martedì 27 agosto 2019

"Follia", Patrick McGrath


E' l'estate del 1959 quando lo psichiatra criminale Max Raphael accetta l'incarico di vice direttore in un istituto di massima sicurezza a circa un'ora da Londra.
Il suo ruolo prevede anche l'assegnazione di un villino indipendente nel parco che circonda la struttura ed è lì che si trasferisce con la moglie Stella e il figlio Charlie.
Max decide di riportare in vita il giardino, a cominciare dalla ristrutturazione della serra. Saranno i pazienti in semilibertà ad occuparsi dei lavori, fra questi Edgar Stark, scultore uxoricida.
L'incontro fra lui e Stella sarà l'inizio della fine...

Un altro libro scritto in maniera magistrale: può senz'altro non piacere, ma non si può non essere d'accordo sulla bravura dell'autore.
Personaggi e dialoghi vengono descritti perfettamente in tutto il loro grigiore o squallore, a seconda dei casi.
Ambientazioni altrettanto calzanti delineano benissimo l'approccio psicologico e psichiatrico degli anni cinquanta e sessanta, quando ogni esternazione femminile veniva liquidata con una parola: isteria (a tratti mi ha ricordato le prime stagioni di "Master of sex").

Il dottor Peter Cleave, collega di Max, è la voce narrante di questa grande e drammatica storia d'amore e fin dalle prime righe spazza via ogni possibile aspettativa di romanticismo con una semplice frase: "La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca".

Tristi, secondo me, non rende abbastanza l'idea. Fra i tanti aggettivi che mi vengono in mente ripensando a quello che ho appena finito di leggere, fatico a inserirne qualcuno di positivo. 

In "Follia" ci sono violenza, paura, tradimento, desolazione, possessione, angoscia, depressione e una repressione tali da non poter dare vita a nulla di diverso se non all'ossessione sessuale e all'amore malato che ci vengono raccontati.

Raccontati, però, unicamente dalla prospettiva dello psichiatra, una scelta che ha reso molto particolare il romanzo: credo sia stato anche questo a spingere molti a parlare di capolavoro. 

Di sicuro l'ultima frase del libro è stata per me uno dei maggiori colpi di scena che riesca a ricordare. 

Reading Challenge 2019: questo testo è una traccia gold del mese di agosto