Torino, 1991. Alice e Mattia hanno 15 anni quando le loro strade si incrociano. Frequentano la stessa scuola, in classi diverse, e non si sono mai parlati - forse neppure mai visti - fino al mattino in cui lei, per placare l'insistenza della bulla dell'istituto che le chiede di scegliere un ragazzo che le piace, punta il dito su di lui.
Una festa di compleanno, un bacio chiesto e non concesso, un'amicizia che nasce e che li accompagna durante la crescita fino all'età adulta. Un rapporto particolare fra due persone particolari, entrambe artefici e vittime di episodi accaduti durante l'infanzia che li hanno segnati per sempre, esternamente e interiormente.
Paolo Giordano, scrittore e fisico torinese, era partito col botto nel 2008 vincendo con questo suo primo romanzo quattro premi letterari nazionali, Strega, Campiello, Fiesole narrativa Under 40 e Merck Serono.
Avendo appena 26 anni fu anche il più giovane scrittore a vincere il Premio Strega, record ancora imbattuto (dal 2014 c'è anche il Premio Strega Giovani, che però ha il suo albo d'oro separato).
Il libro è stato tradotto in ventidue paesi.
Io, oltre a non averlo letto prima, non lo avevo neppure in wish list e anche questa volta è stata una traccia della Reading Challenge a portarlo nel mio Kindle.
Sono contenta di averlo recuperato perché mi è piaciuto anche se tutto il palmarès sciorinato prima mi sembra eccessivo: l'ho trovato piacevole, ma non bellissimo; originale, ma non unico; scritto bene, ma non eccelso; toccante, ma non travolgente.
Il festival delle cose non dette.
Soprattutto l'ho trovato terribilmente triste. Sottotitolo perfetto: mai una gioia.
Ha il pregio di spingerti a guardare la tua vita con più magnanimità se hai la fortuna di avere poco o niente in comune con i due protagonisti.
E qui entra in gioco quello che, secondo me, è il punto debole della storia: Giordano, sotto all'ampio ombrello della solitudine, ha messo una moltitudine di macro argomenti (autolesionismo, disturbi alimentari, autismo, bullismo, omosessualità sono solo quelli principali) senza approfondirne nessuno. Forse 26 anni erano troppo pochi per poter trattare in modo convincente tutte queste tematiche.
Ma adesso voglio recuperare anche il film (nonostante l'antipatia che provo verso i due attori protagonisti) e dare un'occhiata alle trame degli altri tre romanzi dell'autore.
Reading Challenge 2002, traccia di giugno: un libro dove il protagonista cresce
Una festa di compleanno, un bacio chiesto e non concesso, un'amicizia che nasce e che li accompagna durante la crescita fino all'età adulta. Un rapporto particolare fra due persone particolari, entrambe artefici e vittime di episodi accaduti durante l'infanzia che li hanno segnati per sempre, esternamente e interiormente.
Paolo Giordano, scrittore e fisico torinese, era partito col botto nel 2008 vincendo con questo suo primo romanzo quattro premi letterari nazionali, Strega, Campiello, Fiesole narrativa Under 40 e Merck Serono.
Avendo appena 26 anni fu anche il più giovane scrittore a vincere il Premio Strega, record ancora imbattuto (dal 2014 c'è anche il Premio Strega Giovani, che però ha il suo albo d'oro separato).
Il libro è stato tradotto in ventidue paesi.
Io, oltre a non averlo letto prima, non lo avevo neppure in wish list e anche questa volta è stata una traccia della Reading Challenge a portarlo nel mio Kindle.
Sono contenta di averlo recuperato perché mi è piaciuto anche se tutto il palmarès sciorinato prima mi sembra eccessivo: l'ho trovato piacevole, ma non bellissimo; originale, ma non unico; scritto bene, ma non eccelso; toccante, ma non travolgente.
Il festival delle cose non dette.
Soprattutto l'ho trovato terribilmente triste. Sottotitolo perfetto: mai una gioia.
Ha il pregio di spingerti a guardare la tua vita con più magnanimità se hai la fortuna di avere poco o niente in comune con i due protagonisti.
E qui entra in gioco quello che, secondo me, è il punto debole della storia: Giordano, sotto all'ampio ombrello della solitudine, ha messo una moltitudine di macro argomenti (autolesionismo, disturbi alimentari, autismo, bullismo, omosessualità sono solo quelli principali) senza approfondirne nessuno. Forse 26 anni erano troppo pochi per poter trattare in modo convincente tutte queste tematiche.
Ma adesso voglio recuperare anche il film (nonostante l'antipatia che provo verso i due attori protagonisti) e dare un'occhiata alle trame degli altri tre romanzi dell'autore.
PS: anch'io ho sempre trovato meravigliosi i numeri primi!
Reading Challenge 2002, traccia di giugno: un libro dove il protagonista cresce