva trasmesso quello di esordio, “La coppia perfetta”. Questo, invece, mi è piaciuto così tanto che sto pensando di leggere al più presto il terzo (“Non dimenticare”).

Anche in questo caso l’autrice non rende giustizia alla forza di noi donne: Cass non è un personaggio sottomesso come Grace, però – lungamente provata dalla malattia della madre e terrorizzata all’idea di averla anche lei – è troppo debole e insicura per i miei gusti.

Ma la storia regge proprio grazie alla sua distrazione e per questo sono riuscita a tollerare circostanze che altrimenti avrei trovato estremamente irritanti, episodi che seguono sempre lo stesso schema, quello sfruttato (in chiave divertente) anche dalla Kinsella con la protagonista dei suoi vari I love shopping: un cosa detta o fatta viene fraintesa da qualcuno e la protagonista (Becky per presunzione, Cass per paura) non chiarisce subito l’equivoco, complicando immancabilmente tutto.

E’ un thriller che se analizzato presenta qualche pecca, alcune esagerazioni, molte inverosimiglianze; avendo pochi personaggi ha anche pochi candidati al ruolo dell’assassino e la Paris non è abbastanza brava a nascondere nella trama un particolare di quelli che hanno lo scopo di colpire il lettore facendogli pensare: “ah, già, è vero” quando alla fine viene svelato, ma che in questo caso è maldestramente riconoscibile, soprattutto da chi è abituato a leggere thriller.

Ma è comunque un buon thriller: intrigante fin dall’inizio, scorrevole, crea suspense e voglia di vedere tutti i fili andare al loro posto e pazienza se certi sono evidenti.

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di luglio "un libro in cui un personaggio muore"