giovedì 30 luglio 2020

"Non dimenticare", B.A. Paris

Fonches (Francia), 15 marzo 2006. Finn McQuaid, nonostante abbia solo 29 anni, ha già accumulato una piccola fortuna grazie al suo lavoro di consulente finanziario. Anche sul piano personale le cose non potrebbero andare meglio per lui da quando, la notte di capodanno di quindici mesi prima, ha conosciuto la giovanissima Layla, appena arrivata a Londra da una sperduta isola scozzese. Dopo un mese già convivevano e adesso stanno tornando da una vacanza trascorsa sulle piste innevate francesi. Dopo una sosta ai bagni di una piazzola lungo l’autostrada, Finn torna alla macchina senza trovarci Layla. Le ricerche della polizia non danno riscontri, la ragazza sembra essere sparita nel nulla. Passano dodici anni e Finn ha appena chiesto alla sua nuova compagna di sposarlo. Ellen è tranquilla, accomodante, sempre sorridente… ed è la sorella maggiore di Layla! Layla che all’improvviso sembra emergere dal passato sconvolgendo l’esistenza di Finn che forse non l’ha mai dimenticata e che non ha raccontato tutta la verità riguardo al momento in cui lei era scomparsa.

Una trama che casualmente in principio ricorda molto quella di “Nulla resta nell’ombra”: un’altra coppia che si conosce la notte di capodanno e che brucia le tappe andando subito a vivere insieme. Soprattutto uno dei due che sparisce durante una vacanza all’estero. Questa volta però tocca alla donna e comunque dalla sparizione in poi i due romanzi sono molto diversi, ma non mi sono piaciuti allo stesso modo.

La Paris, dopo l’apprezzamento per “La moglie imperfetta”, torna a deludermi.

Di questo libro mi è piaciuta la struttura: diviso in tre parti, nella prima si alternano i capitoli fra il passato e il presente di Finn, nella seconda si alternano fra due voci narranti e nella terza torna da sola quella del protagonista. I capitoli, inoltre, si alternano fra medio-brevi e brevissimi, con indizi e dettagli ben sistemati nell’ultima frase, uno stratagemma che spinge ad andare avanti.

Quello che non mi ha convinta è lo sviluppo della storia: dopo una bella partenza, ricca di suspense, quasi subito si perde ripetendo per troppe volte il meccanismo ritrovamento matrioska/ricevimento mail, con pochissime varianti e pochissimi cambiamenti nelle reazioni dei (pochissimi) personaggi coinvolti diventando noioso.

E purtroppo a immaginare quale fosse il colpo di scena finale, che sapevo essere il punto di forza del romanzo, ci sono arrivata poco oltre la metà del libro: Joel Dicker viene criticato perché inserisce troppi personaggi nelle sue storie, ma se un autore di thriller ne mette solo cinque deve essere davvero bravo per riuscire a sorprendere e l’idea della Paris non è stata così originale.

 
Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia a cascata di luglio, lo collego a "La ragazza con la treccia" per le autrici sono entrambe europee