mercoledì 16 luglio 2025

"La prima bugia vince", Ashley Elston

 

Lake Forbing (Louisiana), 2024. Lei è brava nel suo lavoro e sa di esserlo. Ma l'ultimo caso di cui si è occupata non è andato a buon fine, quindi sa anche che adesso Mr Smith pretenderà la perfezione assoluta. Non può fallire e non fallirà. Però le dispiacerà dover abbandonare il ruolo di Evie perché con Ryan sta sperimentando tutto quello che ha sempre desiderato: la vita di coppia, una casa con giardino, l'amore, la passione. Ma lei è una professionista, abituata a dover lavorare sotto copertura, e quando avrà trovato le prove dei loschi traffici di Ryan sparirà nel nulla, come ha sempre fatto, pronta per un nuovo incarico, con il sogno di poter un giorno tornare a essere se stessa, Lucca Marino.
Un nome particolare, unico. Finché una sera un vecchio amico di Ryan presentando a entrambi la donna che gli è accanto dice senza esitazioni: "Ryan, Evie, questa è Lucca Marino".

Imperfetto

Ashley Elston, autrice
 statunitense classe 1973, fino allo scorso anno aveva pubblicato solo Young Adult: questo è il suo primo thriller ed è anche il primo romanzo tradotto in italiano.

La trama è abbastanza originale, con una protagonista che non è né la vittima di un crimine, né l'investigatrice infallibile: Lucca ha 27 anni e una predisposizione naturale per la menzogna, caratteristica che l'ha messa nei guai, ma che poi è diventata la prerogativa principale per il suo (illegale) mestiere.
Invece non è originale l'uso dei salti temporali attraverso i quali viene raccontato il presente e viene ricostruito il passato di Lucca a partire dai suoi 17 anni, ma è un sistema che funziona sempre nei thriller e che qui è indispensabile per costruire e poi svelare i vari ingranaggi.

Nell'ultimo terzo l
a storia accelera, ma lo fa perdendo credibilità rendendo quindi il libro meno convincente, scatenando però una sensazione strana: non si vuole interrompere la lettura per scoprire come si sono svolti davvero i fatti, ma procedendo l'entusiasmo cala con l'aumentare di eccessi sempre più improbabili.

Reading Challenge 2025, traccia annuale Cruciverba

lunedì 7 luglio 2025

"Un colpo di vento", Ferdinand von Schirach

 

Ferdinand von Schirach, avvocato e scrittore tedesco (Monaco, 1964), ha dichiaratamente preso le distanze dalla sua famiglia nazista.
Di suo nel 2012 avevo letto "Il caso Collini", bellissimo, e anche questa raccolta di undici racconti pubblicata da Longanesi nel 2010 mi ha pienamente soddisfatta.

Giuridico

Il filo conduttore è la voce narrante, un avvocato che descrive casi di cui si è occupato, ricostruendo i crimini e descrivendone l'epilogo, che non sempre arriva in un tribunale. 
Quasi tutte le vicende sono ambientate a Berlino, un paio sono banali, altre non risparmiano dettagli splatter e un titolo spoilera il finale, ma sono tutte storie interessanti per gli amanti dei legal thriller. Racconti che avrebbero potuto diventare tranquillamente romanzi, mi affascinano sempre gli scrittori che non temono di bruciare idee valide in poche pagine.

"Fähner "

Fähner è il cognome di Iriedhelm, medico di base della bellissima Rottweil, e questo è il racconto del suo lunghissimo matrimonio con Ingrid e del suo triste epilogo, un'unione di cui si salvò solo l'inizio.

"La tazza di tè di Tanata"

Una tazza del 1581 viene rubata e rivenduta per trenta euro da tre balordi che ne ignorano il valore. Tanata non si farà scrupoli per tornarne in possesso.

"Il violoncello"

Theresa e Leonhard Tackler, due fratelli rimasti orfani di madre da bambini e cresciuti senza affetto e senza alcun privilegio dall'autoritario e ricchissimo padre. Arrivati ai vent'anni tagliano il cordone ombelicale e per i tre successivi viaggiano per l'Europa. In Sicilia succederà qualcosa che cambierà drasticamente le cose.

Viene citato il borgo di Tornano sulle colline del Chianti, con il suo castello:


"Il riccio
"

Gli Abu Fataris sono otto fratelli libanesi, Karim è il più giovane. Si presenta al processo contro uno degli altri, Walid, accusato di rapina a un banco dei pegni. Testimonierà che in realtà erano a casa insieme, a guardare la televisione. Gli alibi forniti dai familiari non hanno valore, ma Karim viene ascoltato lo stesso. Tutti lo hanno sempre considerato scemo, ma lo sarà davvero?

"Fortuna"

Irina ha vent'anni ed è arrivata in Germania da uno, scappata dal suo Paese dell'Est dopo che la guerra si era presa tutto di lei. Si prostituisce per vivere, ma un giorno a un cliente viene un infarto fatale proprio quando è nel suo letto.

"Summertime"

Consuela lavora come cameriera a ore in un lussuoso albergo. Deve pulire la suite 239 e poi per quel giorno avrà finito, ma appena entrata si trova di fronte a una scena che le farà ritardare il ritorno a casa: il cadavere di una giovane donna con la testa sfondata da una pesante lampada di ghisa. Chi ha ucciso Stefanie Becker e perché?

"Legittima difesa"

In una stazione della metropolitana due skinhead cattivi prendono di mira la persona sbagliata, un uomo all'apparenza timoroso e che invece li fa fuori con due mosse fulminee.

"Verde"

Philipp, il figlio diciannovenne del conte di Nordeck, prende di mira le pecore: le uccide con diciotto colpi e cava loro gli occhi. Gli allevatori portano le carcasse al conte che paga il doppio del loro prezzo. Finché non scompare una ragazza di 16 anni, Sabine, la figlia del maestro. Doveva andare a Monaco da un'amica ed è stato proprio Philipp ad accompagnarla in stazione.

"La spina"

Feldmayer viene assunto come guardiano di sala nei Musei Civici. Per la svista di un'impiegata il suo nome non viene inserito nella turnazione. Cosa succede alla mente di un uomo che per ventitré anni si trova a fissare ogni giorno, per ore, una statua?

"Amore"

Patrik ferisce alla schiena la ragazza che frequenta da due anni, Nicole, con il coltellino svizzero con cui aveva appena tagliato la mela che avevano condiviso. I genitori assumono l'avvocato voce narrante e solo a lui Patrik spiega il perché di quel gesto.

"L'etiope"

Un uomo viene arrestato - o si lascia arrestare - dopo un colpo in banca. Si chiama Frank Xaver Michalka e ha rubato perché non sapeva come fare per tornare in Etiopia, dalla sua donna, dalla sua bambina e nel loro villaggio.
Il racconto più toccante.

Reading Challenge 2025, traccia stagionale crucipuzzle, estate: montagna


martedì 1 luglio 2025

Reading Challenge: tracce di luglio

         



Tracce generiche:
  • libri con una farfalla in copertina
  • libri il cui titolo inizia con una di queste lettere: E - S - T - A - T - E

Traccia cascata di lettere: 
  • Dame


Traccia rebus:


Traccia dadi: 29 - 45 - 102



I miei punti di luglio:



lunedì 30 giugno 2025

"Come l'arancio amaro", Milena Palminteri

 

"Verbale d’inventario di eredità del barone Carlo Cangialosi deceduto a Sarraca, provincia di Girgenti, in data ventitré dicembre millenovecentoventiquattro"

Agrigento, 1960. E' così che si apre il documento in cui Carlotta 
Cangialosi - 36 anni, direttrice dell’Archivio notarile della città - si imbatte mentre sta cercando un altro vecchio atto. Carlo era suo padre, morto proprio la sera in cui lei era nata, e la sorpresa iniziale si trasforma presto in panico. Terminata la lettura si ritrova con tantissime domande e quasi nessuno rimasto in vita a cui porle. L'unica cosa che può fare è correre a Sarraca da Pippino Calascibetta, avvocato, ma soprattutto zio d'azione, e pretendere delle risposte. Perché quel verbale è una denuncia grave che mette in dubbio la paternità di Carlo e a presentarla era stata la madre di lui, la baronessa Rosetta Damelio!
Zio Pippino minimizza, la nonna paterna di Carlotta era nobile, quella materna una popolana, da lì lo scontro. 
Ma rimasto solo Pippino ripensa a tutta la storia, quella vera.

Non troppo amaro

Questo, per puro caso, continua a essere per me l'anno degli esordi letterari. "Un esordio tardivo", così lo definisce il sito Bompiani raccontando come l'autrice, palermitana con una lunga carriera lavorativa negli archivi notarili di Salerno, abbia preso spunto per il suo primo romanzo (di cui non mi stupirebbe l'uscita del seguito) da una reale storia di compravendita di un neonato avvenuta una quarantina d'anni fa.

Pubblicato lo scorso anno, e finito nella 
sestina del Premio Bancarella che verrà assegnato il prossimo 20 luglio, è una lettura piacevole, fatta eccezione per le interminabili descrizioni di piatti, quasi tutti sporchi di sangue.

"(...) un’oca con dentro una gallina nella quale era stato accomodato un piccione che nello stomaco ospitava una beccaccia involta nel lardo. Tra l’uno e l’altro animale, tutti accuratamente spennati e fiammeggiati, un morbido nido fatto con un impasto di uova, mollica di pane, interiora."

Il libro - diviso in dieci parti - alterna il passato del 1924 al presente della storia, che si svolge nel 1960. Molti personaggi, facilmente inquadrabili, con l'inserimento di alcune persone
 realmente esistite, mi ha ricordato moltissimo i romanzi di Simonetta Agnello Hornby, decisamente troppo, e il "troppo" trasforma il complimento in critica.

La scelta di ambientare il passato della storia (che costituisce la maggior parte del romanzo) nel 1924 comporta numerosi rimandi all'ascesa del fascismo; in principio si tratta di semplici accenni (un esempio su tutti riguarda l'omicidio di Matteotti), utili soprattutto per evidenziare lo schieramento di alcuni, ma poi la questione viene approfondita coinvolgendo anche la mafia.

I delinquenti ci sono ancora eccome! Rubano e ammazzano come prima e più di prima! E stanno tutti assittati nelle poltrone del governo!

A non piacermi è stato l'inserimento forzato di un fatto realmente accaduto che diventa un ingranaggio importante del libro, quello del dirigibile francese Dixmude che prese fuoco e precipitò al largo di Sciacca causando la morte dei cinquanta passeggeri. Un evento che indubbiamente colpì molto la popolazione locale, peccato però che sia successo nel 1923, non nel 1924. Non amo questi adattamenti storici.

Reading Challenge 2025, traccia annuale Cruciverba

venerdì 27 giugno 2025

"Una perfetta sconosciuta", Alafair Burke

 

New York, inverno 2011. Dopo otto mesi di disoccupazione Alice, 37 anni, ha finalmente trovato il lavoro dei suoi sogni: direttrice di una nuovissima galleria d'arte a due passi dalla High Line, un ruolo in cui potrà mettere a frutto il suo master in storia dell'arte, ma - soprattutto - un lavoro che si è conquistata da sola, senza l'intervento del suo famoso padre, il regista premio Oscar Frank Humphrey.
A essere onesti andare a una mostra, ritrovarsi a chiacchierare con un uomo affascinante e scoprire che sta cercando una persona qualificata che voglia dirigere la galleria senza il timore dei possibili condizionamenti del ricco proprietario che lui rappresenta, è stato solo un grandissimo colpo di fortuna, ma questo non sminuisce certo le sue capacità.
Invece non c'è stato proprio niente di fortunato nell'inciampare nel cadavere dell'intermediario pochi giorni dopo l'inaugurazione, sporcarsi con il suo sangue e poi rendersi conto che i due detective a cui sta raccontando cosa è successo non la guardano con la compassione che si dovrebbe riservare a una donna provata da una esperienza terribile come quella, bensì come una possibile sospetta.

Concatenato

Tralasciando i tanti romanzi firmati a quattro mani con Mary Higgins Clark (nei quali ho sempre trovato solo quest'ultima non scorgendo un contribuito da parte della Burke, mentre adesso ho capito che sono accomunate da due aspetti: risvolti romantici e protagonisti ricchi e privilegiati con cui si dovrebbe empatizzare), di lei avevo letto solo "La ragazza nel parco", non il romanzo di esordio, ma il primo a essere stato tradotto. Era il 2019 e se sono passati sei anni non è solo perché il libro non mi aveva convinta, ma anche perché volevo vedere se l'editoria italiana avrebbe recuperato i titoli non ancora tradotti.
Perché con Alafair Burke non è stato fatto un buon lavoro: in Italia non è mai arrivata la sua serie di esordio con protagonista Samantha Kincaid, tre libri scritti fra il 2003 e il 2005, ma il disastro lo hanno fatto con la seconda serie, quella che ha per protagonista Ellie Hatcher, dove hanno tradotto solo quattro titoli su sei saltando il primo e il terzo! Inconcepibile! Invece degli otto romanzi autoconclusivi ne hanno tradotto sei, in ordine sparso, ma non essendoci collegamenti il danno è minore.

Questo, titolo originale "Long Gone", è il primo degli autoconclusivi che ha scritto (nel 2011) e l'ho trovato migliore de "La ragazza nel parco" (scritto cinque anni dopo).
In entrambi non emerge il passato dell'autrice (Florida, 1969) che è stata sia Pubblico Ministero sia giudice della Corte d'Appello: le storie non sfiorano neppure il legal thriller ed è un peccato. Questo, come l'altro, strizza l'occhio al poliziesco, mantenendo però al centro della vicenda la protagonista con le sue indagini personali.

Un thriller un po' datato (siamo ancora nell'era degli SMS) in cui dialoghi e trama non spiccano per originalità, ma le dinamiche funzionano e la ricostruzione alla fine risulta convincente, trattando - seppure senza particolari approfondimenti - temi pesanti, pedofilia, bullismo nelle scuole e il MeToo, questo ben prima della nascita del movimento.

Purtroppo mi sono rovinata da sola tutti i colpi di scena, intuendo con molto anticipo i chi, i come e quasi tutti i perché, ma non si tratta né di un mio particolare acume né di pecche della Burke che, anzi, ha costruito anche un buon intreccio con due sottotrame. E' la fiction ad avere i suoi limiti, il colpevole non può spuntare dal nulla alla fine del libro e nella rosa dei personaggi si fa presto a fare due più due, specialmente quando si leggono thriller da tutta la vita e basta un'occhiata alla copertina per riconoscere uno spoiler.

Reading Challenge 2025, traccia annuale Travestimenti: guanto in copertina


lunedì 23 giugno 2025

"Corpi, scheletri e delitti. Le storie del Labanof", Cristina Cattaneo

 

"Fare il medico legale consiste nello scrutare cadaveri, scheletri o corpi viventi, vittime di violenze di qualunque genere, per raccogliere gli elementi utili a ricostruire le dinamiche di una morte, di uno stupro, di un’aggressione, o semplicemente un’identità. È una specie di archeologia del crimine."

Mestiere particolare quello di Cristina Cattaneo (Casale Monferrato, 1964), medico e antropologo con una formazione che l'ha portata a lavorare anche in Canada e nel Regno Unito.

Un lavoro che le serie televisive e i thriller che amo tanto hanno reso noto, gravandolo però di aspettative (anche da parte di addetti ai lavori, come magistrati e poliziotti) irrealizzabili nella realtà.

"Si aspettano sulla scena di un crimine efferato (per esempio quello di una prostituta sgozzata e di un sospettato con un alibi) una risposta molto precisa, come: “La vittima è deceduta tra le 10.00 e le 11.00 di ieri sera”. Impossibile. Su un cadavere ben conservato, che è di fatto il caso più semplice poiché il raffreddamento, la rigidità e altri parametri del corpo possono fornire indicazioni abbastanza chiare, il margine di errore è di almeno 4-6 ore."

Questo saggio, pubblicato nel 2019, spiega molte cose, a cominciare da 
come e perché nel 1995 è nato il Labanof (laboratorio di antropologia e odontologia forense) di cui l'autrice è direttrice, e prosegue descrivendo alcuni dei casi di cui si sono occupati, a cominciare dalle prime esperienze nell’ambito delle scienze forensi.

Visti i temi trattati è per forza di cose un testo macabro, ma la Cattaneo ha il grande pregio di non cadere mai nel morboso, a differenza di certe testate e di certe trasmissioni, pronte a perdersi in particolari che solo gli addetti ai lavori dovrebbero conoscere per assecondare le curiosità perverse che molti hanno di fronte ai crimini.
 
Evidenzia l'importanza dell'azione congiunta di varie scienze (botanica, entomologia, archeologia forense, eccetera) e sottolinea l'importanza di restituire la propria identità a ogni corpo ritrovato.

Spiega dettagliatamente i procedimenti adottati per le indagini, dai sopralluoghi alle autopsie su persone decedute per cause naturali, ma soprattutto sulle vittime di omicidi, casi che non risparmiano neppure i bambini.
Specifica che il Labanof non si occupa solo di cadaveri: vengono interpellati quando è necessario stabilire la minore o maggiore età di un soggetto o per l'identificazione di un rapinatore o per raccogliere prove nei casi di reati sessuali. E anche per stabilire l'identità di un antico scheletro, com'è successo con
 Galeazzo Maria Sforza.

Dopo questa lettura se dovessi riguardare una puntata di CSI la vedrei con occhi diversi.

"Ogni giorno, senza saperlo, condanniamo indirettamente a morte esseri viventi semplicemente per il modo in cui viviamo: la nostra economia a volte contribuisce a distruggere chi vive nel terzo mondo, la nostra apatia fa sì che il vecchio barbone muoia assiderato, la nostra dieta permette l’esistenza di allevamenti di animali che vivono male e muoiono anche peggio, dietro la nostra vanità ci sono le carcasse di milioni di animali sacrificati per un prodotto di bellezza o per una pelliccia."

Reading Challenge 2025, traccia rebus di maggio: coltello e fuoco

venerdì 20 giugno 2025

"Mariani allo specchio", Maria Masella

 

Genova, 11 luglio di un anno non precisato. Il commissario Mariani dovrebbe raggiungere moglie e figlia in vacanza in Corsica quando il ritrovamento di un cadavere privo di documenti lo blocca in città. L'autopsia rivela che l'uomo è stato sedato e poi ucciso con un'iniezione di aria in vena che ha provocato l'embolia fatale. Ma successivamente l'assassino ha anche infierito sul corpo con numerose coltellate.
Passano soltanto due giorni e il carico di lavoro raddoppia: il cadavere di Giovanna Vianson, 32 anni, viene trovato dal marito nella loro casa sulle alture di Manin. La donna è stata prima ferita al viso con un sfregio dall'occhio alla bocca, poi al ventre, quindi al collo e questa è stata la ferita mortale perché ha reciso la carotide. Ci sono poi stati altri otto colpi inferti quando era già morta. Infine l'assassino le ha piantato il coltello nel Monte di Venere. Giovanna era incinta di due mesi.

Incandescente

Lo è il luglio del commissario - con un'identità da scoprire, due assassini da trovare e una decisione personale da prendere - ma vale anche per la lettura.

Poi c'è chi mi prende per maniacale quando dico che mi piace leggere i libri seguendo l'ordine cronologico, cosa imprescindibile in una serie, ma valida in generale, anche nei libri seriali e questi del commissario Mariani ne sono un bell'esempio: titolo dopo titolo le storie migliorano, le trame si infittiscono, gli ingranaggi si complicano. Se all'inizio l'ambientazione genovese giocava un ruolo fondamentale per il piacere che traevo da queste letture, adesso sono proprio le vicende gialle costruite da Maria Masella a conquistarmi.

Questa inizia poche settimane dopo gli avvenimenti del libro precedente ("Celtique. Mariani, il passato ritorna") e dall'11 luglio si conclude a fine mese, portando Mariani anche in Spagna, a Malaga.
Il possibile colpevole l'ho intuito con parecchio anticipo, ma è stato comunque coinvolgente vedere come il protagonista ricostruiva i fatti.

In più la sorpresa di trovare un tema caro a Carofiglio, la denuncia verso un sistema che spesso porta chi di dovere a cercare non le prove assolute, ma quelle che confermano i sospetti. Sono due cose molto diverse.

"Se un possibile colpevole è comodo, l’uso è ormai scavare in profondità per trovare le prove sufficienti per incriminarlo"

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di giugno: città, ditta

mercoledì 18 giugno 2025

"La bocca del lupo", Remigio Zena

 

Milano, 27 febbraio 1892. Remigio Zena risponde ad Agostino Pedevilla, giardiniere e negoziante di agrumi in Genova Nervi, che gli aveva precedentemente scritto rivelandogli la sua intenzione di voler mandare a Milano la figlia Teresa per farle gestire il negozio di fiori che lui desidera aprire in quella città. Zena gli consiglia di non farlo, perché Teresa è una "testina un poco vivace" e ci sono troppi lupi in giro pronti a spalancare la bocca di fronte a una bella ragazza. Con le ragioni per dissuaderlo potrebbe scrivere un libro...

Nasce così, proprio nel 1892, "La bocca del lupo", del quale esiste anche la traduzione in genovese, "A bocca di lô". Io ho soltanto la recente (2021) edizione che minimum fax ha pubblicato nella collana Introvabili, libri che erano fuori catalogo segnalati dalle persone che lavorano per la casa editrice.

Ottocentesco

Un libro che mi sono trascinata per quasi un mese: da non amante dei classici ho sentito tutto il peso non della scrittura - Remigio Zena, alias il marchese Gaspare Invrea (1850 - 1917), mi ha sorpresa proprio per la scioltezza della sua penna - quanto per la storia che racconta. E per l'infinita antipatia che mi ha scatenato la protagonista.

Siamo a Genova. Francisca Carbone, detta la Bricicca, besagnina di piazzetta della Pece Greca, nel quartiere di Ravecca, dove oggi è sempre bello fare due passi, ma che a cavallo fra Ottocento e Novecento - vivendo nella miseria come la maggior parte dei personaggi del libro - non doveva essere un paradiso: Zena, che parla di Busalla come del paesino bucolico che sicuramente doveva essere prima dell'avvento delle raffinerie (e comunque a me continua a non dispiacere, pur essendo lontano dal mare), per la Pece Greca usa descrizioni che trasmettono un oppressivo e costante senso di buio, freddo, umidità e malessere generale.

"Come si fa a non avere vergogna d'essere poveri?"

Della Bricicca - a cui sono rimaste solo tre figlie femmine dopo aver perso nell'arco di dieci mesi il marito e l'unico figlio maschio - ci viene subito detto che è stata scarcerata in anticipo dopo essere stata condannata per il lotto clandestino (nato a Genova, non a Napoli come si tende a dare per scontato).

Il libro descrive ciò che succede prima - perché la donna ha iniziato questa attività, come è stata scoperta, l'accusa, il processo, l'appello e l'incarcerazione - ma soprattutto il rapporto fra lei e le figlie ed è qui che il personaggio diventa spregevole.

L'ultimogenita, Marinetta, è una ragazzina strafottente, egoista e presuntuosa che si adatterebbe alla perfezione al mondo social dei giovani di oggi (è piuttosto impressionante l'attualità di questo soggetto una volta privato di pizzi e velette), ma la povertà e l'ignoranza della Bricicca non sono una valida giustificazione per le sue gravi mancanze verso Battistina, prima, e Angela, poi.

"I vicini non le avrebbero neppure sputato in bocca se l'avessero vista morire di sete"

Reading Challenge 2025, traccia annuale Cruciverba


lunedì 16 giugno 2025

"Il dubbio delle signorine Devoto. Ovvero, come spennare le oche senza farle gridare", Renzo Bistolfi

 

Sestri Ponente, domenica 17 luglio 1960. Sono da poco passate le 19 quando una sirena squarcia l'aria interrompendo la cena delle signorine Devoto che, insieme alla domestica Elvira, si precipitano (con la velocità consentita agli ottuagenari) al balcone, giusto in tempo per veder sfrecciare un'ambulanza della Croce Verde che va a fermarsi davanti al portone in fondo a via Privata Vassallo. La rassegna per capire chi può essersi sentito male fra gli abitanti della palazzina si ferma al suono di una seconda sirena. Questa volta si tratta dei carabinieri e se arrivano loro, per di più di domenica e con quella macaja, vuol dire che è successo qualcosa di brutto. Di molto brutto.

Arzillo

Riecco le tre signorine Devoto (Santa, Mariannin e Siria, che qui hanno rispettivamente 79, 82 e 87 anni), già 
protagoniste de "I garbati maneggi delle signorine Devoto", storia ambientata nell'estate del 1958, e semplici personaggi ne "Il coraggio della signora maestra", ambientato nel giugno 1961.

Bistolfi è tornato quindi al luglio dell'anno precedente per l'ultima apparizione delle tre anziane investigatrici dilettanti, come annunciava nelle note dell'autore. Note che aveva chiuso con un rassicurante "ma poi chissà, magari cambierò idea un'altra volta", ma purtroppo non ce n'è stato il tempo perché l'autore è morto l'anno scorso, cosa che ho scoperto solo in questo momento cercando in rete la sua data di nascita per poter rispondere a mio marito che mi chiedeva quanti anni avesse.

Bistolfi torna quindi al luglio dell'anno precedente per quella che potrebbe essere l'ultima apparizione delle tre anziane investigatrici dilettanti, come ha scritto nelle note dell'autore. Note che chiude con un rassicurante "ma poi chissà, magari cambierò idea un'altra voltae io lo spero perché - pur condividendo il suo pensiero (una concentrazione di crimini in una porzione di territorio così ristretta toglie credibilità alle storie) - le tre sorelle che si è inventato sono così piacevoli che sarebbe un peccato doverle salutare per davvero.

Pubblicato nel 2022 (ma scritto in piena pandemia), il nono romanzo del mio concittadino è un giallo in piena regola che strizza l'occhio alla narrativa (di solito avviene il contrario), con le signorine Devoto che brillano fra divertenti siparietti, acume e deduzioni che saranno fondamentali al maresciallo Galanti per risolvere un caso contrassegnato da due delitti e da un tentato omicidio.

Per quanto Bistolfi faccia autoironia (
"Gli sembrava una storia irreale e bizzarra, con personaggi sopra le righe, inventata da un romanziere poco sano di mente") costruire una vicenda credibile e godibile senza quasi uscire da un palazzo non è da tutti.


Edit: solo dopo aver pubblicato la recensione, per rispondere a mio marito che mi chiedeva l'età di Bistolfi, ho scoperto che l'autore ci ha lasciati lo scorso anno.
Addio alle signorine Devoto, al maresciallo Galanti, alla Sestri Ponente del dopoguerra, ai termini dialettali e alle tante situazioni descritte che mi facevano rivivere i racconti dell'epoca ascoltati da mia madre e dai nonni materni.
Addio a Renzo: non mi affeziono facilmente, ma a te ho voluto bene ♥

Reading Challenge 2025, traccia annuale Province italiane

sabato 14 giugno 2025

"Jill", Philip Larkin

 

Oxford, un giovedì pomeriggio di metà ottobre del 1940. Quando John Kemp scende dal treno è intimorito quanto eccitato: a soli 17 anni ha vinto una borsa di studio di ben cento sterline che gli ha spalancato le porte del grande ateneo. Trovarsi a dividere la stanza con il ricco e sfaccendato Christopher Warner lo metterà fin dal primo momento in una condizione di inferiorità: ha meno anni di Chris, meno soldi di Chris, meno amici di Chris, meno esperienza di Chris. Pensando di rendersi più interessante si inventa una sorella molto diversa da quella che ha: così l'immaginaria e sbarazzina quindicenne Jill prende il posto della reale e banale Edith, maestra elementare di Manchester. Arricchisce il personaggio di così tanti particolari che a un certo punto se la ritrova davanti: non Jill, ma Gillian, e innamorarsi sarà per lui automatico.

Zerbino

Romanzo di esordio di Philip Larkin (1922 - 1985) pubblicato nel 1946, ma scritto due anni prima, a cavallo fra i suoi 21 e 22 anni, poi ripreso nel 1963 senza grandi stravolgimenti, come l'autore specifica nell'introduzione scritta proprio quell'anno per la nuova edizione: "
Riprendendolo nel 1963 ho fatto una serie di piccole cancellature, ma non ho aggiunto né riscritto nulla, con l’eccezione di una parola qua e là e del ripristino di qualche termine scurrile al quale l’editore originale si era opposto."

Insieme a "Una ragazza d'inverno", pubblicato l'anno successivo, è il solo titolo di narrativa dell'autore, che successivamente si dedicò soltanto alla poesia.

Scrivere così bene a poco più di vent'anni non è cosa comune, ma la giovane età di Larkin all'epoca traspare in ciò che racconta (e chissà quanto c'è di autobiografico oltre al fatto che lui stesso entrò ad Oxford nell'autunno del 1940) e nel suo protagonista, voce narrante della storia.

Gli stacchi sostituiscono egregiamente la mancata divisione in capitoli, ma la trama è molto più leggera di quanto mi aspettassi, anche in considerazione degli anni in cui è ambientata, anni di guerra, di bombardamenti, di arruolamenti, di oscuramento: c'è tutto, ma è solo un pallido contorno, un qualcosa di molto lontano dai personaggi e anche quando John si precipita a Huddlesford dopo aver saputo che la sua cittadina ha subito un grave attacco le sue paure non traspaiono in maniera toccante.

Probabilmente il mio errore è stato quello di aspettarmi un romanzo simile a "Dio di illusioni" di Donna Tart, e in effetti qualche rimando l'ho trovato, non solo l'ambientazione. Anche il divario sociale fra i ragazzi, ma le differenze sono abissali e non si limitano a quelle fra Richard Pepin e John Kemp!

L'accondiscendenza di John verso Chris e gli amici di lui è quasi più irritante dell'arroganza con cui questi lo trattano.
Porta a riflettere sull'importanza che diamo o che rischiamo di dare a persone che per noi non hanno nessuna considerazione.

Reading Challenge 2025, traccia dadi di giugno: 66

mercoledì 11 giugno 2025

"Celtique. Mariani, il passato ritorna", Maria Masella

 

Genova, giugno di un anno non precisato. Un pacchetto di Celtique recapitato a casa di sua madre è sufficiente per far capire a Mariani chi glielo ha mandato: Luigi Mannini, che gli aveva affibbiato quel soprannome ai tempi della sua prima indagine genovese, tanti anni prima. Il commissario accetta di incontrarlo, sentendosi rivolgere una proposta netta: se troverà le prove dell'innocenza della sua compagna, accusata dell'omicidio di un industriale di Carrara, Mannini - latitante ricercato per rapina a mano armata - si costituirà. Mariani accetta, insospettito dalla velocità con cui i colleghi toscani hanno chiuso il caso. La stessa rapidità che viene richiesta a lui per archiviare l'omicidio di un senegalese, perché se un uomo di colore finisce accoltellato nel centro storico deve sicuramente trattarsi di un banale regolamento fra spacciatori. Ma Ahmed Baldé in realtà era perfettamente integrato, stimato ragioniere in una ditta di spedizioni e insegnante di italiano per altri immigrati come lui.

Investigativo

E' trascorso un mese dalla fine della precedente indagine ("Recita per Mariani") e per me meno tempo ancora da quella lettura. Mi piace il ritmo che ho preso con i libri della Masella, ma questo mi rende più difficile parlarne, non solo per il rischio spoiler (ad esempio l'apertura di questo dà risposta alla frase conclusiva del precedente, cosa che in questa serie succede spesso), ma soprattutto perché mi rendo conto di ripetere le stesse considerazioni. Deve essere un problema riscontrato anche dall'editore perché le sinossi sono sempre più brevi ^^

Questa è la dodicesima puntata, scritta nel 2012, collegata alle vicende di "Primo", il prequel della serie, unicamente perché ritorna il personaggio di Mannini, ma con una storia gialla che non riguarda i fatti precedenti.

Sia il caso dell'omicidio del carrarese sia quello del senegalese innescano trame poliziesche un po' datate, con indagini vecchia maniera, ma molto piacevoli da seguire.

Francesca, la moglie di Mariani, si rende di nuovo determinante con le sue imbeccate che poi portano il commissario e la sua squadra a trovare prove schiaccianti: escamotage improbabili che in principio mi irritavano, ma a cui ormai mi sono rassegnata.

E questa volta non solo viene citato il mio quartiere di nascita, ma compare anche la via dove ho abitato per i miei primi 28 anni di vita ♥

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di giugno: città

lunedì 9 giugno 2025

"Omicidio a Whitehall", Sarah Pinborough

 

Londra, 2 ottobre 1888. Sono trascorsi due giorni dagli omicidi di Elizabeth Stride e di Catherine Eddowes, entrambi rivendicati dall'uomo che firma le sue missive con il nome di Jack lo Squartatore, quando nel sotterraneo della nuova centrale di polizia in fase di costruzione viene rinvenuto un torso di donna. Nei giorni successivi il prodigioso segugio Smoker trova una gamba recisa sotto al ginocchio, poi un braccio. Niente testa. Un caso del tutto analogo a un altro ancora irrisolto risalente all'anno precedente. 
Il dottor Thomas Bond, chirurgo di Scotland Yard, non ha dubbi, questi omicidi non sono opera di Jack lo Squartatore, a Londra si aggirano ben due serial killer.
Si sbaglia: la città è in balia di un qualcosa di ben più orribile.

Grottesco

Sarah Pinborough, inglese classe 1972, ha all'attivo una trentina di titoli di vario genere (anche pubblicati con lo pseudonimo di Sarah Silverwood), ma solo di cinque esiste la traduzione italiana e questo è stato il primo.
Scritto nel 2013, titolo originale "Mayhem", ricordo il gran successo che ebbe al momento dell'uscita, ma nella mia testa lo avevo associato soltanto a Jack lo Squartatore ed ero convinta che fosse il protagonista. Dovrei smetterla di non leggere (o rileggere) le sinossi per paura degli spoiler, lì si parla chiaramente di "un'entità sovrannaturale". Non avendolo fatto mentre leggevo "Il bosco degli innocenti" mi sono ritrovata alle prese con un'altra lettura molto diversa da quello che immaginavo. In questo caso non un giallo storico puro, bensì contaminato da risvolti demoniaci che possono senz'altro entusiasmare gli amanti del genere, ma non me.

La base è solida e realistica: l'autrice ha preso alcune persone realmente esistite e degli omicidi (mai risolti) realmente avvenuti, inserendo anche gli articoli apparsi all'epoca sui quotidiani. Poi ci ha aggiunto la sua fantasia e, per quello che è il mio gusto, ha rovinato tutto.

Dettaglio disturbante: in due circostanze la Pinborough mette in bocca ai suoi personaggi del 1888 la parola "smog" che in realtà venne usata per la prima volta in un articolo del 1905 (nata dalla fusione fra smoke e fog).

Bella comunque l'ambientazione che contrappone l'agiatezza e il benessere di pochi con la miseria della maggior parte delle persone ("Chi alloggiava a Bluegate Fields non firmava contratti d’affitto annuali: non aveva alcuna garanzia che la propria vita sarebbe durata tanto a lungo").

Pessima la costruzione delle prime due parti del libro (tre in totale) dove le sottotrame si mescolano in maniera confusa, un metodo che forse mira a nascondere la debolezza della storia.

Reading Challenge 2025, traccia stagionale crucipuzzle, primavera: tinozza

venerdì 6 giugno 2025

"Il bosco degli innocenti", Allison Gunn

 

Dahlmouth, Virginia, giorni nostri. Rachel e Finn Kennan non sono mai stati accettati dagli abitanti di quella piccola cittadina montana dove si sono trasferiti tre anni prima. Tutta colpa di Finn, giornalista e scrittore, che nel suo blog non perde occasione per sparare a zero sulla popolazione locale. E da bifolchi, quali effettivamente sono, non riescono a tollerare di avere come capo della polizia una donna, per giunta lesbica: poco importa che sia sposata, le vecchie foto sui social parlano chiaro, a Rachel piacciono le donne!
L'odio verso la coppia non si è mitigato neppure quando un anno prima il loro bambino di otto anni, Aidan, è stato trascinato via dal fiume. Un lutto che ha trasformato il loro legame in un matrimonio di facciata, nel disperato tentativo di non peggiorare il trauma delle due figlie rimaste. E se la piccola Lucy sembra aver ritrovato un po' della spensieratezza dei suoi sei anni, con Charlie - in piena fase adolescenziale - tutto è diventato una lotta.
Fino al giorno in cui torna a casa dopo aver trascorso il pomeriggio nel bosco con le sue amiche del cuore e Lucy guardandola capisce che quella cosa, quella Non-Charlie, non è più sua sorella.

"A haunting family saga and a disquieting horror debut, Nowhere draws from Appalachian folklore to caution us that true terror is what we bury in our own hearts."

Così viene descritto il romanzo nel sito dell'autrice: horror! Decisamente horror!! Non thriller come invece è stato assurdamente classificato da Amazon, IBS, eccetera...

Lo avrei comprato se il genere fosse stato corretto? Forse, perché non disdegno gli horror, ma di sicuro non mi è piaciuto ritrovarmi a leggere qualcosa di molto diverso da quello che mi aspettavo.

Opera prima, fresca di stampa, dell'americana Allison Gunn - ricercatrice, scrittrice e docente appassionata di folklore e occulto (altra cosa che ignoravo prima dell'acquisto) - che nelle note spiega come abbia sperimentato in prima persona molte delle dinamiche che ha riversato sulla sua protagonista: l'omosessualità inaccettabile per i pregiudizi religiosi in mezzo ai quali è cresciuta in quanto figlia di un pastore fondamentalista, la depressione, gli atteggiamenti autodistruttivi in cerca di una redenzione, il tentativo di rifugiarsi in un matrimonio canonico diventato inevitabilmente tossico...

Il risultato di tanti tormenti è un horror in piena regola, che leggendolo non mi ha fatto alzare neppure un peletto, ma la cui eventuale trasposizione cinematografica - ne sono sicura - mi farebbe fare più di un salto sulla sedia perché sfrutta tutte le situazioni che in video, con la complicità di suoni e rumori improvvisi, riescono sempre a spaventarmi: le cantilene dei bambini, l'oscurità del bosco, porte lasciate chiuse e ritrovate aperte, qualcuno che fissa qualcun altro attraverso il riflesso di uno specchio e via via tutti i cliché della fiction che mira a terrorizzare, compresa una scena rubata a "The Walking Dead" e un paio a "The Ring" (ma in versione ragazzina bionda).

Una storia che, pur mancando di originalità, riesce a trovare una propria dimensione.
Letteralmente ^^

Reading Challenge 2025, traccia annuale Province italiane

domenica 1 giugno 2025

Reading Challenge: tracce di giugno

      

Tracce generiche:
  • libri con il taglio delle pagine colorato
  • libri con dei rampicanti in copertina

Traccia cascata di lettere:
  • Città: Celtique. Mariani, il passato ritorna, Maria Masella (2 punti)
  • Ditta: Mariani allo specchio, Maria Masella (2 punti)

Traccia rebus:
  • Corpi, scheletri e delitti. Le storie del Labanof, Cristina Cattaneo (2 punti)

Traccia dadi:
  • Jill, Philip Larkin (3 punti)

Traccia stagionale crucipuzzle, primavera: 
  • Americana, Don DeLillo (4 punti)
  • Pallida Mors, Danila Comastri Montanari (3 punti)
  • Omicidio a Whitehall, Sarah Pinborough (3 punti)

Traccia annuale Sigle di provincia italiane: libri scritti da autori le cui iniziali formano una sigla di provincia (26 punti)
  • PR, Parma: Il teatro di Sabbath, Philip Roth
  • FM, Fermo: La busta gialla, Marco Francalanci
  • MO, Modena: McGlue, Ottessa Moshfegh
  • SS, Sassari: Fidati di me, Sophie Stava
  • EN, Enna: So chi sei, Elisabeth Noreback
  • ME, Messina: Un amore a metà, Ellie Monago
  • AL, Alessandria: Il bosco degli innocenti, Allison Gunn
  • BR, Brindisi: Il dubbio delle signorine Devoto, Renzo Bistolfi

I miei punti di giugno: 45



sabato 31 maggio 2025

"Un amore a metà", Ellie Monago

 

San Francisco, marzo 2023. Madeline e Greg si sono conosciuti nel 2009 quando Sidney, la migliore amica di lei, l'aveva coinvolta in un'uscita a quattro. Sidney era attratta da Greg, ma a lui era bastata quella cena per perdere la testa per Madeline. Dopo due anni si erano sposati e ora sono una coppia di successo sulla quarantina, con una splendida bambina di 10 anni, Lola, che entrambi adorano.
Ed è per Lola che si sono già accordati sulle decisioni primarie da presentare al giudice per arrivare a un divorzio veloce e amichevole.
Un piano che potrebbe funzionare solo se il desiderio di separarsi di Madeline - segretamente innamorata di un altro uomo - venisse condiviso anche da Greg, ma non essendo così basta poco per far sì che il teorico divorzio pacifico diventi un campo minato dove qualcuno finirà per farsi molto male.

La guerra dei Roses 2.0

Un altro romanzo di esordio per me, "The Custody Battle", pubblicato lo scorso anno da Ellie Monago, statunitense residente in Canada. Una commedia drammatica che vira vagamente al thriller (genere in cui è stato classificato) solo nelle battute finali. Non ci sono grandi misteri in questa battaglia fra coniugi, due genitori che - dicendo di agire per il bene della figlia - finiscono per trasformarla prima in una pedina e poi in un'arma nel tentativo di screditarsi a vicenda.

La Monago, oltre a scrivere bene, è una terapista e credo ne sappia parecchio sulle dinamiche che vengono messe in gioco durante le separazioni non consensuali. Tiene vivo l'interesse, grazie anche ai tanti capitoli brevi (66 per 384 pagine, divise in cinque parti titolate) che alternano le voci narranti di Madeline e di Greg, e soprattutto riesce a non cadere nel "già letto", nonostante la storia abbia poco di innovativo.

E' uno di quei libri che strizzano l'occhio al grande schermo, ne uscirebbe (anche) un bel film.

Reading Challenge 2025, traccia annuale Province italiane



giovedì 29 maggio 2025

"So chi sei", Elisabeth Noreback

 

Stoccolma, settembre 2015. Isabelle Karlsson è una studentessa di 22 anni con problemi di insonnia: a maggio ha perso il padre e, consapevole di avere bisogno di aiuto per elaborare il lutto, prende appuntamento con una psicoterapeuta. 
Stella Windstrand, 39 anni, si prepara a ricevere la sua nuova paziente, ma quando si ritrova faccia a faccia con lei riesce a stento a reggere il colpo: quella bella ragazza mora è identica alla sorella di Daniel, il padre di sua figlia Alice. Alice che è scomparsa quando aveva soltanto un anno durante una vacanza al mare: accidentalmente portata via dalle onde, secondo la polizia, una versione che Stella non è mai riuscita ad accettare e ora, davanti a Isabelle, è sicura di aver ritrovato la sua bambina.

Ma un test del DNA?

Guai a farlo, altrimenti il libro sarebbe finito a pagina venti!

Romanzo di esordio scritto nel 2017 da Elisabeth Noreback (svedese classe 1979), è un thriller con non pochi difetti: tutto si basa su una gigantesca coincidenza; non ha una trama originale; la storia si dilunga riproponendo all'eccesso alcune situazioni nella parte centrale rendendo superflue almeno un'ottantina delle 382 pagine che lo compongono.

Ma al netto delle ripetizioni riesce - all'inizio e alla fine - a mantenere un ritmo incalzante grazie anche ai capitoli brevi (92) che alternano le voci di Stella, di Isabelle e di un altro personaggio.

Certi escamotage utili a far girare gli ingranaggi fanno sorridere - come un bagno bollente fatto 
tenendo aperta la finestra che arriva a trasformare una maniaca depressa in un temibile toro da combattimento - ma questo è l'unico aspetto svedese della storia che, come struttura e meccanismi, è lontana dai tipici gialli scandinavi.
Un pregio, per me che non li amo particolarmente.

Reading Challenge 2025, traccia annuale Province italiane


lunedì 26 maggio 2025

"Fidati di me", Sophie Stava

 

New York, primavera di un anno non precisato. Sloane Caraway ha quasi 34 anni ed è una bugiarda seriale. Ha iniziato a mentire da bambina quando abbelliva la propria vita per rendersi interessante agli occhi delle nuove compagne di scuola, che cambiavano in continuazione, come le case e le città dove andavano a vivere quando la madre perdeva il lavoro e dovevano ricominciare da capo altrove. Bugie innocue, ma crescendo l'abitudine è diventata vizio, poi patologia: vorrebbe controllarsi, ma non riesce a non mentire, neanche quando non ce n'è bisogno.
E così un pomeriggio al parco sente uscire dalla propria bocca un "Sono un'infermiera" (quando in realtà fa manicure e pedicure in un centro
 estetico di lusso e solo grazie a una licenza fasulla che ha comprato in rete per cinquanta dollari!) all'indirizzo di un papà (ma un gran bel papà) in difficoltà di fronte alla figlia in lacrime perché un'ape le ha punto il piedino.
Una piccola bugia, una delle tante di Sloan, ma questa volta sarà l'inizio di qualcosa di travolgente.

Catalizzante

Raramente leggo libri appena usciti perché mi sembra di fare un torto a tutti quelli accumulati nel tempo. "Fidati di me" (
titolo originale "Count my Lies") li ha sorpassati solo perché le iniziali dell'autrice si adattavano a una traccia annuale della Reading Challenge e il fatto che sia un thriller e che io sia in un periodo in cui leggerei solo thriller ha dato un'ulteriore spinta.

Opera prima dell'americana Sophie Stava. Nonostante non sia certo privo di difetti, 
ha il grandissimo pregio di catturare il lettore.

La prima delle quattro parti, che finisce poco oltre la metà delle 368 pagine totali, sembra un thriller scritto da un'altra Sophie, con una Sloan voce narrante che rimanda fin troppo ai ragionamenti e agli arrangiamenti della Becky Bloomwood dei primi I love shopping della Kinsella.

"Ho mentito alle medie e al liceo, poi al college, e anche dopo. Piccole bugie, di solito, ma bugie in ogni caso. Dovrei smettere, ormai – sono un’adulta, santo cielo – ma non lo faccio. Non ci riesco. Desidero così disperatamente dire la cosa giusta, essere la persona giusta, che quando apro bocca esce ciò che credo vogliano sentire gli altri, che sia vero o no."

All'inizio della seconda parte cambia il narratore e arriva il vero, grande colpo di scena del libro, l'unico che sorprende, a differenza di quelli successivi piuttosto prevedibili, anche a causa di una 
serie di forzature indispensabili per arrivare alla conclusione scelta dalla Stava, ma il libro avrebbe meritato uno sforzo maggiore per creare un epilogo più credibile.

NB: non fate il mio errore
 che per vedere quanti capitoli avesse il libro ho letto i titoli dati alle quattro parti facendomi uno spoiler non da poco!

Reading Challenge 2025: traccia annuale Province italiane


giovedì 22 maggio 2025

"Recita per Mariani", Maria Masella

 

Genova, domenica 21 marzo di un anno non precisato. Silvana Gabbi, 42 anni, muore cadendo dal quarto piano di Villa Letizia, la clinica privata in cui era ricoverata. Escluso l'omicidio perché la donna era nella stanza da sola, resta da capire se sia stato un incidente o un atto volontario. Quattro giorni dopo muore un'altra donna, ma questa volta si tratta sicuramente di omicidio. Alba Caseggi è stata colpita due volte alla testa con una vanga mentre si trovava nel salotto della sua casa sulle alture di Struppa. Un probabile tentativo di rapina finito male. Passano altri quattro giorni e nel tratto di mare fra Nervi e Bogliasco viene recuperato il corpo di un uomo di colore privo di documenti.
Un surplus di lavoro per il commissario Mariani, proprio quando si era imposto di adottare orari da ufficio per avere più tempo da dedicare alla famiglia, ricucendo il rapporto con la moglie Francesca, che finalmente è tornata dagli Stati Uniti.

Intrecciato

Undicesima puntata della serie, uscita nel 2011: mi è piaciuto molto ritrovare Mariani dopo appena una decina di giorni ("Mariani e il caso irrisolto"). Fra le due vicende, invece, di tempo ne è trascorso di più, all'incirca un anno. E questo libro si sviluppa in ventisette giorni.

Tre casi comportano molte indagini, che Mariani conduce quasi in solitaria. Un giallo deduttivo con un po' troppi ingranaggi che finiscono per incastrarsi fra loro, con le solite improbabili coincidenze: persone coinvolte che si trovano casualmente a frequentare la stessa palestra, la madre del questore che nella clinica occupa proprio la stanza adiacente a quella della prima donna morta, una vecchia conoscenza di Mariani che lavora come giardiniere per la signora di Struppa e qualche altra ancora... Più Francesca, che torna a essere determinante nella risoluzione del caso con le sue deduzioni.

Non amo tutta questa casualità, critico sempre aspramente gli autori che prendono scorciatoie per far quadrare i dettagli, soprattutto quando basterebbe inserirne di meno, ma la Masella mi ripaga con letture piacevoli e coinvolgenti, sarebbe ingiusto essere pretenziosa.

Reading Challenge 2025, traccia cascata di lettere di maggio: cuore, suore


martedì 20 maggio 2025

"Copia conforme", Stéphanie Kalfon

 

Parigi, 9 novembre 2022. Emma, Paul e Nina: una famiglia felice, fino a quella sera. Per festeggiare l'ottavo compleanno della bambina i genitori la portano al luna park. Solita ressa, soliti rumori, spintoni e risate. Dopo tre colpi al tirassegno la madre si gira e comincia l'incubo: Nina è scomparsa. Gli agenti accorsi raccomandano tranquillità e fanno partire le ricerche che si concludono felicemente alle prime luci del mattino quando la piccola viene ritrovata nei bagni chimici di un cantiere. Racconta di aver inseguito un gattino perdendosi nel bosco senza più riuscire a trovare il piazzale del luna park, riparandosi poi nel primo posto dotato di una porta da chiudere che aveva trovato. Ma quello che avrebbe dovuto risolversi come un grande spavento da archiviare per sempre segna invece la fine di tutto perché Emma guardando la bambina ha una sola certezza: quella non è Nina, ma un'impostora che finge di essere sua figlia.

Malato

Terzo romanzo pubblicato nel 2023 da Stéphanie Kalfon, autrice parigina classe 1979, il primo (e per ora unico) a essere stato tradotto in italiano.

Romanzo breve, 198 pagine divise in tanti capitoli brevissimi (non numerati), cosa che normalmente mi velocizza la lettura, ma non questa volta, è una storia cupa e malsana, difficile da reggere per più di una ventina di pagine al giorno. 

Drammatico più che thriller, ha uno stile di scrittura che può piacere, ma non a me, pieno (in particolare nella prima metà) di quelle frasi a effetto che trovo sempre irritanti, soprattutto quando se ne abusa come ha fatto la Kalfon ("Impossibile appallottolare quella serata di spavento come un fazzoletto usato", "Mi accartoccio come la carta di un regalo", "Pazienza se la malinconia diventa un'amica provvisoria e prende in parte il posto di mia figlia", "Giro fra le corsie (del supermercato) che messe una dopo l'altra formano chilometri di solitudini").

Altra scelta che non ho apprezzato è stata quella di fare di Emma la voce narrante, cosa che rende solo immaginabile la situazione angosciante in cui viene a trovarsi la bambina, non riconosciuta e quindi respinta dalla madre. Un narratore esterno avrebbe reso il romanzo molto più ricco e completo. Per contro la Kalfon riesce a far entrare il lettore nella mente di questa donna tormentata, accrescendo l'angoscia man mano che si scoprono fattori del suo passato e del suo presente. Impossibile entrare nel dettaglio, ogni particolare sarebbe uno spoiler clamoroso.

L'ultima frase del penultimo capitolo sarebbe stata un finale perfetto, invece ce n'è ancora uno, evitabilissimo: sei pagine (è uno dei capitoli più lunghi) che non aggiungono nulla alla storia, ma che sono solo un altro inutile esercizio di stile dell'autrice.

Molto bello l'oggetto libro: copertina flessibile, ma robusta, leggermente zigrinata, piacevole al tatto, buona carta e splendido font! Un plauso alle
 Edizioni Clichy.

Reading Challenge 2025, traccia di maggio: libri di autori con il cognome di sei lettere

domenica 18 maggio 2025

"L'attesa dell'alba", Francesco Caringella

 

Roma, 22 luglio 2017. Sono le 23.20 quando Alberto Martinelli, 50 anni, professore di economia, esce di casa per andare a prendere la figlia adolescente ospite di un'amica. Sandra, la moglie, ha uno strano presentimento, si gira per dirgli che andrà lei, ma il marito sta già uscendo. Alberto tornerà a casa solo dopo molti mesi e nella condizione peggiore: un pirata della strada lo travolgerà facendo di lui un tetraplegico.
Un altro luglio, ma di cinque anni dopo. L'avvocato Filippo Santini non riceve mai senza appuntamento, ma quel giorno fa un'eccezione. La donna che gli siede di fronte gli racconta la tragedia che ha colpito suo marito condannandolo a una vita che non è più vita e che Alberto non vuole più.

Diritto di morire

La tematica è forte e Caringella la affronta dal punto di vista giuridico con giusti riferimenti ai
 tre casi che hanno fatto scuola in Italia in materia di eutanasia, Englaro, Welby e DJ Fabo, evidenziando carenze e ipocrisie della nostra legislazione ("Siamo un Paese bigotto, intriso di ipocrisia, di moralismo, di formule vuote. La vita è un bene sacro, che non appartiene a noi ma a Dio Creatore: nessun consenso e nessuna sofferenza ti autorizzano a uccidere un uomo. Un tabù: prima o poi cadrà, ma per ora è ancora solido."), ma dando spazio anche alle motivazioni dei contrari ("L’eutanasia non esiste nelle società poco sviluppate che, pure, conoscono la morte come e più di noi: è una scoperta degli intellettuali e politici di sinistra delle società occidentali, in cui l’etica religiosa non è stata sostituita da un’etica laica."), alle riflessioni filosofiche ("L’antico dibattito, che risale a Platone, Aristotele e Agostino, avrebbe preso un’altra piega se si fosse incentrato sul bisogno del malato di liberarsi da un corpo dilaniato dal male.") e religiose ("La funzione del giudicare è divina: dovrebbe spettare solo a Dio accertare la verità e regalare la giustizia. Solo l’Essere Supremo può stabilire ciò che è giusto e ciò che è vero, e distinguere il bene dal male.").

Io - che non sono né legislatrice, né fascista, né filosofa, né credente - la faccio semplice: ci vuole rispetto per chi non ce la fa più a vivere e ci vuole tutela per una scelta così estrema.

Purtroppo il libro non sfrutta bene il potenziale della tematica, c'è molta retorica, poca fluidità in certe parti che diventano pesanti e ci sono alcuni dettagli della trama che impoveriscono la storia, ad esempio il modo in cui Sandra sceglie l'avvocato a caso, perché attratta dalla targa mentre passeggia davanti al palazzo dove lui ha lo studio, peggio ancora l'inutile liaison che si crea fra i due.

C'è poi una frase del libro che mi ha colpita molto:

"In un’aula di giustizia non vince la storia migliore, ma la bugia raccontata meglio"

Purtroppo a colpirmi non è stato il suo significato perché quello lo aveva già fatto la prima volta che l'avevo letta, riportandola anche nella recensione ("La migliore bugia")! Evidentemente a Caringella piace plagiare se stesso, il prologo de "L'estate di Garlasco" e il quarto capitolo de "Il colore del vetro" si differenziano solo per dettagli di poco conto. Questa volta si tratta di un'unica frase, ma questo non rende meno grave questa ridicola abitudine che mi ha fatto passare la voglia di continuare a leggere l'autore.

Reading Challenge 2025, traccia dadi di maggio: 54

venerdì 16 maggio 2025

"McGlue", Ottessa Moshfegh

 

Zanzibar, 1851. McGlue riprende i sensi a stento, ha una brutta ferita alla testa ed è ancora ubriaco dopo gli eccessi della notte appena trascorsa. Capisce di essere chiuso nella stiva di un vascello che sta salpando. Ha la camicia sporca di sangue, ma non è il suo, non è ferito. Arriva il capitano Saunders, gli dice che ha ucciso Johnson. L'ufficiale Pratt rincara la dose, ha visto il corpo riverso fuori da un pub del porto, lo ha pugnalato al cuore.
McGlue non ricorda nulla e non ci crede, è sicuro che il suo migliore amico sia ancora vivo, chiede di vederlo. Ma l'unica risposta che ottiene è che lo stanno portando a Salem per processarlo.

Alcolizzato

Romanzo breve scritto nel 2014, è
 il primo lavoro pubblicato dalla Moshfegh, anche se da noi la traduzione è arrivata soltanto a marzo dell'anno scorso e la si poteva anche evitare.

Una trama scarna e non lineare, stancante da seguire, angosciosa e ambigua che disorienta, non è un libro che chiama. Se l'ho letto in due giorni (certo 144 pagine non sono molte, ma lo sono per me che sono lenta e che quotidianamente alterno la lettura di tre libri) è stato solo per un bisogno quasi fisico di finirlo.

Sono passati tre anni da quando avevo letto (e apprezzato)
 "Eileen", ero timorosa nel tornare sull'autrice per il concentrato di depressione che caratterizza quella storia, ma "McGlue" - un derelitto che se non sogna di farsi un goccetto è perché sta vomitando - me l'ha fatta rimpiangere, soprattutto a causa di una narrazione grottesca (in linea con il protagonista) che mi ha sfinita senza darmi nessuna soddisfazione.

Reading Challenge 2025, traccia annuale Province italiane

mercoledì 14 maggio 2025

"Pallida Mors", Danila Comastri Montanari

 

Roma, metà del I secolo d.C.

"Poteva esserci un collegamento tra il cadavere di una donna inchiodato in una tomba negletta e la morte improvvisa della matriarca della famiglia che di quella tomba era stata un tempo legittima proprietaria?"

E' quello che si chiede il senatore Publio Aurelio Stazio: per cercare di sfuggire al pressing quotidiano dei suoi numerosi clientes si era rifugiato in un'antica tomba trovando dietro a un muro di mattoni il cadavere decomposto di una donna che chiaramente non vi era stato messo per una degna sepoltura, ma nascosto da chi ne aveva inchiodato mani e piedi alla tavola su cui giaceva. Risalito con fatica al nome dei proprietari del loculo, si precipita alla loro domus trovandosi di fronte a un altro cadavere disteso, quello dell'ultima discendente della gens Velthinia, l'anziana Fastia, appena deceduta.

"Le coincidenze esistevano, si ripeté Aurelio, ma spesso portavano anche fuori strada"

Antiche credenze

Come quella delle Empuse, creature infernali che - secondo tradizioni greche già abbondantemente superate ai tempi di Publio Aurelio - potevano essere uccise soltanto se inchiodate a un sepolcro: è attorno a questa superstizione che Danila Comastri Montanari nel 2013 ha costruito la storia della diciottesima (e terz'ultima) puntata.


Il libro precedente, "Tabula rasa", letto nell'ottobre 2023 è quello che mi è piaciuto meno della serie. Con questo si è ampiamente riscattata, con una narrazione che alterna 
momenti intensi ad altri divertenti, anche con l'immancabile vena istruttiva che spazia fra medicina, culti religiosi e, ovviamente, storia.

La vicenda gialla - partendo dal cold case su cui il senatore si intestardisce, portandolo nel bel mezzo della foresta umbra - si intreccia a intricate vicende familiari del suo presente: quando sono arrivata al punto in cui viene svelato l'assassino stavo facendo colazione e dalla bocca mi è uscito un "Uhhh" sonoro simile a quello che si sente allo stadio quando il pallone sbuccia il palo. Ho riso di me stessa, ma è sempre bello quando la soluzione di un giallo riesce a sorprendermi.

Reading Challenge 2025, traccia stagionale crucipuzzle, primavera: pugnale