Torino, 15 febbraio 2015. Il risveglio di Vani Sarca è molto diverso rispetto al solito: la sera prima c'è stata la cena tanto sospirata culminata nei baci tanto attesi che hanno decretato la nuova coppia. Ma non c'è tempo per crogiolarsi nella nuvoletta rosa dell'amore: Riccardo Randi, l'ex di Vani, è vittima di uno stalker che venti giorni prima gli ha fatto trovare un povero coniglio morto sullo zerbino di casa. Poi ha ricevuto un pacco con delle forbici insanguinate, quindi una penna (insanguinata anch'essa). Coniglio e oggetti erano accompagnati da messaggi minatori che manifestano un preoccupante crescendo di odio. Conviene indagare a fondo, e qui entra in gioco il commissario Berganza...
Contemporaneamente Enrico, il capo di Vani alla casa editrice L'Erica, le affida un nuovo incarico come ghostwriter: deve scrivere il primo di una nuova serie di libri ambientati in Italia che saranno firmati da uno dei re dei thriller americani, Henry Dark. Che in realtà si chiama Enrico D'Archino ed è un "banale" italiano della Brianza.
Un altro autore che mi sono decisa a riprendere: questa volta sono passati più di due anni dall'ultimo libro della Basso che avevo letto. Chiaramente questo mio intervallo di lettura è l'unica cosa che accomuna lei e Kent Haruf.
"La scrittrice del mistero" è il quarto romanzo della serie che ha come protagonista Vani Sarca e inizia dal giorno successivo alla conclusione del precedente: Alice Basso, a differenza di Alessia Gazzola e di tanti altri autori, è una che sta attenta alla cronologia degli eventi e non sbaglia le date, guadagnandosi la mia gratitudine. Ha anche il pregio di non dilungarsi nel riassumere le vicende personali dei personaggi, cosa che interpreto come una forma di rispetto per i lettori fedeli. Chi inizia una serie dal quarto titolo merita di perdersi i passaggi della trama orizzontale.
Non che nella serie ci sia chissà quale costruzione. La sinossi recita: "La vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa". Ecco, invece questo è decisamente un romanzo (romanzetto) molto rosa, con una piccola sfumatura di giallo.
Contemporaneamente Enrico, il capo di Vani alla casa editrice L'Erica, le affida un nuovo incarico come ghostwriter: deve scrivere il primo di una nuova serie di libri ambientati in Italia che saranno firmati da uno dei re dei thriller americani, Henry Dark. Che in realtà si chiama Enrico D'Archino ed è un "banale" italiano della Brianza.
Un altro autore che mi sono decisa a riprendere: questa volta sono passati più di due anni dall'ultimo libro della Basso che avevo letto. Chiaramente questo mio intervallo di lettura è l'unica cosa che accomuna lei e Kent Haruf.
"La scrittrice del mistero" è il quarto romanzo della serie che ha come protagonista Vani Sarca e inizia dal giorno successivo alla conclusione del precedente: Alice Basso, a differenza di Alessia Gazzola e di tanti altri autori, è una che sta attenta alla cronologia degli eventi e non sbaglia le date, guadagnandosi la mia gratitudine. Ha anche il pregio di non dilungarsi nel riassumere le vicende personali dei personaggi, cosa che interpreto come una forma di rispetto per i lettori fedeli. Chi inizia una serie dal quarto titolo merita di perdersi i passaggi della trama orizzontale.
Non che nella serie ci sia chissà quale costruzione. La sinossi recita: "La vita di una ghostwriter non ha nulla a che fare con un romanzo rosa". Ecco, invece questo è decisamente un romanzo (romanzetto) molto rosa, con una piccola sfumatura di giallo.
La Vani, che conosciamo come impermeabile a tutto, in amore diventa una mammoletta che si fa prendere dai crampi allo stomaco (ventitré volte in 320 pagine!) per frasi, sfioramenti, sguardi, ecc, che per la maggior parte dovrebbero generare questo effetto giusto su degli adolescenti.
Ma l'inizio della stagione calda e le prime giornate trascorse al mare sono state adatte a questa lettura tutto sommato piacevole, sicuramente scorrevole e anche divertente grazie a un umorismo in stile Littizzetto molto più presente in questo rispetto ai titoli precedenti.
Ma l'inizio della stagione calda e le prime giornate trascorse al mare sono state adatte a questa lettura tutto sommato piacevole, sicuramente scorrevole e anche divertente grazie a un umorismo in stile Littizzetto molto più presente in questo rispetto ai titoli precedenti.
Il finale aperto spinge fortemente verso la quinta (e credo ultima) puntata della serie: lo sceglierò per la prima traccia utile perché sono senz'altro curiosa di leggerlo.