km 123 dell'Aurelia, direzione sud, notte fra il 7 e l'8 gennaio 2008. E' da poco passata la mezzanotte quando Giulio Davoli, noto imprenditore edile romano, a bordo della Panda gialla di sua moglie Giuditta, finisce in una scarpata dopo essere stato violentemente tamponato da un pirata della strada.
Ricoverato in ospedale con la mascella (e non solo quella) fratturata, per alcuni giorni si ritrova come isolato, potendo ricevere soltanto le visite della moglie. Ed è a lei che l'infermiere di turno consegna i beni di Giulio, fra cui il cellulare che dal momento dell'incidente è stato tempestato dai messaggi di una certa Ester, estranea a Giuditta, ma non certo a suo marito...
Mentre leggevo i libri di Carofiglio pensavo con non poco timore che sarebbe stato traumatico passare ad altro (altri), ma questo racconto lungo, o romanzo breve, di Camilleri mi ha ricordato che di scrittori bravi ce ne sono tanti e, soprattutto, che le mie scelte hanno/avrebbero un grosso margine di miglioramento.
E proprio di Camilleri ho moltissimo da recuperare perchè in precedenza avevo letto solo tre romanzi della saga di Montalbano. Questo è ambientato a Roma ed è una stesura geniale: dinamico e veloce, tutto dialogo fra i vari personaggi, un'alternanza continua che non distrae e la facilità non è dovuta alla capacità di comprensione di chi legge, ma alla bravura dell'autore, che riesce a far divertire con un giallo, cosa non comune.
Arrivata al 40% ho capito cosa stava succedendo e per tutto il resto della lettura ho pensato che quel dialogo rivelatore fosse voluto, cosa di cui mi sono ricreduta arrivando al colpo di scena finale, che per me non è stato tale e rimanendoci male per questo.
Col senno di poi avrei voluto non essere l'odiosa precisina che sono, se avessi evitato di chiedermi chi potessero essere "quei due" e di chi stessero parlando, se l'avessi letto tutto d'un fiato limitandomi a fare la lettrice senza improvvisarmi detective, mi sarei goduta molto di più il finale del libro.
Interessante anche l'appendice che riporta un discorso tenuto dall'autore al convegno romano "Scrittori e critici a confronto" nel 2003: "Difesa di un colore", il giallo, che solo in Italia identifica i romanzi polizieschi.
Curiosità e aneddoti legati alla nascita e alla divulgazione di questo genere di narrativa, alcune cose le sapevo, molte altre no. Ad esempio non conoscevo i vincoli a cui dovevano attenersi i giallisti in epoca fascista "grazie" a direttive come "l'assassino non deve essere assolutamente italiano" e "l'assassino non può sfuggire in alcun modo alla giustizia".
E fra quattro mesi entriamo nel ventennio di questo secolo... speriamo bene...
Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia
di agosto. Lo collego a "La regola dell'equilibrio" perchè entrambi gli autori sono di sinistra