Marsiglia, giugno 1983. Antonio non ha mai smesso di pensare a quei due giorni lontani trascorsi nella città francese, ma quest'anno - il 2016 del presente - il ricordo è più struggente perchè si ritrova ad avere 51 anni, vale a dire l'età che aveva suo padre quando hanno condiviso quell'esperienza, quelle 48 ore in cui non hanno potuto dormire, quella condivisione che li ha portati a smettere di essere due estranei.
Farei fatica a fare una classifica di gradimento perché amo Carofiglio, il suo stile e le storie che racconta, ma questo è forse il suo lavoro migliore. Un Carofiglio introspettivo, una storia molto diversa dalle altre, senza neppure un accenno a un tribunale. Un romanzo di formazione, un genere che per piacermi deve coinvolgermi e parecchio.
Nonostante io sia stata figlia di una coppia unita e felice, la coronazione perfetta del “finchè morte non vi separi”, e nonostante non mi sia riprodotta, Carofiglio c’è riuscito – a coinvolgermi - narrando la storia di questo ragazzo con cui non condivido nulla, figlio di una coppia separata, due genitori accademici che – soprattutto il padre – hanno avuto un ruolo marginale nella vita del bambino prima e del ragazzo poi, fino ai suoi 18 anni, quando una certa situazione obbliga padre e figlio a vivere due giorni in simbiosi privandoli del sonno, in una città che non è la loro e di cui hanno un po’ paura.
Una città che ricorda non poco la mia Genova e non solo perché si affacciano sullo stesso mare. Una città ben più malfamata della mia, ma con una struttura verticale simile, con le stesse mescolanze di colori, odori, suoni e rumori. Una città che forse in origine non è riuscita ad essere accogliente facendosi rispettare come ha fatto Genova e ha finito un po’ col perdersi.
Ma Marsiglia è soltanto la cornice per questa storia di sentimenti familiari in cui la bravura dell’autore rende facile immedesimarsi rendendo tangibile il momento della crescita del suo protagonista e quell’attimo in cui chiunque abbia avuto la fortuna di aver avuto i genitori accanto durante la fase di passaggio all’età adulta si rende conto che mamma e papà sono anche due persone con una vita propria, con pregi e difetti, forza o fragilità, che – a seconda dei casi - non sono invincibili oppure condannabili.
Come d’abitudine non mancano le citazioni (c’è anche un’autocitazione, questa evitabile, secondo me), tutte bellissime, a cominciare da quella del titolo.
Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia autore di luglio