sabato 24 agosto 2019

"La regola dell'equilibrio", Gianrico Carofiglio




Bari, 10 aprile 2009. Sono passati quattro anni dall'ultima vicenda raccontata e l'avvocato Guerrieri ne ha compiuto 48. Si dice che gli uomini vivano molto male l'approssimarsi dei cinquanta (non solo loro!!) e un piccolo/grande spavento personale si riflette pesantemente sulle riflessioni e sui bilanci di vita del protagonista.
E' con questo stato d'animo che accoglie nel suo studio un cliente particolare: Pierluigi Larocca, ex compagno di liceo e di università, il classico primo della classe, laureato a 22 anni, magistrato a 24 e prossimo a divenire il più giovane presidente del Tribunale di Bari.
Ma la sua sfolgorante carriera sta per essere stroncata da un pentito che lo accusa di corruzione.
A Guerrieri non piace rendersi conto del proprio autocompiacimento per essere stato scelto dal giudice fra tanti colleghi, ma forse ci saranno cose che gli piaceranno ancora meno...

Quinta e, al momento, ultima avventura di questo meraviglioso personaggio che mi ha tenuto compagnia per gran parte del mese. Scritto nel 2014, i tempi sono più che maturi per l'uscita di un sesto romanzo, a cui spero che Carofiglio stia lavorando, ma non mancherò di leggere le sue altre opere, a cominciare dai tre libri che compongono un'altra serie, quella con protagonista il maresciallo Fenoglio.

Nella recensione del primo, "Testimone inconsapevole", ho scritto che mi incanto ogni volta che sento Carofiglio parlare in televisione e adesso posso dire che succede lo stesso leggendo ciò che scrive.

Ho definito colto ed educato il suo modo di parlare e lo è altrettanto il suo modo di scrivere: intelligente, di livello, senza però cadere in antipatiche ostentazioni, regalando ogni volta citazioni interessanti e mai banali (libri, musica e film).

E presentando ai non addetti un quadro del sistema di giustizia italiano, ahimè, ben più simile a quegli imbarazzanti e "caciarosi" stralci di "Un giorno in pretura" che ricordo di aver visto una trentina di anni fa, e poi completamente (e letteralmente) perso di vista, che non ai disciplinati e inappuntabili processi delle mie amate serie TV americane.

Anche questa volta i processi raccontati sono estranei alla vicenda narrata, è minima anche la parte istruttoria, ma la portata del problema  - la possibile corruzione di un giudice - è enorme e mettere in discussione i ragionamenti di Guerrieri/Carofiglio significa soltanto avere un'idea distorta della giustizia e dell'etica.

A proposito di serie TV, l'unica critica che faccio all'autore è quella di essersi lasciato ispirare troppo da Kalinda, l'investigatrice di "The good wife", per il suo personaggio analogo, Anna Paola Doria: diciamo pure che l'ha copiata pari pari, dall'aspetto all'atteggiamento ai gusti sessuali.
Una sciocchezza, ma che mi andava di dire perchè ho adorato Kalinda e mi è piaciuto il suo alter ego barese.

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di luglio. Lo collego a "Le perfezioni provvisorie" perchè il protagonista è lo stesso