Sussex
(Inghilterra), 17 luglio 2015. Cassandra (Cass) Anderson ha 34 anni e
fa l’insegnante. Ha trascorso una piacevole serata con i colleghi,
la classica cena di fine anno scolastico, ma nonostante l’ora tarda
all’uscita è rimasta imbottigliata nel traffico. Decide quindi di
ignorare la raccomandazione del marito di non prendere la strada che
taglia attraverso il bosco: è vero che riduce di molto il percorso,
ma è anche isolata e i cellulari non prendono. Ed è
lì che nota una macchina ferma nella piazzola. Transitando vede una
donna al volante e si ferma, ma il forte temporale che imperversa su
di loro la scoraggia a scendere per vedere se ha bisogno di aiuto. Rimette in moto e torna a casa, dimenticando l’episodio, finchè
il mattino dopo scopre con orrore che la donna è stata uccisa in
quella stessa piazzola e viene presa dai sensi di colpa, ma anche dal
panico: e se l’assassino l’ha vista e pensa che lei abbia visto
lui? Timori esasperati dalle telefonate mute che comincia a ricevere
proprio da quella mattina e che si vanno ad aggiungere a quella che è
la vera paura di Cass: il dubbio di essere affetta – come lo era
sua madre – da demenza precoce. Perchè sta cominciando a
dimenticare troppe cose…
Dopo
più di tre anni mi sono decisa a leggere il secondo romanzo della
Paris: nonostante il tempo trascorso, è ancora vivo il ricordo del
nervosismo che mi aveva trasmesso quello di esordio, “La coppia perfetta”. Questo, invece, mi è piaciuto così tanto che sto
pensando di leggere al più presto il terzo (“Non dimenticare”).
Anche
in questo caso l’autrice non rende giustizia alla forza di noi
donne: Cass non è un personaggio sottomesso come Grace, però –
lungamente provata dalla malattia della madre e terrorizzata all’idea
di averla anche lei – è troppo debole e insicura per i miei gusti.
Ma
la storia regge proprio grazie alla sua distrazione e per questo sono
riuscita a tollerare circostanze che altrimenti avrei trovato
estremamente irritanti, episodi che seguono sempre lo stesso schema, quello sfruttato (in chiave divertente) anche dalla Kinsella con
la protagonista dei suoi vari I love shopping: un cosa detta o fatta
viene fraintesa da qualcuno e la protagonista (Becky per presunzione,
Cass per paura) non chiarisce subito l’equivoco, complicando
immancabilmente tutto.
E’
un thriller che se analizzato presenta qualche pecca, alcune
esagerazioni, molte inverosimiglianze; avendo pochi personaggi ha
anche pochi candidati al ruolo dell’assassino e la Paris non è
abbastanza brava a nascondere nella trama un particolare di quelli
che hanno lo scopo di colpire il lettore facendogli pensare: “ah, già, è vero”
quando alla fine viene svelato, ma che in questo caso è
maldestramente riconoscibile, soprattutto da chi è abituato a leggere
thriller.
Ma
è comunque un buon thriller: intrigante fin dall’inizio,
scorrevole, crea suspense e voglia di vedere tutti i fili andare al
loro posto e pazienza se certi sono evidenti.
Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia normale di luglio "un libro in cui un personaggio muore"